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Da "Umanità Nova" n. 25 del 6 luglio 2003

Il mestiere delle armi
Esercito professionale e propaganda di guerra



''...Dove sono andate le 6500 bombe chimiche, le 100.000 tonnellate di agenti chimici, gli 8500 litri di antrace, i 146 missili a lungo raggio?..."
Silvio Berlusconi

"...Abbiamo messo l'accento sulle armi di distruzione di massa per motivi burocratici... Ma in realtà non è mai stata questa la motivazione principale della guerra"
Paul Wolfowitz

Le citazioni iniziali mi paiono una buona premessa per capire l'utilità della Difesa italica rispetto al suo riammodernamento e la sua funzione tanto oggi quanto nel prossimo futuro.

Se è vero, infatti, che il buon viatico della professionalizzazione assicurerà maggiore "efficienza" all'apparato militare nostrano, di sicuro chi gestirà tutto questo nuovo efficientismo saranno altri.

La subalternità dell'Italia, così come altri paesi europei, all'egemonia statunitense nel Globo è così chiarita con la "tornata Iraq", tanto più in un modo così beffardo che solo un primo ministro come quello italiano può essere usato dal buon ventriloquo Bush per fargli dire le bugie prima e per sbugiardarlo appena dopo.

Non occupandomi però d'avanspettacolo m'interessa approfondire invece alcuni passaggi che ritengo interessanti, come lo stato attuale della transizione dal vecchio al nuovo modello di difesa e le forme di propaganda militarista improntate all'arruolamento (ferme brevi e prolungate).

Il nuovo Modello di Difesa italiano è definitivamente avviato grazie ai due fondamentali provvedimenti legislativi [1] che fungono da base per la realizzazione del Modello stesso e sono:

- la riforma ordinativa del vertice militare

- la revisione del servizio militare per l'incentivazione e l'ampliamento del volontariato.

Tramite il primo provvedimento vengono conferiti i massimi privilegi decisionali al Capo di Stato Maggiore della Difesa, che viene ora solo dopo al Ministro della difesa. In sostanza avviene un avvicinamento tra politica e militare sul modello statunitense, infatti, una volta deciso in ambito di governo la palla, dal punto di vista dell'operatività totale, passa immediatamente al Capo di Stato Maggiore. Appena dopo, e a lui subordinato per le questioni tecnico-operative, la riforma prevede il Segretario Generale della Difesa, unico interlocutore per problemi di natura giuridico-amministrativa.

Una gerarchia più snella, dove il vertice militare accentra in modo pressoché assoluto decisioni che riguarderanno repressione, assassinio e massacri tricolore.

Il secondo provvedimento si occupa di aggiornare le carriere degli Ufficiali e più in generale dei vari sottoposti regolando il nuovo servizio volontario a ferma breve e prolungata e introducendo il servizio militare femminile.

Se è inutile ribadire che quest'ultima transizione porterà all'esaurimento della vecchia Leva obbligatoria e tenterà il consolidamento di un bacino di giovani da "formare", è invece importante soffermarsi sull'obiettivo a lungo termine che si pone di sorpassare l'arruolamento quasi esclusivamente per fini occupazionali, per affinare una "selezione" con "...un'azione costante e continua, dalla quale non è escluso il ruolo della scuola e della stessa società nazionale"[2] per intruppare i soldati del futuro.

Per quanto riguarda la propaganda dell'Esercito Italiano oltre alla creazione ad hoc dell'Ispettorato per il Reclutamento e le Forze di Completamento che nasce per adeguare le strutture locali della Forza Armata alla nuova realtà della prossima sospensione del servizio di leva, è da notare come già da un paio d'anni siano nate delle apposite Agenzie Promozione Reclutamenti e Pubblica Informazione [3] che si occupano di organizzare eventi e attività, appunto, pubblicitaria per le Forze armate.

In particolare sono stati avviati i cosiddetti RAP CAMP (Reclutamento e Attività Promozionale) già dal 1997, che hanno però avuto la loro massima intensità tra il 2001 e il 2002. Con l'intento di promuovere le "opportunità professionali che oggi l'Esercito mette a disposizione dei giovani", in accordo con diverse amministrazioni locali, si sono svolte d'estate vere e proprie occupazioni di territori adibiti a campi di guerra.

Qui vengono esposti veicoli da combattimento, mezzi speciali, veicoli storici e manichini con le uniformi storiche e in uso, oltre a tabelloni con le Missioni Oltremare condotte dall'Esercito, ma soprattutto attraverso una divisione bambini e ragazzi i nostri assassini in divisa approntano vere gare militari all'insegna di "emozioni incredibili e avventure mozzafiato"[4].

Con l'approssimarsi dell'opposizione alla guerra permanente e preventiva qualcosa è cambiato. Ad oggi, infatti, non esiste un programma ufficiale dei RAP CAMP 2003, anche se già in forme diverse stanno avvenendo in più parti del paese manifestazioni similari.

È molto probabile che visti gli esiti delle manifestazioni contro la guerra e la messa in campo di una radicalità anche nelle azioni del variegato movimento pacifista e antimilitarista i vertici militari abbiano pensato di non puntare su di un evento troppo sensibile e poco "sentito", o almeno non in modo definito e definitivo.

Ad esempio alcune amministrazioni pare abbiano messo le mani avanti, come l'amministrazione comunale di Savona che ha ritirato la propria disponibilità ad ospitare il Rap camp 2003 a causa degli eventi bellici in corso in Iraq. Al contrario il comune di Bologna ha deciso di deliberare l'iniziativa Rap camp 2003 proposta dal Comando Militare Regionale Emilia Romagna e a Salò (provincia di Brescia) risulta inserita negli Eventi turistici e calendarizzata al 13 luglio 2003 come Propaganda per il reclutamento per l'Accademia Sottoufficiali e volontari di truppa.

Così come a Rimini nei giorni 30, 31 gennaio e 1 febbraio 2003 s'è svolto presso il Pala-Congressi un Seminario dal titolo "La professione delle Armi: identità e fattori fondamentali dell'operatività" organizzato dal Comando Forze Operative Terrestri dell'Esercito Italiano.

Quest'evento aveva lo scopo preciso d'integrare all'interno dell'iniziativa direttamente "la scuola", visto che la seconda fase s'è svolta all'interno degli Istituti scolastici che "hanno aderito all'iniziativa", dove il "rilascio d'eventuali crediti formativi agli studenti" è stato oggetto d'approfondimento e verifica con ciascuna delle Scuole/Istituti.

In quest'ottica bisognerà attrezzarsi sempre più sia controinformando, sia mettendo in opera momenti incisivi di boicottaggio alla macchina bellica, come significativo momento di lotta antimilitarista e libertaria.

Stefano Raspa

Note

[1] in particolare Decreto 20 gennaio 1998, attuazione del decreto legislativo 28 novembre 1997, n. 459, sulla riorganizzazione dell'area tecnico-industriale del Ministero della difesa e Legge 18 febbraio 1997, n. 25 Attribuzioni del Ministero della difesa, ristrutturazione dei vertici delle Forze armate e dell'Amministrazione della difesa.

[2] http://www.esercito.difesa.it/root/organizzazione/evoluzio_riforma.asp

[3] qui trovate le principali: http://www.esercito.difesa.it/root/vario/RFC.asp

[4] come una giocata alla playstation: Combat dressing (vestizione a tempo dell'equipaggiamento individuale), Laser shooting (tiro al bersaglio con simulatore laser), Action cross (un breve percorso attrezzato) ecc.

 


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