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Da "Umanità Nova"
n. 24 del 29 giugno 2003
Inform@zione
Milano: dibattito a su precarietà e flessibilità
Giovedì 19 giugno si è svolto, dalle ore 21,30 in poi, all'Ateneo
Libertario di Milano, un dibattito sulle nuove leggi sulla precarietà
e flessibilità del lavoro, indetto dal collettivo "Organizzazione
Spazi Liberati". La partecipazione interessata da parte dei compagni è
stata abbastanza soddisfacente.
La discussione è stata introdotta da compagni avvocati (Barbara
Legnani e Sergio Onesti) e compagni espressione del sindacalismo di base
ed alternativo (Cosimo Scarinzi - CUB, Gino Tedeschi - Conf. Cobas, Pino
Petita - USI).
La premessa da fare è che l'attuazione del "libro bianco" sul lavoro
da parte del governo di centro-destra non è altro che la proiezione
del "pacchetto Treu" già attuato dal centro-sinistra, sviluppando
le principali forme del lavoro atipico (interinale, co.co.co., contratti
a termine, ecc.), con la complicità delle confederazioni del sindacalismo
di Stato (Cgil-Cisl-Uil), inserendoli negli accordi contrattuali.
Sono state messe in evidenza le pericolose norme e deleghe attuative da
parte dell'attuale governo, in materia di rapporti di lavoro, delle quale
ne evidenziamo alcuni aspetti.
- Lavori a chiamata: il lavoratore resta a disposizione dell'azienda per
una occupazione intermittente, percependo per questa disponibilità
un'indennità, che automaticamente viene a cadere in caso di rifiuto
alla chiamata aziendale.
- Collaboratori coordinati e continuativi: lavoratori in proprio, con
contratti definiti a "progetto", in cui si determinano durata e condizioni
di lavoro, sottoscritti fra datori di lavoro e lavoratore.
- Certificazione di contratto: sostituisce il contratto collettivo di
lavoro e viene sottoscritto e certificato tra "associazioni padronali"
e "prestatori di lavoro". La certificazione del contratto lo rende non
impugnabile per il ricorso in giudizio legale.
- Controverse individuali sul lavoro: per risolvere tali controversie
si prevede una "sede conciliativa" ispirata a criteri di "equità
e di efficienza" in un arbitrato composto da un rappresentante della Confindustria,
di un rappresentante del lavoratore e di un arbitro istituzionale che
determinerà "l'accordo" tra le parti.
- Prestazioni ripartite: due o più lavoratori hanno l'obbligo di
garantire la prestazione di un'unità produttiva ripartita fra loro
(questa forma di lavoro ripartito fa due lavoratori era già in
vigore: es. uno fa 4 ore al mattino e l'altro 4 ore al pomeriggio).
Il dibattito sviluppatosi esprime due diverse tendenze.
Una che delinea uno scenario di progressiva precarizzazione e degrado
del rapporto di lavoro in cui la possibilità di difesa organizzata
della forza lavoro viene ad essere annullata e la funzione propria sindacale
viene meno, sopravvivendo solo in termini burocratici, di largizione di
servizi e di sudditanza istituzionale.
L'altra tendenza espressa sostiene, invece, che, malgrado tutto, l'esigenza
produttiva spesso ha necessità a mantenere un corpo aziendale consistente.
L'eccesso di "liberalizzazione precaria" può ritorcersi in un danno
alle convenienze della gestione padronale.
Va anche tenuto conto che ci sono settori precari che esprimono importanti
segnali di risposta e di lotta (dai lavoratori precari della Omnitel-Vodafone,
ai lavoratori della Angelo Costa di Roma, alle lotte negli appalti delle
ferrovie fino a quelle messe in atto dalle lavoratrici delle pulizie degli
hotel di Arcade a Parigi).
In oltre, c'è da considerare sempre l'incognita della capacità
di reagire da parte degli sfruttati nelle situazioni più difficili.
Non sarebbe la prima volta nella storia si verifica che, proprio quando
gli analisti della lotta di classe meno se l'aspettano, all'improvviso,
per cause apparentemente sconosciute, scoppia la rivolta.
Comunque, unanime è stata espressa la volontà di opporsi
all'azione legislativa che il governo sta mettendo in campo per un'ulteriore
precarizzazione del lavoro.
Sono emerse alcune proposte nella conclusione della serata:
- Quella della costituzione di un coordinamento del sindacalismo di base
per meglio concordare un'opposizione all'attuazione dei decreti legislativi
che incentivano la precarizzazione.
- La preparazione di un convegno delle situazioni precarie in cui gli
stessi protagonisti di esperienze e di lotte del settore si confrontino,
provando a tracciare percorsi comuni.
- Porsi l'obbiettivo della costituzione di una "cassa di resistenza" per
sostenere quelle lotte estremamente precarie e deboli.
Enrico
Torino: indietro Savoia!
Piazza Savoia a Torino si è riempita di scritte inneggianti a Bresci,
l'anarchico che il 29 luglio del 1900 uccise a colpi di pistola Umberto
I, il Savoia delle cannonate contro il popolo milanese. Ma non solo: in
buona parte delle vie del centro cittadino hanno fatto la loro comparsa
"Indietro Savoia!", "I savoiardi ci piacciono solo a colazione" e varie
altre scritte tracciate da "anonimi" writers anarchici per salutare in
modo degno la visita dei rampolli di casa Savoia alla "loro" antica capitale.
I due "privati cittadini" sono stati accolti dai presidenti di regione
e provincia e dal sindaco di Torino: polisti ed ulivisti uniti nell'omaggio
ai degni discendenti di una dinastia di sanguinari, oppressori, guerrafondai,
che tanto per non smentirsi nell'"esilio" si sono distinti in un lodevole
mestiere quale l'intermediazione per il commercio d'armi. Per non parlare
della volta che il "principe" ha fatto il tiro al piccione uccidendo un
giovane velista tedesco, colpevole di essere a tiro della sua arma. Insomma
il piduista Vittorio si è reso ben degno del nome che porta e gli
odierni padroni del vapore si sono affrettati a rendergli omaggio. Ben
diversamente ha reagito il popolo di Torino: la folla che attendeva i
due Savoia all'arrivo in uno dei più lussuosi alberghi cittadini
era composta da ben venti (20) persone! La digos attenta alla tranquillità
dei reali fannulloni di rango si è affrettata ad intervenire quando
a Venaria un paio di cittadini hanno deciso di accogliere i due in visita
alla reggia con uno striscione inneggiante a Gaetano Bresci. All'Università
gli anarchici della FAI hanno dato vita ad un banchetto di controinformazione
con volantinaggio seguito con attenzione da un folto gruppetto di digos.
La sera di venerdì 20 giugno nella sede della FAI alla cena antimonarchica
si sono riuniti una quarantina di compagni per ricordare bevendo e mangiando
l'anarchico che salutò un Savoia a colpi di pistola.
Eufelia
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