![]() Da "Umanità Nova" n. 36 del 9 novembre 2003 Autogestire le lotte per autogestire la vita L'Ulivo ha fiutato l'aria e non accelera, si prepara alla conta interna di primavera (elezioni europee) e al termine del mandato di Prodi in sede comunitaria (autunno 2004). I problemi dell'Ulivo sono sempre gli stessi: incapacità propositiva e rissosità interna: l'Ulivo è malato di politicismo, il politicismo della coppia D'Alema - Amato o di Rutelli, per i quali in realtà va benissimo la riforma Moratti della scuola, la legge 30, la riforma delle pensioni che accelera solo quel che la riforma Dini raggiungerebbe più lentamente (40 anni di contributi per andare in pensione). La CGIL dal canto suo è vittima delle faide uliviste, rifondaroli contro resto del mondo e DS contro tutti, a seconda dei momenti. Le battaglie che la FIOM sta facendo sui precontratti, disconoscendo ogni valore al contratto dei metalmeccanici sottoscritto solo da FIM e UILM, o sulla legge 30, sono viste con fastidio, a tratti, nella stessa CGIL. In ogni caso, per la CGIL quella da riconquistare è la concertazione, contro il decisionismo unilaterale berlusconiano. Insomma, mentre la barca dell'economia e della società affonda, tutti sono impegnati a ritagliarsi spazi e spazietti a danno del vicino politico-sindacale. Le battaglie che si stanno combattendo sono tutte interne al ceto politico e sindacale, per consolidare o riconquistare posizioni. Bisogna dire con forza che del rapporto tra le classi sociali, del reddito dei lavoratori, delle condizioni degli uomini e delle donne stranieri, della guerra permanente mondiale in atto, a destra e sinistra, dentro e fuori il parlamento, non frega molto a nessuno. È da questo spettacolo triste ed indecente che bisogna voltare lo sguardo, per rivolgerlo ad una società impoverita e incattivita dove sta prevalendo sempre più la legge del più forte, del menefreghismo, della sopraffazione. Lucidamente, senza farsi illusioni, si deve partire dai bisogni di vita e libertà e dai soggetti che ne sono portatori, gli uomini e le donne in carne ed ossa che tutti i giorni hanno il problema del salario, della salute, della casa, dei servizi pubblici, della scuola. L'autonomia degli sfruttati dai ceti politici e sindacali va costruita nelle lotte di base quartiere per quartiere, fabbrica per fabbrica. Guardando nella pratica e nella scelta dei mezzi a quella società di liberi ed uguali che non è utopia per un futuro tanto incerto quanto lontano, ma realtà quotidianamente in costruzione. Simone Bisacca
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