|
Da "Umanità Nova"
n. 38 del 23 novembre 2003
Scanzano: tra speculazioni e resistenza popolare
La rivolta di Scanzano
Non appena
la notizia della scelta di Scanzano Jonico come "sito unico nazionale
per lo stoccaggio delle scorie nucleari" si è diffusa, la
popolazione è scesa in strada compatta facendo blocchi stradali,
presidiando il terreno dove sarà costruito il sito, occupando il
Comune e svolgendo assemblee permanenti.
Quella che sembrava una protesta spontanea, emotiva che si immaginava
dissolversi in poco tempo è diventata protesta di massa,
radicale che ha giustamente coinvolto come controparti le istituzioni
locali, provinciali e regionali. A questo punto la strategia delle
forze politiche locali cambia al punto che i responsabili della
decisione cercano di legittimarsi come paladini degli interessi della
popolazione, la cui protesta si cerca di incanalare su binari
istituzionali. Ma la gente non molla e, nonostante le manovre politiche
continua ad esprimere momenti di lotta radicale utilizzando ogni
occasione, anche quelle istituzionali come i consigli comunali,
provinciali e regionali per contestare duramente i politici. La lotta
si sta estendendo anche ai comuni limitrofi sia in Basilicata che nelle
vicinissime Puglia e Calabria. Non si può escludere che presto
si verifichi una stretta repressiva: a Metaponto lunedì 18
durante una manifestazione di un migliaio di persone la polizia in
assetto antisommossa si stava accingendo a caricare e solo la rapida
discesa in piazza di altre duemila persone ha indotto le forze del
disordine a desistere dai propri propositi.
In questo contesto sta maturando l'ipotesi di una manifestazione
nazionale per il 13 dicembre. I compagni della zona stanno organizzando
uno spezzone anarchico per quella data e fanno appello a tutte le
realtà meridionali perché vi prendano parte.
Liberamente tratto da una corrispondenza scritta e orale di Vitaliano di Palagiano
|
|