Da "Umanità Nova"
n. 42 del 21 dicembre 2003
Nessuna frontiera, nessuna nazione, nessuna galera
Trapani manifestazione nazionale il 28 dicembre
Il
28 dicembre 2003 ricorre il quarto anniversario della strage del CPT
"Serraino Vulpitta" di Trapani in cui morirono sei giovani immigrati
maghrebini in seguito a un incendio divampato in una delle celle.
Nonostante l'immediata reazione degli antirazzisti siciliani e le lotte
intraprese per ottenere la chiusura del "Vulpitta", i Centri di
Permanenza Temporanea continuano a essere lo strumento privilegiato da
parte dello Stato e del Capitale per reprimere e annientare la
libertà di movimento e il desiderio di donne e uomini di vivere
con dignità la propria vita.
Gli immigrati continuano ad essere carne da macello a causa
delle norme in materia di immigrazione. La legge Bossi-Fini è
risultata – in termini di efficienza repressiva – la più
naturale prosecuzione della Turco-Napolitano, che istituì i CPT
in ossequio al Trattato di Schengen: ai confini della Fortezza Europa,
infatti, continua a morire un numero indefinito di esseri umani.
Uno dei risultati più importanti della mobilitazione
antirazzista degli ultimi anni è stata la crescita
dell'attenzione da parte dell'opinione pubblica sui temi
dell'immigrazione, dei diritti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e
dell'accoglienza. Questa pressione dal basso è riuscita a
garantire un costante controllo e una continua vigilanza da parte del
movimento sulle reale condizioni dei nuovi campi di concentramento del
nuovo millennio.
L'attuale fase politica e sociale per la quale continuano a
crescere i flussi migratori su scala mondiale, viene affrontata dai
governi del Nord del mondo nella maniera più brutale e
liberticida.
I CPT in Italia continuano a esistere, compreso il "Vulpitta" di Trapani.
Nei mesi scorsi all'interno del "Vulpitta" gli episodi di
autolesionismo, i tentati suicidi, le proteste disperate, i tentativi
di fuga si sono susseguiti in maniera drammaticamente crescente.
Gli immigrati reclusi vengono imbottiti di psicofarmaci per stare
buoni; se provano a ribellarsi vengono malmenati, insultati, minacciati
da poliziotti e carabinieri dal manganello facile. Sessanta lunghi
giorni di non-vita e nessuna prospettiva se non quella del rimpatrio o
della clandestinità.
Il nuovo centro di identificazione per richiedenti asilo della
frazione di Salinagrande ha tutti i requisiti per essere un nuovo CPT.
Da tempo si vocifera della creazione di un secondo CPT a Trapani che
farebbe di questa città di frontiera un immenso carcere a cielo
aperto.
Chiudere il "Vulpitta" e tutti i CPT italiani è una
priorità che ogni anarchico, libertario e antiautoritario
dovrebbe porsi poiché è per noi inconcepibile che la
libertà di donne e uomini venga cancellata in questo modo.
I CPT non ammettono mediazione alcuna perché esprimono
pienamente una volontà di esclusione umana ancor prima che
sociale.
Il 27 e 28 dicembre saranno giornate di mobilitazione nazionale a
Trapani per la quale facciamo appello alla massima partecipazione e
alla costruzione di una presenza anarchica e libertaria forte e
visibile .
Manifesteremo la nostra opposizione alle politiche razziste e
militariste dello Stato italiano. Perché nessuno può e
deve essere considerato clandestino.
Trapani
27 dicembre: assemblea pubblica del movimento per il rilancio delle iniziative antirazziste su tutto il territorio.
28 dicembre: conclusioni dell'assemblea e manifestazione pomeridiana.
Commissione antirazzista della FAI
Per contatti e info: giustiziaeliberta@interfree.it
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