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Da "Umanità Nova" n. 25 del 6 luglio 2003

Inform@zione



Trapani: occupato nuovo CPT
Sabato 28 giugno 2003 si è tenuta a Trapani una manifestazione contro il centro di permanenza temporanea "Serraino Vulpitta" e di protesta nei confronti della violenta repressione che nelle ultime settimane ha colpito gli immigrati in esso detenuti, alcuni dei quali rei di aver tentato la fuga. Alla manifestazione, organizzata dal locale coordinamento per la pace, hanno partecipato poco più di una trentina di compagni di Trapani, Palermo e Catania. Una decina di loro, tra cui alcuni anarchici della F.A.S., si sono improvvisamente spostati nella periferia cittadina, presso il nuovo centro per gli immigrati di Salina Grande. Sorprendendo la sorveglianza della polizia, e gli operai del cantiere ancora al lavoro, i compagni hanno occupato lo stabile esponendo sul tetto un grande striscione. Atteso l'arrivo dei giornalisti, dopo circa un'ora l'azione si concludeva con l'identificazione dei partecipanti. Prima di abbandonare l'edificio i compagni subivano minacce, di evidente stampo mafioso, da parte del capocantiere e di alcuni suoi amici. Al "Vulpitta", intanto, una delegazione di altri quattro compagni, tra cui l'avvocato Fulvio Vassallo, visitava il centro, constatando il clima di viva tensione che vi regna. Risultano al momento detenuti al "Serraino Vulpitta" 60 immigrati, di cui alcuni mostrano segni evidenti di percosse ed uno di essi presenta una frattura a un braccio per essere stato spinto sull'inferriata dai carcerieri. Il centro di Salina Grande affiancherà il "Serraino Vulpitta" da lunedì 30 giugno e potrà contenere oltre 400 persone. Una parte sarà destinata a C.P.T. e l'altra a centro per l'identificazione degli immigrati. Allo stato attuale esso si presenta di difficile controllo, per cui dovrà essere presidiato da ingenti forze di polizia. L'intera zona, di grande bellezza, verrà perciò deturpata da tale ingombrante presenza.
N.M.

Marghera: lavoro e caldo da morire
Giovedì 26 giugno si è verificato l'ennesimo incidente sul lavoro alla Fincantieri di Marghera, purtroppo stavolta con l'aggravante di essere risultato mortale. La vittima Ciro Pezzella, un operaio quarantanovenne dipendente della Costruzioni Montaggi Industriali (una delle numerose ditte in subappalto) stava lavorando a bordo della costruzione 6076 (nave Oosterdam) quando alle ore 13, secondo la versione ufficiale, é stato stroncato da un infarto, mentre secondo un'altra versione ben più tragica circolante per le officine l'operaio sarebbe caduto da un'impalcatura malferma recidendosi la gola con la mola, il suo strumento di lavoro.
Comunque sia, le condizioni di lavoro all'interno della nave sono quasi impossibili a causa del grande caldo di questi giorni e dell'abbigliamento di lavoro estremamente pesante, inoltre bisogna ricordare che la nave non è dotata di sistemi di areazione e ventilazione, nonostante la promessa dell'azienda di 500 ventilatori, di cui a bordo se ne sono visti solo 6.
La cosa oltre alle formalità legali si sarebbe poi risolta proclamando un misero minuto di silenzio durante la pausa pranzo, affondando nell'indifferenza generale, se verso le 13,30 i dipendenti delle ditte in subappalto in maniera del tutto autonoma e spontanea non avessero evacuato la nave e dirigendosi, muniti anche di bastoni, verso le varie officine non avessero reclamato il suono della sirena e la fine dei lavori.
Purtroppo la RSU invece di supportare la protesta l'ha soffocata sul nascere affermando di non poter proclamare lo sciopero in quanto la morte dell'operaio sarebbe stata naturale, e non il risultato di un infortunio sul lavoro, dichiarando poi che "solo il sindacato può proclamare lo sciopero" e che i lavoratori non possono muoversi in maniera autonoma, dimostrando ancora una volta di non riuscire a muoversi se non all'interno dei paletti legalitari riformisti e temendo l'organizzazione autogestionaria e di base.
Il tutto si è poi risolto con un'assemblea indetta dal sindacato, e con l'impegno a tutelare quei lavoratori, ben pochi a dir la verità, che per solidarietà avessero voluto abbandonare il posto di lavoro.
A poco più di un anno di distanza dal grave incidente che ha visto vittima Vincenzo Castellaro (lo scorso maggio '02, dopo un turno di 12 ore cadde da una condotta di aerazione facendo un volo di 30 m. ed oggi purtroppo è paralizzato) le cose nell'azienda che si definisce "leader nel settore della cantieristica navale" non cambiano: lavoratori senza diritti né tutele, flessibilità, precarietà, orari inumani, sicurezza zero!
El Mato

Pisa Area Libertaria in festa
Con l'arrivo del bel tempo a Pisa è molto facile vedere le piazze del centro storico invase da osceni megapalchi destinati a sfilate di moda o il sequestro di ampi spazi urbani che vengono destinati a mostre-mercato di automobili. Meno facile è incontrare iniziative che escano da questa logica tristemente mercantile; la difficoltà sta anche nel fatto che la solita burocrazia pubblica tenta l'impossibile per evitare che in piazza ci siano iniziative non omologate.
Ma, nonostante tutto, venerdì 27 giugno, si è regolarmente tenuta la "festa" organizzata dal "Coordinamento Anarchici e Libertari" che ha visto, a partire dalle sei del pomeriggio e fino a tardi la partecipazione di centinaia di persone. Nel pomeriggio Blicero e Nerio hanno parlato della loro esperienza di viaggio, di conoscenza e di lotta in Argentina descrivendo in modo interessante e preciso una realtà tanto lontana eppure tanto vicina. L'incontro, durato oltre due ore, è stato seguito con interesse da diverse decine di persone.
La festa è poi proseguita con musica per tutti i gusti e le persone che sono passate in un flusso continuo hanno trovato mostre (su vari argomenti) e banchetti che diffondevano stampa in una atmosfera decisamente rilassata e piacevole. L'iniziativa è servita anche a propagandare la neonata "Cassa di resistenza", creata da realtà politiche locali e del sindacalismo di base, allo scopo di sostenere le lotte dei lavoratori colpiti da licenziamenti.
Caotico Info (Pisa)

 

 

 


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