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Da "Umanità Nova" n. 1 del 18 gennaio 2004

Anarchici contro il muro
L’esercito israeliano spara ad un manifestante


Venerdì 26 dicembre un gruppo di circa un centinaio di persone, palestinesi, internazionali e israeliani tra cui il gruppo "Anarchici contro il Muro", ha effettuato un’azione diretta contro il Muro dell’Apartheid nei pressi del villaggio di Mash’a. L’azione si è conclusa con il ferimento di due manifestanti e l’arresto di un terzo. Quando i manifestanti hanno iniziato a scuotere la barriera e a cercare di tagliarla, i militari israeliani hanno sparato prima in aria e poi ad altezza d’uomo e Gil Naamati di "Anarchici contro il Muro", è stato ferito gravemente alle gambe. Secondo la testimonianza diretta di chi si trovava nelle immediate vicinanze, un soldato ha mirato contro Gil facendo letteralmente esplodere il suo ginocchio. Dopo aver perso molto sangue è stato trasportato in ospedale e in seguito ad alcune trasfusioni è stato dichiarato fuori pericolo di vita. Anche un'americana del gruppo degli internazionali è stata ferita lievemente da alcune schegge. Quando successivamente il gruppo è ripiegato nel villaggio i militari hanno circondato il paese ed imposto il coprifuoco. Un altro attivista di "Anarchici contro il Muro" è stato arrestato con il pretesto di un interrogatorio in qualità di testimone. La polizia gli ha chiesto di firmare una dichiarazione con cui si impegnava a non entrare nei Territori Occupati per 15 giorni, cosa che ha rifiutato di fare perché avrebbe di fatto significato la rinuncia a continuare le iniziative del campo contro il Muro organizzato a Deir Balout, in cui l'azione si inseriva. È stato rilasciato la sera del giorno seguente ed è in attesa di processo con l'accusa di avere organizzato la protesta e di avere così portato in una situazione di pericoli gli altri manifestanti.

Il campo, iniziato il 19 dicembre e proseguito per due settimane, è nato dalla collaborazione tra attiviste e attivisti anarchici israeliani e comunità locali palestinesi, intenzionate ad opporsi attivamente alla costruzione del Muro. La barriera circonderà infatti su tre lati il villaggio di Deir Balout, separandolo dai suoi terreni e dall'unica strada ancora accessibile e chiuderà gli abitanti un'enclave costretta tra barriere, posti di blocco e insediamenti di coloni. Quello di Deir Balout è il secondo campo contro il Muro a cui partecipano palestinesi, israeliani e internazionali dopo quello tenuto a Mas'ha nella primavera scorsa.
Durante le due settimane sono state organizzate attività varie, oltre alle azioni dirette, e sono state raccolte e distribuite informazioni sulla situazione della regione e sulle violazioni dei diritti umani. Alla manifestazione conclusiva del 2 gennaio hanno partecipato centinaia di persone in risposta all'appello di "Anarchici contro il Muro" in cui si incitava ad "usare i propri corpi e le proprie voci per bloccare il muro". Molti manifestanti, arrivando da Israele non hanno potuto superare gli sbarramenti militari e giungere fino al villaggio. Nel punto in cui sono stati fermati, a Kfar Kasem, hanno dato vita ad un blocco stradale lungo un'arteria che conduce ad una zona di insediamenti di coloni israeliani. La polizia ha effettuato molti arresti, rilasciando tutti e tutte solo in serata, dopo lunghe trattative con i manifestanti stessi.

Nonostante i tentativi di criminalizzare agli occhi dell'opinione pubblica gli attivisti anarchici, dopo il ferimento di Gil Naamati il gruppo "Anarchici contro il muro" ha avuto la solidarietà di alcune parti del movimento pacifista israeliano. La stessa stampa si è trovata costretta a rendere conto non solo del ferimento di un cittadino israeliano da parte dell'IDF – in contrasto con la presunta funzione difensiva e protettiva che tradizionalmente gli si attribuisce - ma anche della radicalità e profondità delle questioni poste dalla sua appartenenza politica.

Nel giro di pochi giorni i soldati che hanno sparato sono stati scagionati da ogni accusa in quanto avrebbero agito rispondendo ad ordini precisi. Lo stesso ordine di aprire il fuoco sarebbe stato legittimato dall'impossibilità di valutare il potenziale pericolo rappresentato dai manifestanti. Fonti militari hanno sostenuto, a giustificazione dell'evento, che non pensavano si trattasse di cittadini israeliani.

Ad oggi non abbiamo informazioni aggiornate sulle condizioni di Gil.

A cura di Ricke

fonti:
Liad di "Anarchici contro il muro"
Indymedia
Gush Shalom











 

 



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