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Da "Umanità Nova"
n. 1 del 18 gennaio 2004
Solidarietà a Gil Naamaty
Comunicato
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà militante ai compagni di
"Anarchici contro il muro" ed, in particolare, a Gil Naamaty ferito da
colpi di arma da fuoco durante l'aggressione militare subita mentre
cercavano di aprire i cancelli del muro dell'apartheid a Mas'ha.
Quest'aggressione smaschera anche il falso alibi con cui lo stato
israeliano ha provato a legittimare la costruzione del muro della
vergogna: la sicurezza degli israeliani. Per proteggere gli israeliani,
l'esercito di Israele gli spara contro?
Le cause che rendono insicuri gli israeliani come i palestinesi sono
l'esistenza degli eserciti, degli stati, dei fondamentalismi religiosi.
L'iniziativa che i nostri compagni, indipendentemente dalla
nazionalità (israeliana, palestinese o di qualsiasi altro paese
del mondo), stanno portando avanti con il campeggio di Deir Balut e con
le azioni messe in atto in questi giorni è l'unica
possibilità per una vera pace nella regione.
Tutti dobbiamo attivarci per impedire la costruzione del muro, sia
quello fatto di mattoni e cemento in Israele, sia quello mentale
costruito da chi vorrebbe dividere gli sfruttati della terra in base
alla nazionalità o religione.
La commissione di relazioni internazionali della Federazione Anarchica Italiana
internazfai@virgilio.it
We voice our militant solidarity to our comrades of "Anarchists against
the Wall", namely to Gil Naamaty, wounded by firearm shots during the
military aggression the group underwent during the recent action to
pull down the gates of Mas'ha apartheid wall.
Such an aggression unmasks the alibi claimed by Israel to legitimate
the building of the shame wall: to give security to Israeli citizens.
To protect Israeli citizens, the Israeli State shoots some of them?
The real causes of Israeli, as well as Palestine, citizens' insecurity
are the existence of armies, States and religious fundamentalisms.
Well above all nationalities they pertain (Israeli, Palestinian, or any
other country of the world), our comrade's actions during their camp in
Deir Balut show right now the only possible way to peace in the region
– we all must get busy to pull down walls, the cement and brick one of
Israel, the mental one built by those that work to divide the exploited
of the world on the base of nationality or religion.
International relations of the Italian Anarchist Federation
internazfai@virgilio.it
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