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Da "Umanità Nova" n. 39 del 30 novembre 2003

Impugna il futuro, vivi l'utopia!
Il congresso provinciale della FAI reggiana


In vista del prossimo congresso provinciale della FAI reggiana vi proponiamo alcuni stralci delle relazioni congressuali.

Ruolo e prospettive della FAI reggiana
La FAI reggiana dovrebbe proseguire i precedenti passaggi politici e organizzativi puntando a radicare la propria struttura, fondata su gruppi specifici, come condizione essenziale per continuare a crescere politicamente. Parallelamente, la federazione andrebbe aperta, in modo armonioso, alle nuove realtà situate soprattutto in provincia, e a tutti quei compagn* che condividono il programma, l'intesa associativa e il metodo di lavoro. E ancora, andrebbero assunte anche quelle adesioni, "in senso largo", per capirci, di quei compagn* che pur non militando assiduamente accettano e sostengono il nostro progetto.

Sarà necessario proporre, per il futuro più prossimo, un progetto organizzativo fondato su gruppi funzionanti e coordinati a livello provinciale, capaci di praticare un vero percorso federativo. Se non saremo in grado di dare un'immediata prospettiva alla dinamica associativa, partendo dal semplice per arrivare al complesso, si correrà il serio pericolo di smentire l'anarchismo stesso in uno dei suoi capisaldi distintivi e discriminanti.

Per queste ragioni puntiamo su un progetto federativo di lungo periodo, in grado di relazionarsi con le situazioni di lotta sollecitandole verso quelle pratiche libertarie, altrimenti irraggiungibili senza questo contributo specifico.

Se mancheranno le indicazioni culturali e politiche dell'anarchismo, fatte di pratiche autogestionarie, azioni dirette, solidarietà e fratellanza, partecipazione in prima persona, rifiuto della delega, i movimenti sociali saranno portati verso derive riformiste e burocratiche.
La caratteristica portante delle futura federazione dovrà essere proprio quella di una vera forza rivoluzionaria in grado di fare la sua battaglia di riferimento ideale, mettendosi continuamente in rapporto con i movimenti sociali per cominciare a trasformare rapporti assetti e relazioni. Solo un soggetto politico complessivo dotato di memoria storica, tensione comunitaria, militanza fraterna e di prospettiva libertaria, può essere credibile nel contesto attuale e proporsi come luogo/spazio di aggregazione.

Ambiti di intervento e attività federali
La FAI reggiana ha sviluppato a livello provinciale un intervento quotidiano finalizzato al radicamento dell'anarchismo comunista e organizzatore.

Prioritario è stato per la federazione l'organizzarsi sul territorio provinciale dando vita a gruppi e circoli di militanti che portassero nelle situazioni locali, dalla città al paese, una realtà anarchica specifica.
Riteniamo che non esista anarchismo senza una precisa presa di posizione sulla questione organizzativa: non crediamo ai partiti, alle burocrazie, ai ceti politici e a tutte le organizzazioni strutturate verticalmente, ma non accettiamo neppure logiche informali, che altro non sono che un verticismo mascherato, o individualiste, che non incidono sul percorso sociale che ci interessa. L'organizzazione anarchica, come libera federazione di individui uniti in gruppi, che parte dal semplice per arrivare al complesso, che esprime mandati sempre revocabili ma allo stesso momento precisi, è per noi irrinunciabile garanzia di libertà collettiva e strumento decisionale egualitario, oltre che embrione sperimentalista della società futura.
Il percorso di federazione e distribuzione dei gruppi locali sul territorio provinciale reggiano ha visto in alcuni casi riuscire la battaglia per la rivendicazione delle sedi (Reggio e Correggio), in conformità alla campagna lanciata anni fa per il recupero del patrimonio storico degli anarchici, distrutto dal fascismo. Parallelamente, assieme alle sedi è stato rivendicato il diritto dei giovani, dei cittadini, degli immigrati ad avere case, spazi di socialità da autogestire e strutture di ritrovo al di fuori delle logiche di partito e di mercato, trovando alleanze nel mondo dell'associazionismo e degli spazi sociali.

Con il progetto, poi, dell'Archivio storico-Libreria della FAI reggiana, che aprirà prossimamente, e delle iniziative culturali e librarie di vario genere collegate, mireremo ad aggregare molti, dagli anziani ex-militanti ai giovani studenti, sui temi della controcultura libertaria.
Ma più e oltre il lavoro specifico, caratterizza la FAI reggiana l'intervento nei movimenti e nei conflitti sociali, confrontandosi al suo esterno per togliere spazio in questi alle burocrazie politiche e sindacali. In particolare i militanti della Federazione sono stati i principali promotori dell'esperienza locale del sindacalismo autogestionario e di base, partecipando a storiche lotte nelle fabbriche cittadine, nel settore metalmeccanico e chimico.

Il tema dell'antimilitarismo, che ci vede da sempre in prima linea per la disubbidienza, la diserzione, l'antipatriottismo, la distruzione degli eserciti e delle frontiere, il boicottaggio delle produzioni di morte, è per noi intrinsecamente legato a quello delle lotte sociali, perché i momenti più significativi delle battaglie antibelliche degli ultimi anni sono stati i grandi scioperi autorganizzati del 1992 contro la 1° guerra del Golfo, del 1999 contro quella in Kossovo e del 2 aprile 2003, contro la guerra in Iraq. Scioperi che hanno visto gli anarchici, a livello nazionale, promuovere l'unità dei lavoratori con il movimento.

Abbiamo partecipato a numerose iniziative di piazza, stimolando una critica radicale, pur fra le mille difficoltà rappresentate dalla presenza, in questo come in tutti i movimenti, di partiti e partitini, leader e leaderini.

La FAI reggiana ha sempre rifiutato posizioni elitarie o marginaliste all'interno del movimento, e si è sempre mossa nello spirito di quell'attualismo che non ha paura di affrontare le contraddizioni, sempre al di fuori di qualsiasi ambito istituzionale o elettorale, e di qualsiasi professionismo, interesse economico o gerarchia.

Fra le principali nuove frontiere del nostro impegno c'è quella della Cassa di Resistenza e Solidarietà Libertaria, che ha realizzato interventi in Chiapas, Argentina, Serbia, Russia e Senegal.

Infine, riteniamo necessario ribadire con fermezza i principi e i metodi dell'anarchismo sociale contro le derive elettorali-referendarie.
Il nostro anarchismo, in coerenza con i principi originali, da sempre ritiene l'astensionismo un passaggio fondante e discriminante per l'azione rivoluzionaria.

FAI – Federazione anarchica reggiana










 

 



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