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Da "Umanità Nova" n. 22 del 15 giugno 2003

Inform@zione



Trapani solidarietà ai migranti
Si è svolto il 5 giugno un presidio di solidarietà agli immigrati rinchiusi nel Centro di Permanenza Temporanea "Serraino Vulpitta" di Trapani.
Mentre trenta persone rimanevano all'esterno della struttura comunicando con i prigionieri tramite un altoparlante, una delegazione (composta da militanti antirazzisti di Trapani e Palermo, alcuni giornalisti e un deputato regionale del PRC) faceva il suo ingresso al Centro.
Dai colloqui con alcuni immigrati, sono emerse ancora una volta le cattive condizioni di vita all'interno del "Vulpitta": continue intimidazioni, scarsissime occasioni di ricreazione nell'arco della giornata, situazioni giuridiche personali ai limiti del grottesco, evidenti segni di percosse.
Alla delegazione non è stato permesso l'accesso ai servizi igienici né al corridoio interno per non meglio precisate "questioni di sicurezza". Il fatto più inquietante è stato l'allarme lanciato da dietro le sbarre da un ragazzo mentre quasi tutti i componenti della delegazione erano usciti: un suo compagno di cella era stato da poco prelevato da degli agenti di Polizia. Tale episodio è stato poi riferito, insieme al resoconto della visita, al vice Prefetto di Trapani che con atteggiamento più che conciliante ha dato personali garanzie per il miglioramento delle condizioni di vita al Centro.
Resta comunque molto grave, al di là delle promesse prefettizie che hanno il solito sapore della frase di circostanza, il fatto che qualcuno si sia permesso di prelevare e isolare un immigrato (per motivi non meglio precisati) durante un nostro presidio.
Se questo è un segnale preciso, lo raccogliamo e ne terremo conto.
La lotta per la libertà di circolazione non conosce sosta.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Cosenza 28-29 Maggio Biennale ApArte SUD
Era nata un po' come una scommessa mettere in piedi una esibizione di libera creatività anarchica di individualità e gruppi impegnati artisticamente in Calabria. Il tema unificante è stato trovato intorno allo slogan no copyright, nella negazione dell'opera d arte come merce da mercato o come celebrazione del potere. I materiali che sono stati proposti hanno tutti una forte componente sperimentale e di ricerca: La collettiva "la sete nel mondo" mostra itinerante e work in progress realizzata da 70 creativi, presentata da Donella di Marzio e promossa dal prof. Toni Ferro di Catanzaro, i circa 30 quadri sul disagio mentale ed i manicomi di Giacinto Ferraro di Acri (la morte prima della morte), ed i volti dell'anarchismo di Jeanne Papa (Napoli) sono state la colonna vertebrale pittorica e visuale della biennale. Le tre mostre affrontavano, con l'impiego di diversificate tecniche, questioni sociali e storiche cruciali: il gruppo di Catanzaro Eclissi ha creato un vero e proprio cantiere artistico all'interno della Casa delle Culture di Cosenza; i catanzaresi hanno gestito video- istallazioni come Bianco meno Bianco (Caterina Arcuri, Ascanio De Gattis, Giulio De Mitri, T. Ferro) di grande impatto visivo e sonoro. Nella parte dedicata alla Cinematografia e ai Corto, spunti interessanti sono venuti dall'opera di Fernanda Spina (Napoli) "Fronte Interno" realizzato a Napoli durante l'ultima guerra in Iraq: una serie di interviste volanti prese ai passanti della centralissima Piazza del Gesù di Napoli metteva in luce un totale dissenso verso il governo americano e le posizioni di quello italiano. "Liberi tutti" di Luca Scornajenchi (opera e vive a Cosenza-Dipignano) ha riportato alla memoria l'imponente manifestazione di novembre per la scarcerazione di tutti i sovversivi. Non è mancata alla biennale una prima nazionale di caratura internazionale: Erik Grandini e Johan Soderberg di Stoccolma hanno presentato "Surplus": un incredibile documentario-film sulla globalizzazione, sul potere ed i movimenti che ad esso si oppongono. Nella sezione Spoken Word Enrico Voccia ha sviluppato il tema "Arte e Potere oggi". I poeti Franco Araniti e Orazio Garofano hanno presentato un lavoro su una lingua gergale ormai estinta utilizzata dai ramai di pentole ed alambicchi delle colline e serre intorno Cosenza. La parte musicale e stata gestita dal duo Vladimiro Costabile e Felice Malizia. L'ascolto rituale era organizzato in piccoli gruppi (max 10 persone). L'ultima sera teatro ed happening hanno dominato: Paola Brolati ha interpretato, con convinzione e professionalità, Dorothy Parker in "Tanto vale vivere" una interessante immersione nell'animo e nella coscienza della donna. Gran finale con spostamento dei partecipanti in piazza Duomo per l'Happening dedicato a Carlo Giuliani: "Desaparecidos" organizzato ed interpretato da Luca Scornajanchi., lettura di testi in spagnolo di Manolo Muoio. Nei due giorni e stato autogestito dall'Ateneo libertario uno spazio ristoro con i prodotti agricoli della Comune Urupia di Francavilla Fontana (Brindisi) e un banco infoshop. Il 28 un terzo tavolo gestito dai compagni del Gruppo di acquisto solidale Rischio Zero dell'Alto Tirreno ha distribuito prodotti e materiali di controinformazione ambientale. L'affluenza del pubblico non e stata massiccia ma, comunque, cospicua se relazionata alla novità dell'iniziativa per il territorio cosentino . Il ghiaccio è rotto. E poi come il titolo di uno dei film proiettati: "Ormai è fatta!"
Kammellerna OACN

Padova il cpt non s'ha da fare
Sabato 7 giugno, in un afoso pomeriggio, si è svolta a Padova una manifestazione del lavoro migrante a favore dei diritti (cittadinanza, voto, casa, art.18), contro la Legge Bossi-Fini la cui logica burocratica sta, tra l'altro, impedendo a tanti lavoratori immigrati in attesa di regolarizzazione di tornare a visitare le famiglie, ma anche e in modo molto deciso contro il progettato Centro di Permanenza Temporanea in Veneto, la cui dislocazione sembra sempre più probabile nel padovano anche se una simile scelta avrebbe tutto il carattere della provocazione.
Infatti soltanto il comune di Padova (incalzato dalla smanie del dis-onorevole Ascierto di AN) sembra disponibile (assieme a quello, con molti se e molti ma, di Vicenza) ad ospitare una simile struttura sul proprio territorio secondo le direttive del ministero dell'Interno.
Le ultime voci di stampa accreditano come possibile sito un capannone di un solerte imprenditore in zona industriale vicino all'autostrada da adibire a CPT entro l'autunno, dopo che per settimane si era insistentemente parlato di una ex-struttura militare vicino a Bagnoli, nella bassa padovana; trattandosi però di notizie fatte trapelare dagli ambienti di polizia la loro attendibilità è prossima allo zero.
Al corteo organizzato dalla Rete Antirazzista e da altre associazioni degli immigrati, hanno partecipato alcune centinaia di lavoratori stranieri che con i loro interventi sono stati i protagonisti dell'iniziativa, che comunque ha scontato l'adesione solo formale di varie realtà firmatarie, l'assenza di gran parte della sinistra e della "società civile" cittadina impegnata in una kermesse ambientalista sotto il Comune e lo scarso impegno profuso per la riuscita della medesima da parte di Rifondazione Comunista di Padova troppo impegnata ad inseguire il quorum referendario.
L'area anarchica-libertaria pur non avendo aderito al manifesto di convocazione, ha comunque attestato la propria solidarietà con la presenza degli striscioni del Coordinamento dei Senzapatria e del circolo Zapata di Pordenone.
Per sabato 21 giugno sempre a Padova (ore 15- Piazza dei Signori) è invece prevista una manifestazione contro il minacciato sgombero del Cpo Gramigna, gli sfratti, la privatizzazione e la militarizzazione della città.
Alcuni compagni

 

 

 

 

 

 

 

 


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