Da "Umanità Nova"
n. 42 del 21 dicembre 2003
Ginevra. Summit dell’Informazione
Una inutile pantomima
Dal 10 al 12
dicembre si è tenuta a Ginevra la prima sessione del WSIS ("The
world summit on the information society"), un summit internazionale
patrocinato dall'ONU ed organizzato da una sua agenzia, l'ITU
("International Telecommunication Union"). La riunione è stata
preceduta, nel corso degli ultimi tre anni, da varie tappe intermedie e
si concluderà nel novembre 2005 con una seconda sessione in
Tunisia. Prima di quella data si svolgeranno altri incontri regionali,
incentrati su temi specifici. Al vertice svizzero sono stati invitati
circa 8 mila delegati e, oltre ai rappresentanti governativi, anche
imprenditori, associazioni ed operatori dei mezzi di comunicazione di
massa.
I temi portanti di questo summit abbracciavano l'ampio campo
dell'informazione e della comunicazione, che si presta poco ad essere
delimitato all'interno di una conferenza internazionale. L'idea di
partenza era quella di creare una rete di cooperazione fra le nazioni
capace di colmare la distanza esistente fra chi ha accesso
all'informazione e chi non lo ha (il cosiddetto "digital divide"),
coinvolgendo in questa azione non solo i governi ma anche la
comunità scientifica e quella economica.
In questa prima fase due erano gli obiettivi: l'approvazione
di una "Dichiarazione di principi" che permettesse di condividere una
visione comune dei problemi e l'approvazione di un "Piano di azione" da
far partire prima dello svolgimento della seconda sessione nella quale
verranno fatti un primo bilancio dei risultati e pianificati altri
interventi.
Più concretamente, tra le proposte specifiche in discussione,
c'erano argomenti riguardanti un po' di tutto: dalla revisione dei
programmi scolastici, al "governo" di Internet, dalla progettazione di
nuovi computer allo sviluppo di nuovi programmi informatici. Tra i
risultati auspicati (entro il 2015) l'estensione a tutta la popolazione
della Terra dell'accesso a radio e tv e di almeno metà della
popolazione alle "tecnologie dell'informazione e della comunicazione".
Al di là delle buone intenzioni e delle roboanti
dichiarazioni di principio, si è trattato dell'ennesima
passerella dei padroni del mondo che fingono di discutere sulle
disuguaglianze esistenti preoccupati solo di come gestirle nel modo
migliore per i loro interessi.
Le ragioni della critica a consessi del genere non stanno
esclusivamente nella loro natura, ma anche nella contestazione radicale
dell'impostazione data alle tematiche dell'informazione e della
comunicazione.
In questi summit, per esempio, vengono tenute poco o per
niente in conto le cause del "divario digitale" legate ad un sistema
che si basa sullo sfruttamento: non è certo un caso che la
totalità della popolazione che non ha accesso all'informazione
sia quella dei paesi più poveri e che, anche all'interno di
quelli più ricchi, ci sia la stessa disuguaglianza fra chi
può permettersi di usare le moderne tecnologie e chi non
può.
Viene data per scontata la bontà, salvo piccoli
aggiustamenti, dell'attuale sistema di comunicazione e informazione, un
settore completamente in mano a pochissimi potentati economici e
politici che gestiscono i flussi di dati esclusivamente a proprio
vantaggio e che hanno tutto l'interesse a continuare a mantenere
inalterato questo stato di cose. L'esempio italiano non è
isolato ma sicuramente è tra quelli che meglio descrivono la
situazione esistente e non è certo un caso che l'unico a
prendere la parola a Givevra sia stato il Ministro Lucio Stanca che
però lo ha fatto a nome dell'Unione Europea.
L'idea che per colmare il divario esistente si debba
necessariamente procedere con interventi dall'alto verso il basso
è caratteristico delle istituzioni basate sulla gerarchia e
l'autoritarismo. Esattamente lo stesso tipo di istituzioni e di logica
che hanno prodotto il tanto vituperato "digital divide". Nonostante
questo il perdurare dei monopoli come quello della Microsoft o
l'esistenza ed il continuo rafforzamento delle legislazioni sul
copyright, non vengono per nulla scalfiti da questo genere di
iniziative.
Sul fronte dell'opposizione, nonostante l'evidente importanza
dei temi in discussione al summit di Ginevra si è registrato uno
scarso interesse ed una partecipazione ridotta, oltre ad una
sostanziale frammentazione delle iniziative, provocata dal fatto che al
WSIS sono state invitate, ed hanno accettato di partecipare, anche
"Organizzazioni non Governative" e rappresentanti di quella che si
suole chiamare "società civile".
La "Platform for Communication Rights", un gruppo di ONG che
opera nel settore dei media, ha organizzato "CRISIS" ("Communications
Rights in the Information Society") un "Forum sul diritto alla
comunicazione" durante i giorni del summit. Le diverse conferenze hanno
trattato i rapporti fra Comunicazione e povertà, Comunicazione,
conflitti e pace, Comunicazione, copyright, brevetti e mercato,
Comunicazione e diritti umani. Tra i finanziatori di questo Forum ci
sono noti "benefattori" dell'umanità come la "Fondazione Ford".
Prima e durante lo svolgimento del WSIS, gruppi di attivisti
internazionali, riuniti nel cartello "Geneva 03", hanno organizzato
"WSIS? WE SEIZE!": una serie di incontri e di iniziative in contrasto
con le linee portanti della conferenza ufficiale. Ed è su questi
che si è fatta sentire - da subito - la famigerata democrazia
elvetica che il 9 dicembre ha sgomberato il "Polymedia Lab". Il
laboratorio ha però riaperto il giorno successivo in un'altra
sede ed è riuscito comunque a portare avanti le iniziative
previste. Molti hanno criticato gli organizzatori di "Geneva03"
perché hanno accettato un finanziamento da parte dell'Open
Society Institute, una fondazione legata al noto finanziere
"filantropo" George Soros.
Il 12 dicembre una minuscola manifestazione non autorizzata
è stata oggetto dalle poco benevole attenzioni dei gendarmi
svizzeri che hanno distribuito qualche manganellata ed operato alcuni
fermi.
Indicativo, infine, l'episodio del quale sono stati
protagonisti "Reporteres sans frontieres" che hanno attivato una radio
pirata per protestare contro il loro mancato invito al WSIS.
L'emittente è stata immediatamente oscurata dalla polizia
postale appena ha iniziato a trasmettere. Tanto per chiarire la
differenza che passa fra le chiacchiere sulla libertà di
comunicazione e sull'accesso all'informazione e le sue applicazioni
pratiche.
Il summit di Ginevra e quello di Tunisi non riusciranno
sicuramente a sciogliere il nodo principale, vale a dire chi
pagherà il "conto" per colmare il "digital divide" costruendo
infrastrutture in paesi poveri e già pesantemente indebitati. Ma
la propaganda ha già presentato come un grande successo la
partecipazione delle ONG alla conferenza mentre ha messo in secondo
piano le critiche dei paesi africani sul differimento del negoziato a
proposito della creazione di un fondo speciale per finanziare i
progetti tecnologici, ritenuto l'unico modo per aiutare la crescita
della società dell'informazione nei paesi poveri. Il
rappresentante di Cuba ha avuto buon gioco per una facile dichiarazione
demagogica (vista la censura esistente nell'Isola) affermando che
è più importante combattere la povertà, la fame e
l'ignoranza piuttosto che occuparsi dei computer. Il delegato della
Banca Mondiale ha addirittura riproposto l'apologo di Menenio Agrippa
sull'interdipendenza tra "ricchi e poveri", entrambi "collegati in
molti modi: non solo dal mercato e dalla finanza ma anche dalla
migrazione, dall'ambiente, dalle malattie, dai conflitti e dal
terrorismo", dimenticandosi - ovviamente - di ricordare che gli aspetti
negativi di questa interdipendenza stanno sempre e tutti da una parte
sola.
Nessun risultato di rilievo, quindi e anche la data di
svolgimento della seconda parte del WSIS potrebbe slittare in quanto la
Tunisia è sotto accusa perché i suoi cittadini non godono
dei più elementari diritti civili. A conclusiva dimostrazione
che il problema del "divario digitale" nella società
dell'informazione non si può risolvere senza che venga messa
radicalmente in discussione l'impianto complessivo di un sistema basato
sullo sfruttamento e l'esclusione.
Pepsy
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WSIS in cifre
[dati ufficiali] --------------------------------------------------
Stati
partecipanti
176 (4590 delegati)
Organizzazioni internazionali 50 (225 delegati)
Enti
ONU
37 (620 delegati)
Agenzie
ONU
13 (347 delegati)
ONG
481 (3310 delegati)
Imprese
98 (514 delegati)
Media
631 (970 delegati)
Ospiti
-- 471
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