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Da "Umanità Nova"
n. 27 del 7 settembre 2003 L'omofobia di Ratzinger
Discriminare in nome della giustizia
"Il supremo guardiano della retta dottrina della Chiesa, il grande inquisitore
che processa e giudica chi la mette in pericolo." La definizione di Sandro
Magister, da L'Espresso, calza a pennello sulla persona di cui stiamo parlando:
il Cardinale Joseph Ratzinger, a suo tempo militare nell'antiaerea tedesca
durante la seconda guerra mondiale, oggi prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede, dicesi nuova inquisizione della piovra vaticana.
È di un mese fa la presentazione di un nuovo documento, ratificato dal
Papa, che manifesta l'aperta opposizione della Chiesa nei confronti del
riconoscimento legale delle unioni fra omosessuali, denunciando ancora una
volta la sua linea politica autoritaria, sessista, conservatrice. D'altra
parte, le divagazioni filosofiche del suddetto sono chiare: il principio di
discriminazione fra le persone "non si oppone alla giustizia, ma, al contrario,
è da essa richiesto." Il testo, intitolato "Considerazioni circa i
progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali", parte
dall'assunto che esiste un ordine naturale del mondo, voluto da Dio e rivelato
nelle Scritture, e riallacciandosi al pensiero di Tommaso D'Aquino, sostiene
che stia in esso il discrimine fra una legge civile giusta e una ingiusta.
L'Auctoritas ecclesiastica ribadisce dunque la subordinazione della legge
positiva alla legge morale, e alla faccia della sbandierata laicità
dello stato, non intende negare i suoi propositi di ingerenza nella vita
politica, proponendosi il "fine di illuminare l'attività degli uomini
politici cattolici."
Dietro ipocrite manifestazioni di tolleranza che vorrebbero gli omosessuali
"accolti con rispetto, compassione e delicatezza", gli insulti alla
dignità di chi rivendica solamente di vivere la propria
sessualità in modo libero sono gratuiti: gli atti di
omosessualità sono un "fenomeno morale e sociale inquietante",
"intrinsecamente disordinati", "gravi depravazioni." Una eventuale approvazione
del fenomeno sarebbe un pericolo per la moralità dei giovani, un atto di
violenza verso i minori in caso di adozione, un attacco al sacramento del
matrimonio ed alle basi della vita civile, un'azione contro la società.
Un'istituzione quale Santa Romana Chiesa, che da sempre mascherandosi dietro
l'autorità divina e l'amore del prossimo ha esteso i suoi tentacoli su
tutto il globo, attraverso il colonialismo missionario e l'inquisizione
interna, attraverso la speculazione borsista e l'impresa capitalistica,
attraverso il ricatto politico e morale, conosce bene le regole del dominio
sull'uomo: la legge addomestica il gregge, ed è bene che lo addomestichi
nel modo ad essa più conveniente. Negare l'istituzione della famiglia e
la complementarità dei sessi porterebbe al disordine, alla mancanza di
controllo e coesione sociale che sole permettono un dominio efficace sulla
società. La moralità pubblica e la giurisdizione statale devono
andare nella stessa direzione. L'omosessualità stride inoltre con la
politica demografica da sempre cavallo di battaglia dell'integralismo
cattolico: castità e fecondità. Peccato che in materia di
sessualità il clero non sia granché esperto, dato appunto il suo
voto di castità, né coerente, dati i ripetuti scandali sulla
pedofilia, né tanto meno in buona fede.. Ironia della sorte ha fatto
sì, infatti, che proprio in coincidenza con tali ultime dichiarazioni
venisse scoperto un documento segretissimo del 1962, che minacciava
l'estromissione a tutti i vescovi che non seguissero l'ordine categorico di
nascondere ogni caso di abuso sessuale da parte del clero. Il documento ha
suscitato grande scandalo e, a quanto pare, lo stesso Ratzinger nel 2001 ci si
riferiva come codice di condotta (fonte: The Observer). Ogni commento è
superfluo.
Come anarchici, e a maggior ragione nel suolo italiano, non dobbiamo
dimenticare il peso che esercita sulla vita politica lo Stato Vaticano,
un'istituzione reazionaria, imperialista, gerarchica e pericolosa per le sue
ramificazioni in tutto il mondo. L'eco alle dichiarazioni di Ratzinger è
giunto subito, solo per citare un esempio, dall'Uruguay, dove l'arcivescovo
Nicolas Cotugno ha definito l'omosessualità una malattia contagiosa, ha
raccomandato di mettere in isolamento gli infetti e paragonato il rapporto
omosessuale a quello di un uomo con un animale…
Albatros
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