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Da "Umanità Nova" n. 38 del 23 novembre 2003

inform@zione


Torino educatori e cooperatori in lotta
Contro la precarizzazione del lavoro nell'assistenza e nel privato sociale, causata dalle leggi Turco-Veltroni e seguenti e dalla nuova delibera del comune di Torino che prevede l'accreditamento dei servizi (in merito comparirà presto su UN un approfondimento, NdR), ha iniziato a mobilitarsi un gruppo di lavoratori dei servizi (sia educatori che operatori) del pubblico e del privato, richiedendo garanzia del reddito, un unico contratto di comparto che abbatta le differenze salariali tra educatori ed operatori e tra lavoratori del pubblico e del privato, ponendo fine a discriminazioni utili solo all'amministrazione e alle centrali cooperative per ricattare gli uni e gli altri, e il ritiro della delibera del comune di Torino. Questo gruppo di lavoratori è promosso dalla FLAICA-CUB di Torino che da anni sta lavorando sindacalmente con gli educatori e gli operatori delle cooperative.
Una prima scadenza è stata l'assemblea che si è svolta venerdì 24 ottobre in serata alla cascina Marchesa di Torino e ha visto una buona partecipazione di lavoratori del settore sia pubblici che privati e un buon livello di discussione. Due settimane dopo un gruppo di educatori ha contestato con un volantinaggio una conferenza dell'Assessore all'Assistenza del comune, Lepri, che si svolgeva presso la Galleria di Arte moderna della città. I lavoratori presenti hanno volantinato a tutti gli intervenuti, per lo più lavoratori dei servizi e familiari di disabili. Durante l'intervento dell'Assessore alcuni di loro sono entrati nella sala della conferenza e hanno aperto uno striscione che diceva "No all'accreditamento" causando reazioni di forte imbarazzo nei funzionari comunali e il plauso dei lavoratori e dei familiari presenti. Quattro giorni dopo, durante il ricevimento offerto dal sindaco di Torino Chiamparino alle associazioni dei familiari all'interno del Palazzo civico, è stata tentata un'analoga iniziativa che è stata però impedita dalla sicurezza interna del Comune che ha costretto i lavoratori presenti a limitarsi al volantinaggio all'esterno del palazzo. Anche qui, comunque, il volantino è stato accolto con simpatia e soddisfazione dai componenti di quelle associazioni che non hanno rinunciato a far valere il diritto dei loro familiari a una vita decente.
La mobilitazione continua.
Flora Purim

Rimini antifascista
Alla manifestazione promossa da Forza Nuova contro i migranti e sulla "questione del crocifisso" le componenti antifasciste e antirazziste di Rimini hanno risposto, inizialmente, facendo informazione su coloro che, tra le altre nefandezze, hanno definito "piazza tre ladroni" il luogo dedicato ai tre partigiani lì impiccati dai nazifascisti. Il momento informativo e comunicativo si è concluso venerdì con un aperitivo antifascista in cui si è anche brindato al "genio" di cui sopra, ora indagato con l'accusa di vilipendio delle forze di Liberazione.
Il punto successivo della risposta, sabato 15 novembre, è stato scendere in piazza per impedire che FN potesse sfilare per il centro di Rimini. Invece che attendere in piazza Cavour il provocatorio faccia-a-faccia predisposto dalla Questura, tutti gli antifascisti (tra cui il gruppo Libertad F.A.I. Rimini ed altre individualità anarchiche e libertarie della città e della regione) hanno aggirato lo sbarramento delle forze del disordine e hanno formato un picchetto in corso d'Augusto, strada dalla quale sarebbero dovuti passare i fasci. Risultato: il corteo di FN è durato forse 150 metri e non ha mai raggiunto la piazza in cui sarebbe dovuto arrivare...
uno del "Libertad"

S. Polo D'enza: chiudere il lager Morini
Si è tenuta sabato 15 a S. Polo D'Enza (RE) una manifestazione internazionale per la chiusura dell'allevamento Stefano Morini. La ditta, che da più di trent'anni fornisce animali ai laboratori di vivisezione, attualmente detiene più di 600 cani beagle, conigli, porcellini d'india e ratti, ed ha visto crescere negli ultimi anni un forte movimento di contestazione che fra presidi, campagne di informazione e azioni dirette ha raggiunto il suo culmine nel novembre dello scorso anno, quando 99 beagle sono scomparsi dallo stabilimento durante un'azione notturna. La liberazione è stata rivendicata dall'ALF (Fronte di Liberazione Animale) nel febbraio 2003, con un filmato dove si assicurava l'affidamento dei cani all'affetto e alle cure dei loro liberatori. Nella grigia giornata di sabato un nutrito numero di animalisti (probabilmente più di un migliaio) ha attraversato le vie principali del comune con slogan, fischietti, tamburi e tante parole arrabbiate, fino allo sbarramento di polizia e carabinieri che puntualmente difendeva il lager e l'abitazione della signora Soprani, proprietaria dell'allevamento. Fortissima la presenza di anarchici. L'evento ha voluto ricordare ancora una volta la triste realtà dello sfruttamento animale negli allevamenti intensivi, la stupidità di una sperimentazione che non ha alcun risultato scientificamente utile se non quello di arricchire e sostenere il mercato delle ditte farmaceutiche, torturando quotidianamente chi non ha voce per difendersi, e che non c'è alcuna differenza fra la carcerazione umana e animale, fra la libertà umana e la libertà animale.
Michele

Padova presidio esposti amianto
Tre bare all'entrata della stazione ferroviaria di Padova, così come in altre città, per il funerale di C. Otto, ossia del Comma 8 della Legge 257 che dal '92 riconosceva i benefici previdenziali per i lavoratori dei cicli produttivi a rischio amianto. Al funerale-presidio dell'11 novembre ha partecipato almeno una cinquantina di lavoratori delle ferrovie e dell'industria di Padova, Vicenza, Treviso e Mestre; in prima fila gli operai delle patavine Officine Meccaniche Stanga, rappresentanti dell'ORSA e della CUB, oltre ovviamente all'Associazione Esposti Amianto che aveva promosso l'iniziativa, il cui portavoce Carmelo Mandosio ha, in un intervento col megafono, sottolineato l'importanza di difendere i diritti acquisiti da quei lavoratori che sono andati in pensione con i benefici della L. 257.
Ai lavoratori dell'Aps (trasporti pubblici) presenti sulla piazza antistante la stazione e ai tanti pendolari di passaggio, è stato distribuito un volantino che ricordava ironicamente la prematura scomparsa di C. Otto l'amico dei lavoratori, caduto in un agguato il 30 settembre scorso sotto 47 stilettate (ossia l'articolo 47 del collegato alla finanziaria che cancella una fetta di legislazione sociale) a tradimento da parte di un governo che ha "deciso che il denaro sottratto alle pensioni degli esposti all'amianto serviva a cose più importanti" ossia fare cassa per sanare i bilanci in passivo e recuperare i 600 milioni di euro destinati, con la scusa della ricostruzione in Iraq, alla guerra degli Usa.
UN reporter

Viareggio corteo contro la repressione
Si è svolta tranquillamente la manifestazione contro la repressione organizzata dai comitati contro la repressione facenti parti della sinistra extraparlamentare.
Come anarchici abbiamo deciso di partecipare con uno spezzone che chiudeva il corteo: lo striscione preparato dai compagni del gruppo anarchico versiliese riportava una frase molto conosciuta ma molto efficace scritta in rossonero con la a cerchiata "la repressione non ferma le lotte".
Tra le 200 e le 300 persone che hanno attraversato la città e poi il viale a mare, gli anarchici erano circa 30-40 con le bandiere e i volantini della "anarchica giornata" che si svolgerà sabato, dove si ufficializzerà la nascita del gruppo anarchico versiliese.
Presenti compagni di Pietrasanta, Viareggio, Carrara, Massa, Montignoso.
Nessun problema con le forze dell'ordine, in tenuta antisommossa e in borghese nell'ordine di molte unita.
Abbiamo scandito cori contro la repressione, ma il più gettonato è stato il buon vecchio "né dio né stato né servi né padroni"
Daniele










 

 



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