Da "Umanità Nova"
n. 26 del 13 luglio 2003
La forza della solidarietà
Francia:
la lotta riuscita delle lavoratrici di Arcade
Anche una lotta condotta da un gruppo ristretto di lavoratori, in condizioni
di estrema debolezza e precarietà, sottoposti a pesanti ricatti
padronali, può raggiungere l'obbiettivo di un accordo sostanzialmente
vincente.
Questo è l'insegnamento fondamentale che ci viene dallo sciopero
intrapreso nel marzo 2002, a Parigi, da 37 lavoratrici delle imprese di
ARCADE che con circa 800 salariati si occupa delle pulizie della maggior
parte degli hotel del gruppo Accor in Francia. Il gruppo conta nel mondo
circa 3700 hotel con marchi diversi.
Su questa vicenda, che a suo tempo era stata seguita da U.N., vogliamo
cogliere degli spunti di riflessione, anche se si è conclusa già
dai primi giorni di marzo, dal momento che non se n'è molto parlato
in giro, per meglio capire le motivazioni che l'hanno resa sostanzialmente
vincente. Soprattutto vanno indicati due fattori fondamentali: la determinazione
delle lavoratrici nella lotta e la solidarietà organizzata con
cui questa è stata appoggiata.
ARCADE recluta la manodopera fra donne provenienti dal terzo mondo,
che sanno appena leggere e scrivere, a volte senza documenti, e quindi
particolarmente vulnerabili di fronte agli sfruttatori che le assumono,
non facendosi scrupolo di spremerle come limoni. Le dipendenti vengono
assunte con dei contratti a tempo parziale (5 ore al giorno, compreso
il cambio degli abiti e la preparazione dei carrelli) e devono rispettare
la cadenza di 3,2-4 camere all'ora, a secondo del livello dell'hotel.
Le camere vengono contate secondo questa cadenza e, a fine mese, se hanno
rispettato il ritmo ricevano la loro paga; se hanno lavorato delle ore
in più queste non vengono pagate e se il numero di camere è
inferiore a quello previsto, le ore fatte vengono contate come assenze.
Di fronte a questa situazione insopportabile alcuni dipendenti reagiscono
ed il 7 marzo dello scorso anno, come abbiamo già ricordato, 37
persone, che lavorano su alcuni hotel dell'area parigina, iniziano a scioperare
con il sostegno della SUD ( sindacato di base francese).
La lotta non si allarga. Solo 26 lavoratrici riescono a continuare lo
sciopero per tutta la durata (un anno).
Sicuramente la mancata estensione dello sciopero è causata dalla
paura e dal clima di ricatto che regna nel settore, ma anche dal cordone
sanitario organizzato dalla CGT delle pulizie, che ha attivamente "scoraggiato"
l'estensione della lotta.
Ma se il nucleo delle lavoratrici che hanno intrapreso la lotta ha potuto
resistere, tra alti e bassi, così a lungo fino alla conclusione
sostanzialmente positiva della vertenza è grazie alla solidarietà
attiva che ha avuto.
Verso la metà di maggio si è costituita una piccola intersindacale
SUD-CNT-Collettivi di opposizione CGT in appoggio e verso la fine di maggio
prende l'iniziativa di sostegno alla lotta il "Collettivo di Solidarietà,
composto da compagni delle più diverse appartenenze, sindacalizzati
o meno, anche critici nei confronti del sindacalismo. L'unico comune denominatore
la volontà di lotta e di solidarietà legato al piacere d'incontrarsi,
di conoscersi, di aiutarsi, di comprendere, d'imparare.
Quando le forme d lotta intraprese dalle lavoratrici, come il blocco
degli hotel, hanno dovuto essere abbandonate per l'azione repressiva da
parte del gruppo Accor, che ha denunciato i salariati che le facevano,
la funzione del Comitato di sostegno è divenuta indispensabile
per fare quelle azioni che erano impossibili ai dipendenti.
Importante è stata la solidarietà economica. Per molti
mesi è stato soprattutto il sindacato SUD che ha garantito l'integrazione
salariale al personale in sciopero, ma poi il "Collettivo di Solidarietà"
ha continuato in questo sostegno, con collette fatte al momento delle
azioni agli hotel, ai pedaggi autostradali, feste di solidarietà,
collette in altri posti di lavoro.
Un'altra azione importante condotta dal Comitato è stata quella
di controinformare anche sui media con un'operazione di attacco all'immagine
del gruppo Accor anche con azioni bisettimanali condotte nei vari hotel,
con un allargamento anche a livello internazionale. Anche in hotel del
gruppo in Italia è stata condotta questa azione di controinformazione
e di disturbo, come a Firenze ed a Milano.
Il coord. intersindacale ha organizzato delle manifestazioni a sostegno,
come quella del 3 luglio con arrivo alla sede Arcade, quella del 22 luglio
con arrivo al tribunale dei Probiviri e con la partecipazione ad altre
iniziative.
All'inizio di dicembre si percepisce che la situazione sta cambiando.
Sicuramente questa è la conseguenza di un'intensificazione contro
gli hotel, l'intervento a "manifestazioni professionali" come il salone
della Ristorazione e all'incontro tra il Direttore Finanziario di Accor
e i piccoli azionisti al Salon Actionaria.
Si stanno concretizzando anche le iniziative di solidarietà a
livello internazionale ed i contatti con i media iniziano a dare i loro
frutti.
Il 4 dicembre viene firmato un "protocollo" di accordo sulle modalità
di ricorso al sub-appalto tra la direzione di Accor e le organizzazioni
sindacali del gruppo, chiara conseguenza della lotta ancora in corso e
le iniziative politiche-sindacali messe in campo. Dopo un incontro tra
il "Collettivo di Solidarietà", su esplicita richiesta delle lavoratrici
in lotta, e la Direzione Accor, in cui si ribadisce la tenuta della lotta
e l'allargamento del suo sostegno anche con iniziative di disturbo a livello
internazionale, si ottiene che Accor esercita una pressione sull'appalto
Arcade.
Arcade riapre la trattativa, ma già il 15 gennaio di quest'anno
concede una riduzione significativa dei carichi di lavoro, che era uno
degli obbiettivi principali della lotta. Dopo altre iniziative, pressioni
e mobilitazioni varie si arriva ai primi di marzo alla conclusione con
la firma dell'accordo di cui evidenziamo i punti principali.
* I carichi di lavoro - punto centrale del conflitto - riguardanti i
tempi di pulizia delle camere, differenziati a secondo dei tipi di categoria
degli hotel, vengono migliorati, i corridoi esclusi dai carichi di lavoro,
con la comparazione delle condizioni di lavoro del sub-appalto a quelli
dei diritti dei dipendenti del "gruppo" e soprattutto il pagamento di
"tutte" le ore effettivamente lavorate.
* Si introduce l'impegno alla formazione professionale, a dotare i lavoratori
di abiti di lavoro, a mettere a disposizione locali per pasti, dotati
di forni a micro onde e frigoriferi.
* Tutti i contratti di lavoro sono portati a 130 ore mensili.
* La riassunzione delle 8 lavoratrici licenziate per motivi connessi
allo sciopero. Le pendenze giudiziarie e le richieste di penale sono state
annullate. Tutte le sanzioni sono state cancellate.
* È stato accordato un premio annuo, accordato anche ai non partecipanti
allo sciopero, per tutti i siti interessati allo sciopero.
* Un'indennità di compensazione per i giorni di sciopero è
stata versata alla totalità delle scioperanti, equivalente a circa
il 35% degli stipendi su dodici mesi. Le scioperanti hanno deciso di ripartirla
in modo egualitario tra loro.
Significativo è il fatto che Arcade ha preteso una clausola che
impone la "segretezza" dell'accordo stesso. Evidentemente Arcade teme
che la diffusione dei risultati ottenuti possa essere di sprone agli altri
lavoratori a seguirne l'esempio.
Anche se non si è ottenuto tutto quanto prefisso, come sulla
questione cruciale dei carichi di lavoro e quella sui tempi parziali imposti,
sostanziali sono i passi in avanti fatti ed il cedimento padronale su
tutti i punti.
Un risultato che dovrà essere difeso dal rapporto quotidiano
da parte dei lavoratori.
Enrico Moroni
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