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Da "Umanità Nova"
n. 38 del 23 novembre 2003
La libertà è contagiosa
"Offendere
l'onore e il prestigio delle Forze Armate" significa idealmente
disertare quei presupposti ideologici che fanno della violenza e la
sopraffazione i valori dell'autorità. Materialmente significa
rifiutarsi di uccidere, torturare, umiliare e distruggere "in nome
loro" e cioè in nome di uno stato, qualsiasi esso sia. Marco,
compagno e membro della Commissione Antimilitarista della F.A.I.
è stato "avvisato" dalla Procura della Repubblica di Torino
nella figura del sostituto Onelio Dodero di essere perseguibile da sei
mesi a tre anni (art. 342 C. P.) per aver espresso questo suo rifiuto
ideale e materiale. Avendo infatti chiamato per nome le Forze Armate,
"organizzazione criminale", nella missiva che spedì al distretto
militare dove dichiarava la sua obiezione totale, Marco sarà
processato non già per il suo atto di non sottomissione compiuto
ma per "reato d'opinione", per aver quindi espresso liberamente le sue
idee. Sappiamo che la solidarietà non è solo condivisione
e l'antimilitarismo c'insegna che un'istanza etica significa poco se
non è accompagnata da un atto, da un'azione, costringendoci
quotidianamente a lottare contro l'autoritarismo e la gerarchia a
partire dai nostri territori, dalla famiglia, dalla scuola, dal lavoro.
Anche la democrazia, il moderno marchingegno dell'autorità,
c'insegna qualcosa e non da adesso. C'insegna che la libertà
è pericolosa e contagiosa e che in tempi in cui il "migliore dei
mondi possibili" traballa assediato da diseredati e ribelli anche la
tanto sventolata libertà d'espressione è un lusso a cui
bisogna porre rimedio, con ogni mezzo necessario.
Non ci fermerete mai.
Solidarietà a Marco, diserzione è libertà.
Commissione Antimilitarista - FAI
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