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Da "Umanità Nova" n. 25 del 6 luglio 2003

Letture: "Mine antiuomo"



Alberto Demagistris, MINE ANTIUOMO (prefazione di Gino Strada e introduzione di Antonio A. Martino). BFS edizioni, Pisa 2003, pagg. 144 con foto e tabelle, Euro 13.

La guerra combattuta dagli Stati è da sempre sinonimo non di eroismo ma di vigliaccheria, sterminando inermi civili di ogni età e sesso; ma nella nostra epoca l'aspetto più emblematico di questa guerra vigliacca è senz'altro quello rappresentato dalle mine antiuomo.

Questi ordigni micidiali e subdoli, scrive Alberto Demagistris, "sono un'invenzione di vecchia data. In principio avevano la funzione di difesa delle installazioni militari, di impedimento all'accesso alle mine anticarro e di sentinella a tempo pieno di fronte alle trincee per impedire un'avanzata silenziosa del nemico. Ma col passare degli anni e con i cambiamenti apportati alla strategia militare, lo stesso strumento è stato impiegato in maniera molto diversa, fino a diventare arma di distruzione di massa al 'rallentatore' e 'a basso costo', molto produttiva in guerre che si protraggono per parecchi anni in zone povere del pianeta."

Come ben sanno i medici di Emergency impegnati da anni in Kurdistan, Afghanistan, Cambogia e Sierra Leone, ogni anno ci sono dalle 15 alle 20 mila persone che rimangono vittime di mine.

Mine progettate, fabbricate e vendute sia da nazioni con regimi autoritari che governi democratici; la stessa Italia sino a pochi anni fa figurava al terzo posto per tale produzione, tanto che ancora oggi si continua a morire sulle Valmara italiane e chissà per quanto tempo ancora il made in Italy seminerà lutti e mutilazioni.

Complessivamente, è stato calcolato, ci sono circa 110.000.000 mine interrate, disseminate in 90 paesi, in attesa di esplodere; mentre altre 220-250 milioni sono stoccate negli arsenali mondiali.

I paesi produttori sono attualmente 14, ma sono 49 gli Stati estranei al processo per l'abolizione delle mine avviato col Trattato di Ottawa ('99), tra i quali gli Usa, le due Cine, la Russia, l'India, il Pakistan, le due Coree, l'Iran, l'Iraq, la Libia, Cuba, la Finlandia... mentre altri 14 pur avendolo sottoscritto non l'hanno ancora ratificato.

In molte aree in cui divampa la guerriglia, le mine antiuomo sono utilizzate sia dai regimi al potere che dai movimenti di liberazione nazionale e, chiunque sarà il vincitore, queste continueranno a mietere vittime per cinquantanni anche in tempo di pace.

Si tratta di una realtà taciuta e rimossa, in quanto demolisce l'idea della guerra moderna, pulita e intelligente, che viene spacciata dagli organi di informazione; per questo l'uscita di un libro che la denuncia e la documenta in modo puntuale non può essere che accolta con favore da ogni antimilitarista.

emmerre

 

 

 


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