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Da "Umanità Nova" n. 40 del 7 dicembre 2003

Carne da macello
USA: reclutati per la guerra immigrati clandestini


Il Pentagono preferisce Latini e Messicani per la linea di fuoco nella Guerra contro il Terrore e prepara le prossime generazioni di carne da cannone.
Andrew Gumbel ha scritto per l'Indipendent (giornale londinese) il 10 settembre che a causa dell'aumento giornaliero dei morti e feriti tra le truppe USA nel corso della guerra mondiale del presidente G. Bush, l'esercito USA per il reclutamento sta rivolgendo le proprie attenzioni verso le comunità Latine, includendo tra questi decine di migliaia di immigrati non cittadini USA.
Gli ufficiali di alto grado hanno identificato nei latini l'etnia più promettente per il reclutamento. La comunità Latina aumenta rapidamente e costantemente di numero negli USA. Tra i Latini un gran numero ha un reddito molto basso, sono uomini in età da servizio militare, inoltre con poche altre prospettive di lavoro o studio.
Oltre alle comunità latine USA da molte generazioni il reclutamento è stato esteso anche ad immigrati non cittadini USA, ai quali è stata data la possibilità di chiedere la cittadinanza il giorno stesso della loro coscrizione, invece di aspettare i 5 anni standard dal ricevimento della carta verde.
Più di 37.000 non cittadini USA, quasi tutti Latinos, sono attualmente arruolati nell'U.S. Army. Tuttavia la necessità di procurarsi carne da cannone è tale che i reclutatori dell'US Army hanno attraversato la frontiera con il Messico cercando di convincere ragazzi messicani che hanno abbandonato la scuola e che desiderano avere documenti e residenza USA ad arruolarsi nell'esercito.
Lo scopo dichiarato dal Pentagono è di portare il numero dei Latini nell'armata USA dal 10% al 22%.
Mentre i generali giudicano molto positivamente la voglia di documenti USA dei messicani che vivono illegalmente negli USA, i gruppi pacifisti ed antimilitaristi hanno denunciato che in realtà si sta giocando sullo sfruttamento cinico di giovani poveri che sono irregimentati per essere carne da cannone. I rapporti degli immigrati illegali con il resto del tessuto sociale Americano è molto debole, quindi l'impatto della morte di immigrati illegali sulla linea del fronte non ha lo stesso impatto della morte di un cittadino americano.
Rick Jahnkow del Comitato contro il Militare ed il reclutamento di S. Francisco dice: "i giovani clandestini sono vulnerabili economicamente. Questa è la ragione per la quale sono scelti. Non c'è dubbio che i nuovi e vecchi poveri forniranno gli strumenti per combattere le guerre future".
Recenti statistiche del Centro Hispanico dimostrano che i Latini sono già utilizzati nelle missioni più pericolose di combattimento in maniera sproporzionata al loro numero. Mentre i latini sono ancora pochi nelle forze armate prese in toto (il 9,4% dei soldati reclutati nel 2001), la loro percentuale raddoppia (17,7%) tra i soldati impiegati in azioni di Guerra. In Iraq il primo GI morto non era un cittadino USA ma guatemalteco: José Gutierrez. Ad oggi 12 dei 345 soldati USA morti nella Guerra in Iraq non sono cittadini americani.
I militari chiamano questa strategia mirata "Reclutamento della Povertà". Tutta la loro pubblicità mira a vendere il servizio militare come un attrattiva possibilità di carriera o un trampolino di lancio per proseguire gli studi. Nelle parti più povere dell'Unione gli ufficiali reclutatori iniziano a lavorare sui giovani sin dalle scuole elementari. A livello universitario le offerte del G.I. bil sono ottenimento del diploma di laurea grazie accrediti formativi ottenuti tramite prestazioni di servizio militare operativo (zone di Guerra), speciali programmi e corsi per militari con riduzione del numero di esami per il conseguimento del titolo di studio. Pagamento minimo o zero per le tasse universitarie, assegni di studio offerti dall'esercito, marina, aviazione e marine fino a 50.000 USD annui per le reclute. Questi programmi ed offerte sono sostenute da una rete di scuole ed università "amiche dell'esercito".

Studenti non soldati
In diverse scuole a Los Angeles e Campus universitari è attivo un movimento studentesco che ha lanciato una campagna contro la presenza dell'esercito nelle scuole: "Student not Soldier (Studenti non Soldati)". In questo mese si sono registrati casi di reclutatori dell US ARMY di San Diego che sono stati buttati fuori dalle scuole di Tijuana in territorio messicano per aver tentato di entrare con l'aiuto di messicani pagati nelle scuole per distribuire materiale di propaganda per l'arruolamento. Anche nel territorio USA l'opposizione del movimento sta portando alla chiusura di alcuni uffici di reclutamento in istituti e università. In particolare il movimento ha trascinato in giudizio l'US Army per truffa. Ragazzi reclutati con la promessa di immetterli in corsi di formazione abbreviati con borse di studio in cambio di servizio ausiliare, si sono trovati in zona di Guerra in Iraq senza avere visto un dollaro per i loro studi e senza avere avuto la minima possibilità di partecipare ad alcun corso.
In un volantino di Student not Soldiers si legge: "Meglio essere chiari, la Guerra è fatta per il profitto e l'impero, ha bisogno di milioni di ragazzi da mandare in giro per il mondo a fare il lavoro sporco per conto dei pescecani di turno. Tu ed i tuoi amici volete essere trascinati in questo mostruoso piano o piuttosto vi conviene unirvi a noi e fermare questa pazzia?
Molti soldati sulla linea del fronte sono Neri, Latini, poveri di tutti i colori. Molti dei ragazzi mandati al macello provengono dalle scuole più povere dell'Unione. Le persone di colore sono 1/3 di tutti i coscritti ma solo 1/8 di loro sono ufficiali. Solo il 35 percento dei ragazzi arruolati con la promessa di formazione durante il servizio militare riceve un qualche benefit educativo da parte dell'esercito. Solo il 12% degli uomini ed il 6% delle donne veterani di guerra sono riusciti ad utilizzare la loro esperienza militare per ottenere un lavoro regolare. Gli immigrati arruolati ottengono immediatamente la cittadinanza USA solo in caso di morte per cause di servizio.
Dick Cheney ha detto che la "Guerra al terrorismo " potrebbe durare 20-30 anni. Zio Sam ha bisogno di preparare le prossime generazioni di carne da cannone.
Siete liberi di credere a tutte le falsità e menzogne che volete. Ma ognuno sa che cosa significano in realtà ‘difendere la nostra Democrazia' e ‘libertà per tutti': più di due milioni di persone (la maggior parte neri , latini e nativi) detenuti negli USA, la legge dei tre colpi (dopo tre crimini minori si viene giudicati e condannati come criminale pericoloso ed abituale), la brutalità della polizia. Cosi diventa evidente che chi è al fronte non sta combattendo per la libertà di tutte le persone di questo paese. Basta guardare quello che sta accadendo ai cittadini USA arabi, mussulmani, e Sud asiatici: sono tutti tenuti sotto stretta sorveglianza o tenuti in moderni campi di concentramento, senza diritti, senza avvocati, senza processi, senza giudizi equanimi.
Con la legge voluta da G. Bush "no child left behind (nessun bambino deve essere lasciato indietro)" tutte le scuole che ricevono fondi federali debbono passare informazioni in forma confidenziale ai centri di reclutamento dell'US Army."

Il movimento studentesco Americano contro il reclutamento
Il movimento Americano contro il reclutamento (anti-RTOC) è arrivato al 5° sciopero studentesco contro il reclutamento e la Guerra. Un ruolo importante nella campagna antimilitarista è giocato da "Not in my name". Il movimento Americano lavora perché la generazione di coscritti USA si unisca in unica forza di lotta ma non nell'esercito di distruzione e morte di G. Bush II. Storicamente il movimento studentesco americano è stata una delle forze trainanti contro la Guerra in Vietnam, per i diritti civili, nel sostegno alle Black Panther e nelle battaglie per bloccare le brutalità poliziesche. Negli ultimi anni gli studenti hanno sviluppato lotte in solidarietà con Mumia Abu Jamal, Leonard Peltier, contro la globalizzazione dall'alto e per i diritti dei migranti. Oggi centinaia di migliaia di studenti nord americani sono impegnati nella protesta contro la guerra illegittima di Bush in Iraq.
Sebbene non siano state in grado di prevenire la guerra, le mobilitazioni contro la guerra all'interno del paese può dimostrare al mondo che negli USA molti si oppongono al governo. Momenti significativi di lotta nell'ultimo mese sono stati i blocchi alle raffinerie della Bay area di San Francisco per impedire la lavorazione del petrolio iracheno (raffinerie Texaco). La loro pratica di opposizione e resistenza interna al paese può aiutare ad isolare il governo USA ed i suoi epigoni europei. Nel corso di questa lotta le persone sviluppano nuove forme di socialità e praticano il mezzo dell'azione diretta e dell'autogestione.

Ennio Carbone dell'Ateneo Libertario A gatta

Si ringrazia Peter Phillips per prima la parte dell'articolo.
Peter Phillips è Professore Associato alla Facoltà di Sociologia della Sonoma State University.
www.projectcensored.org







 

 



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