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Da "Umanità Nova" n. 27 del 7 settembre 2003

Inform@zione


Correggio: festa della solidarietà internazionale

Dare vita ad un momento di aggregazione e riflessione fondato sulla solidarietà, valore fondamentale ed imprescindibile per costruire una nuova socialità e portare avanti le lotte. Con queste intenzioni è nata la Festa della Solidarietà Internazionale, organizzata con successo dalla Cassa di Solidarietà Libertaria Reggiana e dall'Area Libertaria di Reggio Emilia e provincia, nelle giornate di sabato 5 e domenica 6 Luglio a Correggio, all'interno del Parco Urbano.

L'evento è stato aperto dalla presentazione del Progetto Flores Magon da parte dei compagni dell'Unione Sindacale Italiana - Sanità di Milano. Il Progetto è operativo già da alcuni anni in Chiapas, dove grazie ai rapporti stretti con comunità locali che fanno dell'assemblearismo il perno della propria società, è stato possibile costruire una microclinica ed un orto collettivo e riparare una rete di tubature, mentre nuovi ed importanti interventi vengono già prospettati per il futuro. Il lavoro dei militanti e degli abitanti si scontra con le mille difficoltà rappresentate dall'opposizione repressiva e burocratica del potere statuale e dalle tragiche condizioni sanitarie e di malnutrizione. Le parole di questi compagni, la passione e la dedizione dimostrate, la convinzione che è possibile fare veramente qualcosa per i più poveri del mondo, ma con una modalità nuova, diversa, peculiare e radicale, latrice di un'idea "altra" di libertà e solidarietà, hanno inaugurato in modo perfetto la Festa, rinforzando nei presenti la consapevolezza del senso del proprio agire su basi libertarie e solidaristiche.

Alla sera, prima di aprire le danze con la musica, si è cenato con una grigliata argentina, il cui ricavato è stato donato all'Orfanotrofio multietnico di Banja Koviliaka.

Proprio con l'arrivo delle bambine e dei bambini dell'Orfanotrofio serbo è iniziata la seconda giornata. Ad attenderli, oltre alle tante persone, un campo giochi "autogestito" ed un punto di raccolta di vestiti, giocattoli e materiale scolastico. Fin da subito si è instaurato un clima di gran festa che ha finito per coinvolgere i passanti incuriositi. Tanta la soddisfazione dei compagni nel vedere il grande interesse catalizzato e nel vivere in prima persona una situazione di umanità rinnovata, vera e profonda. Al calare della sera uno spettacolo pirotecnico ha allietato gli ospiti ormai in partenza e gli avventori del parco. Un'improvvisazione musicale a base di canti militanti e popolari ha concluso nel modo più conviviale e gioviale possibile la Festa.

A far da cornice al tutto, una mostra con immagini provenienti dai vari luoghi in cui si è lavorato e collaborato (Chiapas, Chernobyl e Banja Koviliaka) e banchetti con materiale informativo a cura della Cassa, della F.A.Re. e dell'Unione Sindacale Italiana di Reggio Emilia e Correggio.

La Cassa di Solidarietà viene fondata nel 1998 ad opera dei libertari reggiani, desiderosi di sperimentare uno strumento di mutuo soccorso e trasformazione sociale che potesse incidere concretamente in situazioni differenti ma ugualmente importanti: tanto nei propri luoghi di lavoro e nei contesti di lotta a noi più vicini, quanto dall'altra parte del globo. Inizialmente, sono stati presi contatti con compagni impegnati nel realizzare un piano agricolo-sanitario in Senegal e nel Progetto Flores Magon in Chiapas, senza dimenticare l'attività nel locale, a fianco dei lavoratori e dei movimenti.

L'ultimo anno è stato caratterizzato da un'intensa e continua attività.

Nell'Aprile del 2002 sono stati raccolti 500 di medicinali, alimentari, vestiti, sanitari e giocattoli per i bambini del Tucuman (regione dell'Argentina) e di Chernobyl (dove una responsabile della Cassa si è recata di persona per la consegna del materiale).

Cassa di Solidarietà Libertaria e Area Libertaria giudicano molto positivamente la piena riuscita dell'iniziativa. Auspicano di poter dare una continuità ad eventi di questo genere e alle varie collaborazioni sorte in questi anni con altre realtà.

La Festa della Solidarietà Internazionale ha rappresentato un'importante occasione per far conoscere ulteriormente la Cassa, per appurare l'allargarsi ed il radicarsi del movimento libertario nella provincia reggiana e verificare l'intensità, la vitalità e la concretezza delle sue pratiche. Un agire che permette risultati visibili a tutti e che rafforza la certezza di poter creare qualcosa di realmente nuovo, qui ed ora. Senza confini, da Banja Koviliaka al Chiapas, passando per le nostre piccole quotidianità, tutti legati dal desiderio di una società senza più oppressi né poveri, senza più guerre, senza gli abomini del potere e dello sfruttamento, un mondo di vere libertà, dove la solidarietà sia la prassi comune del vivere insieme.

Federico Caprari


Trapani incendio al CPT

La sera di venerdì 18 luglio è scoppiato un incendio in una delle camerate del Centro di Permanenza Temporanea "Serraino Vulpitta" di Trapani. Precisiamo subito che nessuno si è ferito in modo grave e che non ci sono state conseguenze assimilabili a quanto avvenuto durante il tragico rogo del dicembre 1999.

Da quanto appreso quella sera e durante i colloqui avuti con alcuni immigrati il giorno successivo durante la visita dei compagni del Coordinamento per la Pace di Trapani, le cose sono andate più o meno così: verso l'ora di cena, un ragazzo ha tentato la fuga ma è stato subito catturato (mostra evidenti segni di manganellate - almeno tre - sulla schiena).

Dopo il tentativo di fuga, nel braccio controllato dalla polizia è iniziata la protesta: lancio di oggetti contro gli agenti e fuoco appiccato ad alcuni materassi.

Sono intervenuti i vigili del fuoco che, insieme ai poliziotti e agli stessi detenuti, hanno spento l'incendio.

La rivolta è stata poi sedata con l'utilizzo degli idranti.

L'incendio non è stato comunque di poca importanza, dato che il fumo aveva raggiunto anche le celle del settore dei Carabinieri.

Questo episodio è avvenuto al culmine di una settimana molto difficile: i rapporti tra carcerieri e immigrati sono molto tesi (sembra che passino buona parte del tempo a insultarsi), e basta un niente per scatenare vigliacche ritorsioni da un lato, e disperate sommosse dall'altro.

Alcuni ragazzi sono spesso oggetto di scherno da parte di poliziotti e carabinieri. Uno loro ha raccontato che sabato mattina alle 6 era stato svegliato da un carabiniere con uno schiaffo ed un calcio. (...)

Venerdì mattina si è celebrata una nuova udienza del processo che vede come imputato l'ex prefetto di Trapani Leonardo Cerenzìa in merito al rogo in cui morirono sei immigrati nel dicembre del 1999 all'interno del CPT. È stato ascoltato l'allora Questore della città, Ieva, il quale ha sostanzialmente negato ogni responsabilità specificando che proprio in quei giorni aveva concluso un periodo di ferie.

Più significativa è stata la deposizione di A., uno dei ragazzi che si trovava proprio all'interno della camerata in cui scoppiò il tragico incendio.

Il suo racconto è stato, ovviamente, molto molto drammatico.

Anche lui ha confermato che, prima dell'incendio, gli agenti di Polizia avevano picchiato alcuni immigrati che avevano tentato una fuga. Di qui la reazione che si tramutò in tragedia.

La prossima udienza è stata fissata al 22 di settembre.

TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Rimini presidio antimilitarista

Si è svolto il 2 agosto un presidio antimilitarista presso il porto canale in occasione del R.A.P.-camp organizzato dall'esercito italiano. A fronte della parata di ordigni bellici di morte e distruzione mostrati come attrazione turistica ai bagnanti ed ai loro bambini (presente anche sulla spiaggia adiacente un campo - giochi per i più piccoli con percorso di addestramento), i compagni e le compagne del Libertad FAI di Rimini hanno partecipato e contribuito ad organizzare con altre forze politiche e sociali cittadine un presidio per gridare il proprio no a questo carrellata di giocattoloni di morte.

Riportiamo alcuni stralci del volantino diffuso nell'occasione: "`Soldato per un giorno' è il titolo con cui sabato 2 agosto sbarca a Rimini, come già in altre località della costa romagnola, il RAP CAMP; l'acronimo non deve trarre in inganno, si tratta del Reclutamento e Attività Promozionale dell'Esercito Italiano, cioè quello strumento utilizzato per propagandare le attività militari e soprattutto, data la prossima sospensione del servizio di leva, il futuro reclutamento volontario.

Con l'intento di promuovere le "opportunità professionali che oggi l'Esercito mette a disposizione dei giovani", avvengono da diversi anni, ogni estate, vere e proprie occupazioni di territori adibiti a campi di guerra. Nel RAP CAMP tutti possono divertirsi come ad un luna park: per i più grandi vengono esposti veicoli da combattimento, mezzi speciali... ai più piccini sono invece promesse vere gare militari all'insegna di "emozioni incredibili e avventure mozzafiato".

Con questa operazione di marketing - e come si trattasse di vendere una bibita qualsiasi o il più aggiornato telefonino - il militarismo del nuovo millennio svela il proprio volto: quello della guerra globale permanente, quello di una "cultura della morte" che vuol diffondere l'idea che è necessario, "per la pace", che i giovani si arruolino nell'esercito e uccidano.

Chi come noi crede che la pace non potrà mai essere raggiunta per mezzo della guerra e che la minaccia di distruzione come mezzo per prevenire la guerra non è altro che dominazione, non può che porre la propria ferma obiezione ad una manifestazione come questa." "Diserta questo giorno" è lo slogan con cui i compagni hanno invitato la popolazione a boicottare il RAP camp.

Da un comunicato e dal volantino del Libertad FAI Rimini

 

 



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