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Da "Umanità Nova" n. 24 del 29 giugno 2003

Ottusa ferocia
Il decreto antisbarchi



Il governo ha deciso di rinviare l'approvazione dei decreti attuativi, in ben 50 punti, della legge Bossi-Fini, in attesa che il Consiglio europeo di Salonicco vari degli indirizzi legislativi comuni e decida di stanziare i previsti finanziamenti della U.E. per far fronte all'immigrazione clandestina.[1]

Fin dall'inizio le associazioni antirazziste avevano avvertito che la Legge Bossi-Fini avrebbe fatto aumentare l'immigrazione "clandestina" che il governo di centro-destra affermava di voler combattere. Basti un dato: a metà giugno soltanto tre lavoratori immigrati su dieci (32%) che avevano avviato le pratiche per la "regolarizzazione" hanno ottenuto un regolare contratto di soggiorno (dati forniti da "Il Sole-24 Ore" del 16 giugno 03).

Tale pantano burocratico sta inoltre impedendo a migliaia di migranti, in attesa di risposta dalle Prefetture, di tornare per qualche settimana presso le loro famiglie rimaste nei paesi d'origine che sovente non vedono da anni.

Tale fallimentare funzionamento della Bossi-Fini, oltre che da tutte le realtà solidali, comincia ad essere inviso persino da settori imprenditoriali che certo non hanno alcun interesse alla chiusura delle frontiere; infatti secondo l'Unioncamere nel 2003 servono 246 mila immigrati.

Nel 2002 l'ingresso regolare per lavoro era stato di 83 mila persone, di cui 63 mila stagionali e 20 mila per contratti normali; ma di questi nonostante la richiesta di manodopera ne sono stati assunti soltanto 10 mila, a causa dei problemi causati dalla legge.

Quest'anno invece il ministro del Welfare Maroni, per il lavoro stagionale estivo, ha limitato a sole 20 mila il numero dei lavoratori immigrati ammessi.

Il fallimento della legge é però soprattutto confermato dal fatto che da più parti viene ventilata l'ipotesi di una nuova sanatoria per 500 mila "clandestini" e, d'altra parte, se il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, di A.N., arriva ad ammettere che "il problema dell'immigrazione è un fenomeno complesso che deve essere governato e non può essere arrestato " (la Repubblica 6.6.03) significa che il governo é davvero in alto mare.

La facile quanto becera propaganda anti-immigrati può infatti servire in tempo d'elezioni, ma tradotta in politica di governo può produrre soltanto disastri sociali e tragedie umane che hanno tutte le caratteristiche delle stragi di Stato, come l'ennesimo naufragio avvenuto nel mare di Lampedusa che visto sessanta "dispersi" cui è immediatamente seguita l'altra immane strage nei mari della Tunisia.

Di ciò all'interno del centrodestra se ne stanno accorgendo in molti - persino i post-fascisti - ad eccezione di Bossi e della Lega Nord che nel rifiuto dell'immigrato hanno fondato la loro ideologia e la loro sottocultura; da qui le richieste di dimissioni del ministro Pisanu per manifesta incapacità a fermare le "orde" dei migranti e il delirio di Bossi, tra cannonate e abbordaggi, contro le carrette della disperazione.[2]

Ma dietro tali sparate, è evidente il perdurante ricatto della Lega nei confronti del governo che per galleggiare non può fare a meno dei voti padani.

L'approvazione del cosiddetto decreto antisbarchi ne conferma l'ottusa logica repressiva. Alla Marina Militare sarà affidato il pattugliamento delle acque internazionali con funzioni di "monitoraggio" e "inseguimento", alla Guardia di Finanza la sorveglianza dentro i confini delle acque nazionali con incarichi ispettivi e investigativi, a Capitanerie di Porto e Guardia Costiera la vigilanza delle coste e i soccorsi; il tutto sotto il coordinamento di un "superprefetto antisbarchi" che dovrebbe essere Alessandro Pansa.

Niente di sensato all'orizzonte; d'altra parte, per contrastare gli sbarchi il governo ha già stanziato 260 milioni di Euro per l'acquisto di aerei Predator (!) e nuove motovedette più veloci; mentre per il mantenimento dei CPT esistenti (14), la costruzione di quelli nuovi (11), l'assunzione di personale civile e di polizia "per il controllo dell'immigrazione illegale" sono stati invece stanziati 100 milioni nel triennio.

Della serie: li fermeremo sul bagnasciuga.

E sappiamo come andò a finire.

KAS

 

Note

[1] L'ultimo pacchetto prevede 140 milioni di Euro nel biennio 2004-2006 per il sistema di schedatura e per la creazione di una struttura permanente di controllo dei confini che anticiperebbe l'istituzione di un corpo di guardia di frontiera europeo. Inoltre sono stati stanziati 250 milioni di euro per il quadriennio 2004-2008 destinati a finanziari gli accordi internazionali per il rimpatrio degli "indesiderabili" (Corriere della Sera, 19.06.03).

[2] Il diritto del mare stabilisce in modo abbastanza chiaro le modalità d'ingaggio di una nave da parte di un'unità militare in acque internazionali, limitando l'intervento a un'inchiesta di bandiera e al diritto di visita a bordo nei casi in cui vi sia il sospetto che la nave in questione stia effettuando trasmissioni radio o televisive non autorizzate o sia dedita alla pirateria o alla tratta degli schiavi. La convenzione di Palermo del 15 novembre '02 ha equiparato il traffico degli esseri umani alla tratta di schiavi, ma tra gli stati europei solo Francia e Spagna l'hanno firmata. Comunque i codici e le direttive stabilite a livello mondiale stabiliscono che mai deve essere messa a repentaglio la vita di chi si trova a bordo e che in teoria è penalmente tutelata dallo stato di appartenenza (Il Tirreno, 17.06.03).

 


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