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Da "Umanità Nova" n. 28 del 14 settembre 2003

Inform@zione


Pisa: guai e denunce per Critical Mass

Una Critical Mass al mese può andare bene per gli anglosassoni, ma qui nella caotica, generosa, allegra e malinconica "terra del fico e dell'ulivo" (come gli arabi chiamavano l'area mediterranea) una corsa al mese non ci basta. La Critical Mass pisana (che aveva concluso la sua stagione 2002/2003 solo il 21 luglio) non ha dato quindi tempo al tempo e il primo settembre è ripartita allegra con una critical mass notturna. Conquistato rapidamente il centro del selciato, noi che già siamo partiti rilassati e conviviali (la gioia del rivedersi è molta) scopriamo che anche gli automobilisti sono più tranquilli del solito. Stanno dietro, non suonano neanche il clacson, la strada davanti a noi è libera e nell'aria si sentono solo campanelli, fischietti e ululati alla luna. Poi iniziano i colpi di clacson, le sgommate, gli insulti, le minacce e noi che rispondiamo a fischietti, campanelli e battute.

Per un po' è il solito gioco, ma poi sul Lungarno (proprio davanti al Nettuno, uno dei luoghi storici del movimento pisano) scopriamo che c'è un pazzo a motore più pazzo del solito. Il tipo - dopo che alcuni ciclisti che lui aveva "accarezzato" col parafanghi della sua automobilina si fermano a dirgliene un paio - inizia a dar di balta. Scende dalla macchina per far vedere che è grande, grosso, muscoloso e tatuato (e un po' bruttino, a dire il vero), tira su un delirio sul fatto che è appena uscito dalla palestra e deve farsi la doccia, offende e ringhia. Arriva un ciclista che gli dice di stare buono, tanto tra poco cambiamo strada e lui gli promette che lo segue fino a casa e lo minaccia di morte.

Ripartiamo, visto che evidentemente c'è poco da ragionare. Riparte anche il tipo con una gran sgommata e investe uno dei ciclisti, senza fargli danni fisici ma distruggendogli completamente la ruota dietro. Un altro ciclista si avvicina alla macchina che nel frattempo si è fermata - il folle a motore risgomma, trascinandosi dietro il nostro per un po' di metri (senza fargli male neanche stavolta, peraltro: i ciclisti di Critical Mass sono più indistruttibili degli stuntmen di Hong Kong). Poi scende dalla macchina insieme all'amico che era con lui e riinizia a minacciare e a spintonare, prendendosela particolarmente con il ciclista che prima aveva cercato di calmarlo, a cui strappa anche una bellissima maglietta "Oggi non vado a lavorare" (sic!). Dopo alcuni minuti di fronteggiamento che bloccano completamente i lungarni in pieno centro, arriva la polizia che identifica due ciclisti e il conducente della macchina che continua ad accusare i nostri di essere stati loro a fare i numerosi "bozzi" che costellano la sua vettura. Alle accuse sembrano credere poco anche gli sbirri che dopo pochi minuti dicono a tutti di ripartire. Noi ce ne andiamo prima in un giardinetto lì vicino a leccarci le ferite sotto la luna, poi formiamo un ultima, piccola, orgogliosa massa per andare a bere una birra in una piazzetta del centro storico.

I guai purtroppo continuano il giorno dopo quando i due ciclisti identificati la sera prima ricevono la visita della Digos che li convoca in questura. Per entrambi c'è una bella denuncia per manifestazione non autorizzata e danneggiamento aggravato. Incredibile a dirsi, infatti, il folle a motore la mattina stessa è già andato in questura non a costituirsi, ma a denunciare le sue vittime. I due tapini (tra cui anche un attivista del Coordinamento Anarchici e Libertari) si fanno anche la poco piacevole esperienza di vedersi prendere foto segnaletiche e impronte digitali.

Critical Mass, comunque, non si ferma. I prossimi appuntamenti sono il 19 settembre quando il primo anniversario del nuovo ciclo della CM pisana verrà celebrato con una corsa (con partenza alle 18 dalle Piagge, dietro Veterinaria) e poi il 27 settembre quando l'undicesimo anniversario della nascita di Critical Mass a San Francisco verrà festeggiato con una corsa (partenza alle 15,30) e poi un Bycicle Party (di e con Soledad Nicolazzi) presso il Cantiere Sanbernardo in via Pietro Gori.

da qualche parte nella Costa Ovest sul sellino di una bicicletta
peter punkk

Trigoso: casa cantoniera occupata

Il 12 luglio è cominciata l'occupazione della casa cantoniera di Trigoso in provincia di Genova. In questi giorni sull'occupazione incombono minacce di sgombero. La Provincia, proprietaria dell'immobile intima agli occupanti di abbandonare l'edificio, destinato a non meglio specificati usi turistici. Gli occupanti, "un gruppo di donne e uomini, giovani e meno, lavoratori stabili e precari, disoccupati e studenti che abitano nel Tigullio" ribadiscono la volontà che "che questa struttura e il terreno che la circonda siano sottratti a qualsiasi utilizzo di tipo speculativo e privatistico" e si oppongono decisamente allo sgombero. La vecchia casa cantoniera deve essere "agibile per un uso pubblico, capace di rispondere al bisogno di socialità e di cultura al di fuori delle logiche del mercato e del profitto; aperta alla sperimentazione politica, culturale e di nuove forme di aggregazione e autorganizzazione.

Nel nostro territorio è drammaticamente evidente l'assenza di un dibattito pubblico sulle scelte politiche e amministrative: lo spazio della politica è occupato da un ceto che segue percorsi dettati da logiche di potere, che si organizza per drenare ricchezza e privatizzare risorse.

Noi, invece, occupando questo luogo, abbiamo voluto renderci visibili per mettere all'ordine del giorno quei temi e problemi - lavoro, diritti, cultura, ambiente, territorio - che necessariamente si impongono a chi vuole mettere in discussione gli stili di vita dominanti, non solo della politica, ma anche della vita quotidiana.

Siamo convinti, quindi, che nel Tigullio questo spazio sia necessario perché rappresenti:

un presidio contro la ristrutturazione in senso privatistico del territorio; un luogo di organizzazione per i precari, i lavoratori, i disoccupati, i senza diritti; uno spazio di elaborazione di cultura critica, dove la condivisione dei saperi avvenga al di fuori delle logiche di mercificazione; un luogo dove le iniziative siano condizionate solo dal dibattito e da regole condivise."

Nelle prime settimane di occupazione sono state organizzate numerose iniziative e si sono fatti diversi progetti di utilizzo degli spazi.

Dall'apertura di una biblioteca ad iniziative orientate a creare "cassetta degli attrezzi" per saper interpretare, descrivere e, se possibile, dominare le trasformazioni economiche, sociali e politiche in atto; da un incontro sulla comunicazione ad un corso gratuito di fotografia. E poi... video autoprodotti su migranti e guerra, un incontro sul lavoro precario ed un altro sull'Argentina, concerti, dibattiti sul '68 e sul punk, cineforum.

In programma per il futuro diversi corsi gratuiti (inglese ed italiano per stranieri, laboratorio informatico, "libera università", cinema), l'allestimento di una sala prove per musicisti, un laboratorio di ricerca storico-sociale, un orto didattico per l'autoconsumo ed un orto botanico per il recupero della biodiversità...

Euf.

Modena: in difesa di Libera

Il 4 aprile 2003 il comune di Modena ha presentato ufficialmente il progetto di un nuovo autodromo interrato di 6 metri a Marzaglia, su una superficie di 250.000 metri quadri prevedendo quindi la distruzione di una vasta area di campagna coltivata dove trovano spazio anche boschi ed orti biologici e una fauna selvatica che comprende perfino cerbiatti.

Nella realizzazione di tale progetto verrebbe distrutta anche la nostra realtà di spazio sociale e di abitazione collettiva; una realtà libertaria e anarchica che da oltre 3 anni è promotrice di iniziative a livello locale affrontando tematiche come l'antimilitarismo, con una attiva partecipazione all'assemblea antimilitarista e antiautoritaria, l'antifascismo con la costituzione di un comitato anarchico antifascista e l'anticlericalismo.

Libera è al contempo attiva all'interno del coordinamento anarchico emiliano romagnolo, che permette una maggiore interazione e visibilità dei gruppi e delle individualità della regione.

Data l'ubicazione rurale dello spazio sociale è nata una forte sensibilità alle tematiche ecologiste. A questo proposito abbiamo occupato le terre circostanti realizzando due orti biologici di cui uno collettivo e piantando 150 alberi. Il nostro progetto ecologico è in espansione e siamo intenzionati ad attivare un sistema di fitodepurazione per le acque reflue e l'installazione di pannelli solari per la produzione di energia elettrica e il riscaldamento dell'acqua: inoltre stiamo valutando assieme a Luigi Veronelli, noto enologo anarchico, come impiantare una vigna a coltivazione biologica di un antico vitigno autoctono pregiato ormai estinto nelle "terre del Lambrusco".

Invitiamo dunque sabato 4 ottobre tutti i compagni e le compagne a manifestare la propria solidarietà verso questa esperienza autogestita e la propria contrarietà alle speculazioni ambientali del comune di Modena.

Ritrovo ore 15,30 piazza S .Agostino a Modena.

Libera

 

 



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