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Da "Umanità Nova"
n. 34 del 26 ottobre 2003
La maggioranza traballa, l'opposizione la sorregge
Baruffe governative
Che il
"compagno" Fini, abiurando alla sua pluriennale militanza fascista,
arrivasse a dare del neofascista a Bossi; che l'ex squadrista La Russa
venisse affrontato e malmenato da un manipolo di squadristi di Forza
Nuova, con materica simbolicità, proprio in via della Scrofa.
Eppure è quel che succede in questi strani giorni nella politica
italiana che, per quanto sia abituata alle più fantasiose
sceneggiate e ai più inverosimili rimescolamenti di carte, vede
oggi agitarsi sempre più le sue torbide acque.
Da tempo, come è noto, gli umori nella Casa delle
Libertà non erano dei più sereni. Passato infatti il
momento iniziale in cui, vassalli e scudieri, si erano trovati tutti
uniti al fine di garantire la tranquillità giuridica del
Cavaliere e dei suoi baroni, la soldataglia ha poi subito cominciato a
scalciare. E nel nobile tentativo di ritagliarsi, ciascuno, il suo
piccolo spazio di luce all'ombra del padrone, ha cominciato a darsele
di santa ragione. E non saremo certo noi a cercare di calmarli.
Del resto era nelle premesse. Sotto il capiente ombrello di Berlusconi,
infatti, si erano riparati schieramenti quanto mai eterogenei, e
l'alleanza che si era formata trovava motivo solo nella ragionevole
convinzione che, finalmente, ciascuno potesse acchiapparsi la sua brava
fetta di potere. Fascisti ed ex sessantottini, antifascisti e
repubblichini, monarchici e repubblicani, nazionalisti e secessionisti,
leghisti e socialisti, democristiani pentiti e democristiani con
l'orgoglio, forzitalioti e celoduristi, mistici sognatori e affaristi
coi piedi per terra, magistrati e mafiosi, liberali e liberisti,
ambientalisti e cacciatori, industriali e sindacalisti, craxiani di
tutte le famiglie e giustizialisti, militaristi e "non violenti",
proibizionisti e cocainomani, comunisti pentiti e pentiti comunisti...
un vero e proprio melting pot che neppure nella più cosmopolita
delle metropoli americane. E poiché l'appetito vien mangiando, e
una volta assaggiato il miele se ne vorrebbe sempre di più, i
nodi hanno cominciato e venire al pettine e sono scoppiate le
contraddizioni. E dalle scaramucce si è passati a uno scontro
frontale che, dobbiamo confessarlo, ci ha colpiti per una virulenza che
non si spiega neppure con la massiccia presenza di avvocati nelle file
poliste.
Qui non serve riandare alle innumerevoli occasioni conflittuali
registratesi in questi tempi, perché ben le conosciamo; basti
notare che sempre più si è consolidato l'asse An e Udc
contrapposto a quello di Lega e Fi (ma forse basterebbe dire Berlusconi
e stop), e che si è creata una polarizzazione che vede escluse
dal gioco le forze minori, alle quali, dopo la facoltà di
pensare, è stata tolta anche quella di parola. Al tempo stesso
risalta il silenzio dei millanta peones di Forza Italia, impegnati a
scaldare i banchi delle Camere nella opportunistica condizione delle
tre famose scimmiette. Viene spontaneo notare, infatti, come, di fronte
agli incontri pugilistici che animano quotidianamente i salotti di
Montecitorio, i deputati e i maggiorenti di Forza Italia abbiano, come
un sol uomo, fatto loro l'aureo motto che "un bel tacer non fu mai
scritto", brillando pertanto per la loro assenza. Avevamo già
intuito che non si distinguevano per coraggio e che il loro sogno da
bambini non era quello di fare i pompieri bensì i lustrascarpe,
ma onestamente pensavamo che fra i tanti politici di lungo corso
riciclatisi in Forza Italia ce ne fosse qualcuno con un po' più
di dignità e un po' meno di riconoscenza per i soldi del
padrone. Scusate, ma ci eravamo sbagliati.
In ogni modo, cosa possa succedere, in termini di tenuta del
governo, è ancora difficile prevedere, anche perché lo
smisurato ego che travaglia la psiche di Berlusconi, farà di
tutto per impedire che l'asse Fini-Casini si rafforzi al punto da
potergli fare le scarpe. E del resto, il fatto che Bossi non
potrà mai prendere il suo posto, a differenza degli altri due
che qualche possibilità l'hanno davvero, contribuisce a spiegare
meglio l'attaccamento fraterno che lega i due lombardi a dispetto dei
due bolognesi. Comunque sia, quel che è certo è che, fino
ad oggi, la politica governativa è stata semplicemente
disastrosa. Messe in attivo alcune leggi inderogabili per gli interessi
privati del premier (che, al di là delle apparenze, non hanno
avuto un buon impatto neanche nell'elettorato di destra), tutto il
resto o è stato un disastro o non è stato fatto. Non
saremo certo noi a rammaricarcene o ad averci creduto, ma nessuna delle
promesse, e delle premesse, di quel demenziale patto con l'Italia
firmato "in diretta" è stata mantenuta, neanche le famose
dentiere ai pensionati sdentati, mentre quello che è stato
legiferato ha fatto arrabbiare, un po' alla volta, e gli uni e gli
altri. Lasciando da parte i nemici "storici", quali magistrati,
insegnanti, extracomunitari e lavoratori dipendenti, dalla Banca
d'Italia alla Confindustria, dalla dirigenza Cisl ai Commercianti,
dagli Avvocati alle Forze di polizia, nessuna delle categorie o delle
istituzioni blandite con il più accattivante dei sorrisi, ha
avuto soddisfazione. Nemmeno il prete è più tanto
contento, nonostante i finanziamenti alle scuole private. Per non
parlare, poi, dei consumatori di Cannabis.
A questo punto ci si aspetterebbe che lo schieramento opposto,
quello sedicente di sinistra, ce la mettesse tutta per dare lo scossone
al baraccone traballante. E invece che fa? Semplice, dà una
mano! Ispirata, infatti, dalla scintillante intelligenza di D'Alema, si
prepara ad approvare, ad esempio, le missioni militari all'estero (dove
finiranno le loro bandiere della pace?) e a firmare una nuova legge
Turco-Fini. Si potrebbe pensare che, oltre che per ipocrisia e
opportunismo, brillino anche per stupidità, ma non credo che sia
così. La legge 30 sul mercato del lavoro è appena passata
e fra un po' partirà anche la riforma strutturale delle
pensioni. E da qui ai prossimi anni, chissà quante altre
diavolerie sarà necessario inventare ai danni dei lavoratori e
delle categorie disagiate, per dare un po' di ossigeno a questi poveri
padroni soffocati dalla concorrenza cinese. E mica possono firmarli
loro questi provvedimenti! Loro scenderanno in piazza “a fianco dei
lavoratori", per difendere la democrazia e la libertà.
Se quegli altri sono i nemici, gli amici non sono certo questi.
Massimo Ortalli
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