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Da "Umanità Nova" n. 1 del 18 gennaio 2004

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Ancona: due giorni su Malatesta
L'Ancona anarchica e popolare ha commemorato con due giornate di iniziative pubbliche (il 19 e 20 Dicembre) il 150° della nascita di Errico Malatesta che in questa città ha condotto tante lotte rimaste ancora presenti nella memoria storica popolare.
Le iniziative, organizzate dal Gruppo Anarchico "Malatesta" di Ancona (con la partecipazione dell'Associazione Culturale Universitaria "Gulliver" e il CGS Coordinamento Gruppi Studenteschi di Ancona) si sono svolte con successo raccogliendo buona partecipazione e molto interesse.
Venerdì 19 le manifestazioni si sono svolte nella sala del Circolo Culturale "Gulliver" dato che ci era stato negata l'utilizzo della Caserma Villarey (oggi Università), luogo simbolo della rivolta antimilitarista dei bersaglieri nel 1920.
Un pubblico numeroso e attento ha assistito alla conferenza. Dopo una relazione di Gianfranco Careri su "Malatesta ad Ancona" è intervenuto Massimo Ortalli della FAI di Imola che ha ben illustrato ai presenti la figura, il pensiero e l'azione di Malatesta.
Particolare interesse ha suscitato nel pubblico la parte della relazione di Ortalli riguardante il pensiero di Malatesta (il rispetto della libertà, il gradualismo rivoluzionario, la sua posizione precisa sulla violenza, la coerenza tra mezzi e fini, ecc.) che ha chiarito in modo netto quali siano i contenuti storici ma anche attuali dell'anarchismo e la sua grande forza etica e popolare.
Dopo un vivace e interessante dibattito si è svolta la rappresentazione dello spettacolo teatrale-musicale "A Errico" di Anna Redi dal libro "Autobiografia mai scritta" di Errico Malatesta.
Come a Napoli anche ad Ancona lo spettacolo di Anna Redi e degli artisti del suo gruppo è stato un grande successo.
Sabato 20 in "Piazza Malatesta" si è svolta una ben riuscita festa popolare "per Malatesta in piazza Malatesta".
Musica, giovani artisti locali, bandiere (con lo storico striscione della "Casa Malatesta" issato al fianco della lapide del 1953 che ricorda Errico), castagne arrosto, banchetti di cibo e di vino, di propaganda con vendita di libri e di nostra stampa hanno caratterizzato tutto il pomeriggio fino a sera radunando compagni, studenti, abitanti della piazza e del quartiere.
Giordano del "Fabbri" di Jesi ha fatto un seguito intervento sulla situazione attuale e il ruolo degli anarchici.
Senza dubbio il successo dell'iniziativa ci ha dimostrato che Malatesta e l'anarchismo suscitano ancora in città grande fascino e interesse, e ancor più ci mostra come i grandi temi di ieri siano anche oggi al centro della lotta contro un sistema di oppressione e di sfruttamento che diventa ogni giorno più forte e repressivo.
Gruppo Anarchico "Malatesta"

Parma: corteo contro la repressione
Domenica 21 dicembre si è tenuto il corteo contro la repressione, al quale hanno aderito una decina di gruppi ed associazioni parmensi. Tra queste, il gruppo anarchico Cieri, l'Ateneo Libertario e la locale sezione dell'Usi. Con questa manifestazione si voleva protestare contro le brutali cariche poliziesche avvenute venerdì scorso, con successiva caccia all'uomo, contro un presidio di antifascisti che volevano impedire il corteo contro il voto agli immigrati organizzato dalla Lega Nord. A seguito di questi fatti, 2 compagni sono stati arrestati ed altri 27 denunciati. Ebbene, circa 300 manifestanti (dei quali circa una sessantina di libertari) hanno sfilato per le vie di Parma, in un corteo, a dir il vero, abbastanza plumbeo. Infatti, un paio di sere prima della manifestazione, un gruppo di compagni che stavano attacchinando, è stato "preso di mira" in modo, diciamo, "molto caldo" da parte di alcuni volanti della squadra mobile. Ciò ha reso quindi più teso il clima, ed ha contribuito a fare in modo che la manifestazione divenisse molto più "militante" e meno "comunicativa" di quanto alcuni (anarchici compresi) si prefiggevano. Per fortuna, tutto è filato liscio. È andata così: ci accontentiamo.
Gruppo anarchico "Cieri"- FAI di Parma

Trapani: due giorni contro i CPT
La due giorni di iniziative promossa dal Coordinamento per la Pace di Trapani, dal Forum Sociale di Alcamo e da oltre sessanta soggetti politici e associativi siciliani e nazionali per ricordare la strage del CPT "Serraino Vulpitta" in cui morirono quattro anni fa sei immigrati in seguito a un tentativo di fuga, ha ottenuto un enorme successo in termini di partecipazione ed elaborazione politica.
L'assemblea del 27 e 28 dicembre tenutasi nei locali della Cittadella della Salute a Trapani, ha costituito un utile momento di confronto tra le tante realtà che compongono il movimento antirazzista siciliano. Dal dibattito è emerso chiaramente che negli ultimi anni in Sicilia sono nate tante e diversificate esperienze di accoglienza dal basso: autogestione delle lotte al fianco dei migranti, utilizzo di spazi sociali e occupati per risolvere concretamente la questione dell'accoglienza, assistenza sanitaria e legale, sostegno scolastico e promozione culturale, autogestione delle lotte per e con i migranti, costante e necessario monitoraggio di quanto avviene all'interno dei CPT affinché nulla passi sotto silenzio.
Il documento politico prodotto dall'assemblea, nel ribadire la ferma condanna delle attuali politiche in materia di immigrazione attuate da questo come dai precedenti governi in Italia e l'impegno incessante affinché vengano definitivamente chiusi i Centri di Permanenza Temporanea per fare della Sicilia una terra di libertà in cui siano l'accoglienza e lo scambio solidale i parametri comuni e condivisi per scardinare le frontiere della Fortezza Europa, ha espresso la necessità di un rilancio delle iniziative e delle campagne da promuovere in Sicilia e in Italia attraverso una rete che riesca a coordinare l'intervento politico e militante degli antirazzisti siciliani. Tra le diverse proposte ricordiamo la prossima mobilitazione per chiedere verità e giustizia sulle omissioni di soccorso della Capitaneria di Porto di Siracusa subito dopo l'affondamento della nave "Yoahn" che nel Natale del 1996 costò la vita a 284 immigrati; l'urgenza di una campagna efficace per un riconoscimento pubblico e legislativo del diritto d'asilo che possa colmare una grave lacuna nell'ordinamento giuridico italiano, e l'adesione alle prossime mobilitazioni antirazziste previste per la fine di gennaio 2004.
Nel pomeriggio del 28 dicembre, dopo un breve presidio davanti il centro di identificazione per richiedenti asilo di Salinagrande (attualmente chiuso) nel quale ha fatto ingresso una delegazione, oltre mille persone provenienti da tutta la Sicilia, con presenze dal resto d'Italia e dal nord Europa, hanno risposto all'appello alla mobilitazione dando vita a un'imponente manifestazione che si è snodata per le vie di Trapani.
Il corteo, fortemente comunicativo in tutte le sue componenti, ha attraversato la centralissima via Fardella ingrossandosi strada facendo e, dopo una breve sosta davanti il CPT "Vulpitta" - chiuso da settimane per non meglio precisati lavori di ristrutturazione - si è diretto verso il centro storico della città. Qui, la manifestazione ha fatto irruzione nella sonnolenta routine della passeggiata domenicale dei trapanesi nel salotto buono della città: i contenuti della protesta, la presenza degli immigrati al corteo, la rabbia, il massiccio volantinaggio, l'invito a non dimenticare e la denuncia di quanto avviene ancora oggi nel CPT di Trapani hanno avuto un effetto dirompente e coinvolgente.
Il vistoso nervosismo e i maldestri tentativi di provocazione da parte delle forze dell'ordine nei confronti del nutrito e visibilissimo spezzone anarchico e libertario (circa duecento compagne/i provenienti da tutta la Sicilia) non hanno avuto alcun effetto sulla compattezza dell'intero corteo che ha dimostrato che il movimento antirazzista trapanese e siciliano è capace, a quattro anni di distanza dal tragico rogo del dicembre 1999, di mobilitare così tante persone sensibili e attive sul tema della difesa dei diritti di tutti, migranti e non.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria











 

 



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