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Da "Umanità Nova"
n. 37 del 16 novembre 2003
Gli "attrezzi" del mestiere. Il governo opta per armi chimiche e biologiche
Esercito: giocattoli moderni per gli assassini
"Siamo
certamente soddisfatti degli ingegneri di Dow. Il loro prodotto
originario non era così cocente: se i musi gialli fossero stati
veloci, l'avrebbero potuto grattar via. Così i ragazzi hanno
cominciato ad aggiungere polistirene: ora si attacca come la merda alle
suole. Ma poi se i musi gialli lo mettevano sotto l'acqua, smetteva di
bruciare, così loro hanno cominciato ad aggiungerci Willie Peter
(fosforo bianco), così da farlo bruciare meglio. Ora
brucerà anche se messo sotto l'acqua. E basta una goccia,
comincerà a bruciare giù fino alle ossa, così
muoiono da avvelenamento da fosforo".
Guerra del Vietnam, Conversazione con un Pilota americano
sulle "soddisfazioni" che da il Napalm
Una non-notizia, passata per l'appunto sotto silenzio stampa e tv,
avvicina sempre più l'esercito italiano fra quelli "seri" e
"professionali".
Sulla Gazzetta Ufficiale del 25 luglio 2003 stato pubblicato un
Decreto del 13 giugno 2003 a firma del Ministro Martino in concerto con
i Ministri Frattini, Pisanu, Tremonti e Marzano dove s'è deciso
di dotare le forze armate di materiali d'armamento "idonei a
determinare danni alle popolazioni o agli animali, a degradare
materiali o a danneggiare le colture e l'ambiente", attraverso
l'acquisto di agenti chimici e biologici tra i quali Sabrin, Soman,
Tabun ed il famoso "agente arancio".
Questo defoliante fu reso famoso durante la guerra del Vietnam,
chiamato così perché l'esercito americano lo
immagazzinava in fusti contrassegnati col colore arancione. Gli effetti
devastanti di questo agente chimico sono in gran parte dovuti al
componente principale, la diossina, un prodotto tossico tra i
più potenti, che sconvolge funzioni ormonali, immunitarie e
riproduttive dell'organismo.
Secondo la Croce Rossa vietnamita, molte delle malattie che ancora oggi
appestano il paese quali il cancro ai polmoni e alla prostata, malattie
cutanee e cerebrali, danni al sistema nervoso, respiratorio e
circolatorio, cecità e diverse anomalie fetali, sono dovute
all'azione chimica di questo "formidabile" preparato.
Il processo di modernizzazione delle Forze Armate italiche in
progressiva attuazione, con un forte incremento di risorse da parte
dello stato, con i provvedimenti legislativi della riforma ordinativa
del vertice militare e della revisione del servizio militare per
l'incentivazione e l'ampliamento del volontariato e con una campagna
pubblicitaria decisamente "in linea" con le necessità di un
immagine "nuova" e accattivante per il bacino di potenziali soldati.
L'immagine Hi-Tec da una parte non può però nascondere un
deficit strutturale che ha caratterizzato il vecchio esercito di leva
in pensionamento.
Basti pensare ai sistemi d'arma attuali, come il velivolo da
combattimento EF2000 che continua a lievitare nei costi e sarà
dismesso solo nel 2015 e che costa 18 miliardi di euro o l'inutile
portaerei (definita così dallo stesso Ministro Martino) Andrea
Doria che costerà al contribuente 1,3 miliardi.
Questo silenzioso decreto che s'inserisce quindi in un'ottica di
effettiva riqualificazione della macchina bellica a partire dagli
equipaggiamenti, non ci lascia stupiti, anzi, l'ennesima
dimostrazione che presto, ben prima di quanto potremmo immaginarci, il
militarismo nostrano cercherà di giocarsi ruoli meno secondari
nello scenario di guerra globale sotto la regia "maestra" dei
più noti colleghi americani.
Resta però la gravità di un salto di qualità
mostruoso e che conferma come sia assurdo giacché impossibile
democratizzare l'esercito, avviato com'è verso un'efficienza che
non può, per sua natura, conoscere limiti o limitazioni.
D'altro canto basta ritornare all'esempio del Vietnam per comprendere come il meccanismo sia oliato a dovere.
La maggior parte degli erbicidi utilizzati durante la guerra e che,
secondo l'Unesco, ha distrutto chimicamente un quinto delle foreste
sudvietnamite stato fornito da alcune grandi imprese: al primo
posto la Dow Chemical, una delle più potenti imprese americane
del settore, seguita inoltre da Thompson, Diamond, Monsanto, Hercules,
Uniroyal.
Nel 1984, le organizzazioni degli ex combattenti americani decisero di
promuovere azioni giudiziarie per reclamare e ottenere risarcimenti
finanziari per le malattie contratte a causa dell'esposizione
all'agente arancio, ma non contro il governo degli USA, bensì
direttamente contro le ditte fornitrici dell'Esercito Statunitense.
Questo perché la legislazione americana, proibisce
formalmente processi contro il governo per atti connessi ad operazioni
militari.
Una sorta d'immunità totale che suggerì agli Stati uniti,
con molta cautela, di riconoscere l'esistenza di un legame tra l'agente
arancio e le patologie di cui soffrono gli ex combattenti americani,
tra cui cecità, diabete, cancro alla prostata e ai polmoni,
malformazioni di braccia e gambe.
Una sorta di concessione tanto intempestiva quanto inutile
visto che i danni economici e cioè i risarcimenti alle vittime,
spettarono alle ditte accusate che patteggiarono versando 180 milioni
di dollari su un conto bancario destinato a diventare il fondo di
risarcimento per ex combattenti colpiti dalla diossina.
Ancora una volta fra le vittime ci furono quelle di serie A come i
privilegiati ex soldati americani, e quelle di serie B, visto che
nessuna delle centinaia di migliaia di vittime vietnamite ha ricevuto
un centesimo di indennizzo.
Non dunque possibile pensare di democratizzare un
esercizio del potere che "esegue" ciò che gli interessi politici
ed economici gli dettano.
È possibile per˜ sottrargli terra, incepparlo.
Il suggerimento arriva niente popòdimeno che dal Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che durante l'omaggio alla parata
nazionale del 4 novembre rincuorava le alte cariche dell'esercito: "Ho
fiducia che le difficoltà nel reclutamento dei volontari saranno
superate" ... Perché nonostante "un miglioramento della
qualità professionale "dei nostri ragazzi" che il Capo dello
Stato ha visto "negli sguardi del contingente di ritorno
dall'Afganistan", pare che la "materia prima" di giovani da "formare"
scarseggi.
Ecco allora uno dei compiti concreti su cui lavorare con
determinazione, facciamogli mancare gli uomini e le donne e si
ritroveranno, come nella poesia di Brecht, colmi di aerei, carri
armati, bombe e agenti chimici ma senza assassini su cui poter contare
per utilizzarli.
Stefano Raspa
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