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Da "Umanità Nova" n. 28 del 14 settembre 2003

La Spezia
Una manifestazione desaparecida


Eravamo in tanti a La Spezia il 6 settembre. Lo striscione rosso e nero del "Comitato Lavoratori Cileni in esilio" apriva la manifestazione. La scritta "11 settembre 1973 - 11 settembre 2003: trent'anni di terrorismo degli stati" ricordava a tutti che non si trattava solo di una giornata della memoria ma di un momento di una lotta che dura da trent'anni.

Una selva di bandiere rosse e nere, lo striscione del Coordinamento anarchico ligure e piemontese "padroni di nulla, servi di nessuno all'arrembaggio del futuro" apriva il folto spezzone degli anarchici che, accogliendo la proposta dei compagni cileni esiliati, hanno voluto fare di quest'anniversario un'occasione di lotta e di denuncia.

Si è trattato di ribadire un percorso di radicalità e radicamento: per questo nello stesso giorno in cui a Londra iniziava la settimana di contestazioni del DSEi, la più grande fiera bellica d'Europa, si è manifestato in una città come La Spezia il cui territorio è pesantemente marcato dalla presenza ossessiva dei militari. Alla gente che affollava le strade del centro, per le quali si è dipanato il corteo, si è ricordato che l'Italia è in guerra, che militari italiani sono impegnati in Iraq e Afganistan, che le risorse sottratte alla scuola, agli ospedali, ai trasporti pubblici sono utilizzate per missioni di morte all'estero.

Nel giorno della riunione interministeriale dell'UE a Riva del Garda, in preparazione del round negoziale del WTO, si è ribadito che la sanità, l'istruzione, l'acqua non sono in vendita, che non sono merci ma beni preziosi che vanno condivisi con tutti.

A La Spezia si è espresso un forte rifiuto del mercato delle nostre vite, della militarizzazione dei territori e delle coscienze nella consapevolezza che l'opposizione alla guerra, al capitalismo ed ai mercanti di morte parte dai posti dove viviamo ogni giorno.

Gli esuli cileni hanno voluto ricordare che il Cile odierno, quello "democratico", continua a perseguitare gli oppositori mentre garantisce l'impunità ai militari torturatori ed assassini.

Il territorio mapuche è soggetto al controllo dell'esercito che vi attua una dura repressione. In solidarietà con i mapuche un gruppo di compagni hanno aperto uno striscione davanti ad un negozio Benetton, per ricordare le gravi responsabilità della multinazionale italiana nella predazione degli indigeni.

La manifestazione si è conclusa di fronte al centro Allende. Lì, dopo un'intensa performance di Salvatore, in cui il dramma del popolo cileno si è riproposto con intensità a noi tutti, è stata apposta una targa in marmo dedicata al militante del MIR Ivan Monti Cordero, desaparecido di origine spezzina. Nonostante sia il Comune sia Rifondazione si opponessero all'iniziativa, i compagni hanno ugualmente murato la targa su una parete esterna del centro Allende. Poi, mentre i compagni di "Cibo non bombe" distribuivano cibi e bevande, si sono susseguiti i diversi interventi. Ha esordito Alfonso della FAI, che ha ripercorso questi trent'anni di repressione e lotta, è poi intervenuta una compagna dell'Assemblea antimilitarista che si è soffermata sulla natura terroristica degli stati, dopo si sono susseguiti i diversi esponenti dei gruppi ed associazioni che avevano aderito alla manifestazione. Ha concluso Urbano del Comitato lavoratori cileni in esilio che, dopo una vigorosa denuncia del boicottaggio dell'amministrazione locale e del PRC, ha letto i nomi dei numerosi cileni di origine italiana che hanno trovato la morte sotto la dittatura di Pinochet.

I media, di governo e di opposizione, hanno ignorato un'iniziativa troppo scomoda, perché non venisse la tentazione di farla scomparire, di renderla desaparecida.

Sul marmo, che il Comitato lavoratori cileni in esilio e gli anarchici hanno dedicato a Ivan Monti Cordero ed a tutte le vittime della violenza degli stati, campeggia una figura umana appena stilizzata, appena un'ombra, quella di un desaparecido, che regge una bandiera rossa e nera. In alto la scritta "chi non ha memoria non ha futuro". In tanti a La Spezia hanno voluto che la memoria di ieri si ravvivasse nelle lotte di oggi.

Eleonora

 

 



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