|
Da "Umanità Nova"
n. 37 del 16 novembre 2003
inform@zione
Veneto contro il 4 novembre
Anche in Veneto ci sono state varie iniziative antimilitariste. Nella
bassa padovana è stato diffuso un volantino di cui riportiamo
alcuni stralci.
"È una vergogna che della Prima Guerra Mondiale, la Grande
Guerra, venga festeggiata la 'vittoria', che vengano celebrate le forze
armate e le istituzioni autoritarie dello Stato.
La Grande Guerra è stata prima di tutto un'immane tragedia nata
sul fertile terreno degli scontri tra le potenze imperialistiche
d'Europa, della propaganda del volgare nazionalismo, e dell'interesse
particolare dei quadri di potere.
Anche il governo italiano, dopo un periodo di meditazione e di calcoli
opportunistici, spedì al macello la popolazione. La logorante
guerra di trincea non era altro che l'ennesima sofferenza imposta a
persone già frustrate, sfruttate e ridotte in miseria da coloro
che detenevano il potere politico ed economico. Le proteste venivano
represse nel sangue e al fronte la disciplina veniva mantenuta con
brutale ferocia.
(...)
Quanto idiota è celebrare un massacro. Una mattanza obbligata
tra gente comune divisa da immaginari - e maledetti - confini, ma unita
dalle lotte contro l'oppressione autoritaria degli Stati e del potere
economico. Il nemico non stava, e non sta, al di là di un
confine, bensì all'interno delle strutture gerarchiche,
coercitive e repressive della politica e dell'economia.
(...)
Opposizione a chi ha reso possibile l'orrore, a chi ha spedito milioni
di persone al macello e a chi, oggi, celebra i risultati di una
carneficina."
Invece a Chioggia sono apparse alcune scritte; in particolare una
enorme, in color rosso, sulla sede delle Associazioni d'Arma (4
novembre: festa dei macellai di stato) e una sul cannone (Diserzione)
del monumento ai caduti in frazione S. Anna, entrambe firmate con l'A
cerchiata.
Coordinamento dei Senzapatria
Marghera
Non c'è due senza tre: incidente alla Fincantieri
Lunedì 3 novembre è successo l'ennesimo incidente e anche
questa volta poteva essere mortale e solo il caso ha voluto che
così non fosse. Ma andiamo per ordine; Diego Pierobon 31enne
dipendente della ditta Omega è rimasto schiacciato sotto un
copertino mentre stava sistemando gli attrezzi da lavoro, ignaro delle
operazioni che si svolgevano su un blocco in movimentazione a lato.
Dopo l'incidente è stato ricoverato all'ospedale di Mestre con
gravi fratture e contusioni.
A questo punto è necessario fare alcune considerazioni: questo
è il 3° incidente grave in meno di 2 anni, e capita a poca
distanza del più grave incendio mai accaduto in cantiere, quello
dei 3 ponti superiori della nave "Weater-dam", incendio doloso le cui
dinamiche sono ancora poco chiare - e se da un lato la direzione di
Fincantieri se ne frega e tira dritto con la sua variante adriatica del
modello coreano, e chi sa cos'altro - la triade confederale non riesce
a far di meglio che criticare un sistema che per anni non solo ha
avallato ma anche favorito e, adesso che ormai il fondo è stato
- forse - toccato l'unica cosa che sa proporre è rivolgersi alle
"alte sfere" aziendali e alle istituzioni (sindaco, regione, prefetto,
etc.) per cercare di risolvere una situazione che potrà avere
sbocco solo con una presa di coscienza radicale e di classe dei
lavoratori, unica vera misura anti-infortunistica.
El mato
Alessandria Mister Muscolo denuncia i compagni
Il 4 novembre durante il blocco stradale antimilitarista (cfr. UN 36)
attuato dai compagni davanti alla caserma della Finanza un energumeno
in auto decise di giocare a birilli puntando la sua macchina contro i
manifestanti. Su un settimanale locale dichiarerà di "aver
inserito la marcia visto che non mi lasciavano passare "e che "tutto
questo non è servito perché quei ragazzi non si sono
spostati". Quello che omette di dichiarare è che la sua auto si
trovava sui piedi di una compagna investita mentre stava volantinando
ai lati. Alle grida allarmate dei compagni che gli chiedevano di
spostare l'auto dal piede della compagna l'ammazzasette di turno si era
rifiutato di muoversi. Vi saranno poi una manciata di minuti di
tensione in cui il nostro ammazzasette di provincia afferra la gola
della compagna che gli stava gridando di levarsi dal suo piede.
Interviene poi la polizia che si interpone tra i compagni e il
tipaccio. Torna la calma. L'ammazzasette, sebbene i compagni non si
curassero affatto di lui, si esibisce in un penoso turpiloquio
maschilista, mostrando i muscoli e minacciando tutti di aggressione. La
moglie di Mister Muscolo tenta di avventarsi sulle compagne al grido di
"questo non lo potete fare alla mia famiglia". Un compagno considerando
più comica che tragica la scena le grida: "E chi sei, la figlia
di Totò Riina?".
L'episodio durato pochi minuti viene presto archiviato dai compagni
presenti ma nei giorni successivi se ne impadronirà la stampa.
Sul trisettimanale alessandrino "Il Piccolo" compare un articolo dal
significativo titolo "Picchiato in strada ad una manifestazione". Come
potrete immaginare Mister Muscolo si trasforma da aggressore in
aggredito e annuncia di aver già sporto denuncia: il fogliaccio
in questione non manca di dargli spazio nelle pagine centrali.
Salvatore
Alessandria: quando l'infortunio è reato
L'USI-AIT e la FAI di Alessandria denunciano la persecuzione padronale
e giudiziaria in atto nei confronti della compagna Antonietta,
collaboratrice scolastica presso l'istituto per geometri della
città piemontese.
Nel luglio del 2000 la compagna ha subito un infortunio sul lavoro che
le ha procurato un danno permanente (definito dall'INAIL) al polso e
alla mano destra.
Nel novembre 2002 le veniva comunicato tramite decreto del C.S.A.
(provveditorato di Alessandria) il riconoscimento (promulgato dopo una
specifica visita dell'ospedale militare di Milano) della malattia causa
di servizio e l'equo indennizzo.
Ma tale documentazione (arricchita da vari referti diagnostici di
specialisti di alcune città italiane) oltre ai certificati
tutt'ora emessi dal medico di base, non è stata mai presa in
considerazione dal dirigente scolastico. Così pure le ripetute
richieste di parziale esonero dalle mansioni di pulizia ed un'adeguata
collocazione nell'ambito della scuola.
Nonostante una causa in corso la Procura della Repubblica di
Alessandria ai primi di ottobre 2003 ha aperto un'inchiesta nei
confronti di Antonietta per l'ipotesi di reato di truffa allo stato
(art. 640 c.p.). Tale atto orchestrato dai dirigenti scolastici con
l'appoggio della magistratura vuole paradossalmente ribaltare precise e
gravi responsabilità. In sostanza il lavoratore che subisce un
infortunio con tutte le gravi e spesso irreversibili conseguenze
psicofisiche viene accusato di costruirsi uno status di
invalidità o di malattia con lo scopo di sfruttare lo stato o
l'azienda.
Addirittura ci sono casi in cui il lavoratore infortunato viene
ritenuto responsabile intenzionale del proprio danno. Purtroppo in
questi ultimi anni tale prassi (organizzata dai padroni con la
connivenza della magistratura e dei sindacati confederali) è
diventata sempre più diffusa in relazione alla veloce
distruzione di un sistema di "diritti" conquistati con dure lotte dai
lavoratori e contemporaneamente alla feroce precarizzazione del mercato
del lavoro.
A fronte di questa situazione occorre impegnarsi sempre di più
nelle lotte dei lavoratori, indicando però la strada
dell'autorganizzazione e dell'autogestione, linfa indispensabile per
una società di liberi ed uguali.
Nel caso di Antonietta questa prevaricazione (del cui seguito vi
terremo informati) non ostacolerà più di tanto la lotta
da lei intrapresa da tempo per una società anarchica.
U.S.I.-A.I.T. (Unione Sindacale Italiana) e Individualità F.A.I. di Alessandria
|
|