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Da "Umanità Nova" n. 42 del 21 dicembre 2003

Misteri militari
Nassirya, il Sismi, il Washington Post


I fatti sono noti: l'8 dicembre il "Washington Post" - solitamente definito "autorevole" perché uno dei portavoce della classe dirigente americana - pubblica una corrispondenza da Baghdad che rivela come i servizi segreti italiani avessero avvertito i responsabili politici e militari dei rischi di un attacco alle basi di Nassirya. Nell'articolo si rendono di pubblico dominio tre diversi rapporti, redatti fra il 6 e il 9 ottobre, con i quali il SISMI, il servizio segreto militare, metteva in guardia da attacchi dei Feddayn Saddam, facendo nomi e cognomi dei mandanti e degli esecutori dei presunti attentati. L'articolo ha provocato un certo clamore mediatico, esauritosi però nel giro di un paio di giorni.

Ci sembra però interessante tornare sull'argomento. Innanzitutto c'è da domandarsi perché il duro attacco ad un esponente di punta del governo Berlusconi, il filoatlantico ministro della difesa Martino, provenga da un giornale dell'establishment di Washington. Forse si tratta di un episodio minore ma significativo dello scontro fra "falchi" e "colombe" tutto interno alla classe dirigente americana? Forse un avvertimento a Berlusconi? Non siamo in grado di rispondere siamo però certi che non si tratta di un casuale "scoop", come siamo certi che con un po' di attenzione nei prossimi mesi riusciremo a decriptare questo "curioso" episodio. Bisogna poi prendere atto che da tutta questa vicenda Martino esce con le ossa rotte. Dietro il serrato fuoco di sbarramento della stucchevole campagna nazional-patriottica seguita alla strage, si nascondeva anche la necessità di nascondere le arroganti dichiarazioni del Ministro della Difesa che pochi giorni dopo aver ricevuto gli allarmati rapporti del SISMI, rasserenava l'opinione pubblica italiana con dichiarazioni come questa, rilasciata il 12 ottobre a New York: "La sicurezza del contingente italiano non è motivo di preoccupazioni… inoltre direi che rispetto alle preoccupazioni della vigilia dell'intervento in Iraq la situazione è enormemente più tranquilla di quanto si pensasse". Oppure di quella rilasciata appena tre giorni dopo: "Nassirya è una zona tranquilla". Bella figura non c'è che dire! Ma ci piace notare anche un particolare "curioso": nella dichiarazione ufficiale rilasciata da Martino poche ore dopo l'attacco di Nassirya il 12 novembre si sostiene che "gli indicatori di intelligence autorizzano a ritenere che l'attentato di oggi sia stato pianificato e realizzato da una cellula di Feddayn Saddam". Si tratta di un evidente riferimento a quanto contenuto nei rapporti del SISMI del 6/9 ottobre e si tratta soprattutto dell'ammissione che quanto riferito in quei rapporti era credibile. Peccato che ci sono voluti 19 morti per rendere credibili quei rapporti. Altra magnifica figura!

Per concludere: a noi interessa poco sapere perché la base dei carabinieri non fosse sufficientemente protetta (sostanzialmente era un problema loro anche se non possiamo fare a meno di pensare ai due civili italiani morti nella strage); ci interessa invece far rilevare come il tragico episodio di Nassirya dimostri la straordinaria incapacità della classe politica che ci governa, tanto servile di fronte al potente alleato americano nella speranza di partecipare alla spartizione della torta della ricostruzione irachena quanto sfrontata nel propagandare come una missione di pace una avventura militarista in un paese occupato.

An.Ru.








 

 



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