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Da "Umanità Nova" n. 33 del 19 ottobre 2003

L'Italia in guerra
Interventismo a go go in Iraq


Come da tempo previsto - anche su queste pagine - si prolunga ed estende l'impegno militare italiano in Iraq: la conferma è venuta dallo stesso ministro della Difesa Marino che, dagli Usa, ha annunciato la proroga di altri 6 mesi dell'operazione Antica Babilonia, ossia l'intervento italiano a fianco delle truppe d'occupazione anglo-americane che vede impegnati un po' meno di 3.000 militari italiani, dislocati in maggioranza con la brigata Sassari nel sud del paese, zona tutt'altro che pacificata come sostenuto dal ministro. L'intervento italiano, secondo le recenti dichiarazioni del capo di stato maggiore Fraticelli, vedrebbe l'impiego in Iraq anche del 26mo reparto elicotteri per operazioni speciali conosciuti anche come "cavalleria dell'aria", ossia di un reparto con compiti tutt'altro che difensivi.

Il ministro Martino ha anche prospettato un'estensione anche fuori da Kabul della missione italiana in Afganistan, attualmente rimasta nella capitale afgana nell'ambito del contingente internazionale Isaf, non escludendo un rafforzamento numerico delle truppe italiane, il tutto mentre anche da questa area di conflitto giungono giornalmente notizie riguardo l'intensificarsi degli scontri e degli assalti.

Paradossale la contrarietà dei vertici dell'Ulivo, appena reduci dalla marcia Perugia-Assisi, che pure hanno a loro tempo votato a favore di tali interventi di guerra senza tanti se e senza tanti ma: per loro, adesso, il problema è che non c'è un avallo dell’Onu.

Per loro fortuna il popolo della pace è infinitamente tollerante anche con chi non se lo merita.

U.F.





 

 



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