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Da "Umanità Nova" n. 29 del 21 settembre 2003

Londra: "stop DSEi"
Lotta ai mercanti di morte


Nonostante i quasi tremila addetti alla sicurezza impiegati ed il milione di sterline stanziato, gli organizzatori del DSEi ("Defence Systems & Equipment international") non sono riusciti ad evitare la beffa peggiore. Un gruppo di sette persone è entrato - dalla porta principale - proprio nell'area della mostra degli armamenti e due di essi sono salite sulla torretta di un carroarmato dal quale hanno srotolato uno striscione ("Stop DSEI. Stop death") resistendo per venti minuti prima di essere portate via.

Questo solo uno degli innumerevoli momenti di lotta che hanno impegnato per una settimana decine di gruppi e di organizzazioni coalizzate contro il più grande mercato europeo delle armi che si è tenuto a Londra dal 9 al 12 settembre scorso. Ma le iniziative sono cominciate molto prima: già il 4 settembre un gruppo di anarchici aveva "occupato" per un'ora il tetto della "BAe Systems Factory" (a Bysleet nel Surrey) una fabbrica d'armi e dal 6 settembre non è passato giorno senza una, piccola o grande, azione contro i mercanti di morte.
È impossibile dar conto di tutto quanto avvenuto e la cronologia minima (da informazioni diffuse via Internet) che segue ha solo uno scopo indicativo.

Martedì 9, all'apertura della mostra, alcune imprese si sono trovate con le porte delle loro sedi bloccate, altre con le mura decorate. Il corteo della mattina ed i sit-in del pomeriggio, intorno alla sede del DSEi, hanno coinvolto migliaia di persone. La zona della mostra ed i quartieri adiacenti sono rimasti circondati per ore da cortei e blocchi improvvisati. Una sessantina gli arresti nella giornata.

Mercoledì 10, il giorno dell'azione diretta contro la mostra ha visto di nuovo una serie di manifestazioni di vario genere (cortei, blocchi stradali, invasioni di edifici, feste in strada, e molto altro) e diversi momenti di scontro diretto con i cordoni della polizia. Alcuni partecipanti alla fiera delle armi sono stati bersagliati con "torte" al rognone. Una trentina gli arrestati.

Giovedì 11, la protesta aveva come obiettivo principale la cena dei venditori di armi tenuta in un albergo del centro città. Due gruppi di manifestanti ed una critical mass si sono diretti verso la zona e, nonostante la violenta reazione della polizia, gli arresti, i feriti e le manganellate, la resistenza è durata fino a mezzanotte. Nel pomeriggio la famosa fontana di Trafalgar Square era stata trasformata in un simbolico lago si sangue.

Venerdì 12, una assemblea finale ha chiuso la settimana di mobilitazione. Ma anche in questa giornata non sono mancate le azioni di protesta fin dal mattino quando un gruppo è riuscito a fermare un bus navetta che doveva trasferire una decina di mercanti dall'albergo alla fiera.

La maggior parte delle manifestazioni si sono svolte in modo pacifico e quasi sempre allietate da una samba-band e da vari sound-system che hanno imperversato un po' dappertutto.
Sebbene il tentativo di impedire lo svolgimento della mostra non sia riuscito, e nonostante i partecipanti alle diverse iniziative siano stati meno di quelli che si prevedevano, ci sono almeno un paio aspetti positivi in queste giornate di lotta contro il DSEi.

L'aver evitato di concentrare nel solito tradizionale grande corteo le proteste ha costretto le forze del disordine a dover fronteggiare numerose e spesso imprevedibili piccole azioni diffuse su un territorio molto ampio, portate avanti anche da piccoli gruppi di manifestanti. Questo ha forse causato più fastidio di un mastodontico ed ordinato corteo.
L'aver scelto ognuno liberamente le proprie modalità di lotta, ha di fatto permesso ai diversi gruppi di esprimersi nel modo da loro ritenuto più opportuno, evitando qualsiasi genere di prevaricazione all'interno del movimento di una componente ai danni di un'altra.

Questo, alla fine, reso molto visibile, almeno a livello locale in quanto i media italiani hanno prevedibilmente ignorato quanto accadeva, l'esistenza e la forza dell'opposizione alla cultura delle armi e della guerra.

Va notato anche, in campo opposto, l'uso fatto dalle forze della repressione delle leggi "antiterrorismo", una buona scusa per disperdere assembramenti, per fermare ed arrestare persone che manifestavano pacificamente, il che ha dimostrato, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, che norme del genere servono principalmente al contenimento della protesta sociale piuttosto che ad evitare stragi sanguinose.
Tenuto conto che, direttamente collegate alle iniziative di Londra, si sono anche svolte, nell'arco degli ultimi mesi, diverse manifestazioni in altre città inglesi e che contemporaneamente, dall'altra parte del mondo, c'è stato il vertice di Cancun, si può considerare che, nonostante tutto, il movimento contro i padroni del mondo è ancora vitale e determinato a proseguire sulla strada imboccata a Seattle.

Pepsy

 

 



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