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Da "Umanità Nova" n. 2 del 25 gennaio 2004

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Milano: assemblea sul precariato
È d'obbligo considerare che lo sciopero selvaggio organizzato dagli auto-ferro-tranvieri nella giornata di sabato 20 dicembre, cioè nella stessa giornata dell'Assemblea sul Precariato, ci ha sicuramente penalizzato. Ma ben venga: le azioni e la lotta, valgono sicuramente più delle parole.
Di certo ci siamo trovati con una partecipazione ridotta.
Le prime valutazioni sono state proprio sull'importanza della lotta stessa degli auto-ferro-tranvieri, che sicuramente ha scavalcato gli schemi della regolamentazione degli scioperi e del controllo confederale, sotto l'impulso dell'autorganizzazione. Si è valutato positivamente il fatto che al mattino un corteo di lavoratori dei mezzi pubblici si era formato spontaneamente, confluendo nel centro, unificandosi con il corteo dei lavoratori del commercio in lotta per il rinnovo del contratto.
Si è parlato dei gravi e pesanti processi di precarizzazione che vanno avanti inesorabilmente anche all'interno delle grandi aziende, grazie alle leggi approvate ed agli accordi sindacali. Alla Telecom è stato concesso fino al 35% di assunzioni di lavoratori con contratti atipici. Alla Ohmnitel-Vodafone per meglio attivare precarizzazione e flessibilità è stato imposto dall'azienda il passagio dalla categoria dei Metalmeccanici a quella delle Telecomunicazioni, peggiorativo in tal senso. Solo la lotta dei lavoratori ha fatto sì che si mantenessero le condizione pregresse.
Sono state documentate le condizioni di lavoro in nero e di supersfruttamento alle quali sono sottoposti in particolare gli immigrati, approfittando della loro condizione di maggior ricattabilità, e delle vertenze aperte in difesa dei loro diritti dal sindacalismo di base.
Sono stati portati esempi di esternalizzazione nell'ospedale San Raffaele e della lotta di contenimento da parte dei lavoratori. Inoltre è stato considerato come l'ospedale utilizza sempre più personale infermieristico proveniente, in particolare, dalla Romania attraverso la forma cooperativa. Questo permette di pagare meno la manodopera e, attraverso le cooperative, di rompere i meccanismi di difesa dei lavoratori.
Da parte della associazione multietnica Todo Cambia è stato chiesto il sostegno per la manifestazione promossa dal "comitato immigrati" che si terrà il 31 gennaio a Roma, per la regolarizzazione di tutti gl'immigrati e l'eliminazione dei CPT.
Alla fine dell'incontro si è valutata la opportunità di un percorso di confronto tra il sindacalismo di base e il "comitato immigrati"; di seguire la mobilitazione degli immigrati del 31 gennaio; di sperimentare, dove ci sono le condizioni, la possibilità di attivare a livello territoriale le "camere sociali" con l'appoggio e la collaborazione del sindacalismo di base e dell'autorganizzazione sociale.
Enrico

Malatesta per la prima volta a L'Aquila
In base ai documenti fin'ora rinvenuti non è possibile stabilire se Malatesta si fosse mai recato nell'aquilano, ma leggendo una Circolare Ministeriale del 1885, potremmo spingerci a supporlo per il motivo che, tra le varie Prefetture avvisate del rientro in Italia di Malatesta da Buenos Aires, compare anche quella di L'Aquila.
"Viene riferito che il noto Errico Malatesta oggetto delle circolari di questo Ministero in data 5 e 20 maggio 1885 n. 3232 e 3526, sarebbesi allontanato da Buenos Aires per ritornare in Italia. Ne informo la S. V. con preghiera di dare le occorrenti disposizioni per l'arresto del Malatesta qualora giungesse in codesta provincia" (A.S.A., Prefettura di L'Aquila, Affari di Gabinetto e Riservati, b. 22, f. 19, in 'CALICE' Gli anarchici abruzzesi nel periodo giolittiano, Edizioni Samizdat, Pescara, 1998, p. 35).
L'Aquila, il cui suolo, forse, non fu mai battuto dal ramingo piede di Errico Malatesta, a 150 anni dalla sua nascita, dopo Napoli ed Ancona, ha ospitato un pubblico incontro sulla figura ed il pensiero politico dell'anarchico campano. L'occasione per gli organizzatori ha assunto dunque una notevole importanza emotiva, storica e politica. Invitati dal Centro Studi Libertari AQ, Collettivo Antiautoritario e Collettivo Studentesco Indipendente, i compagni Silvio Cicolani, Tiziano Antonelli ed Enrico Voccia, domenica 4 gennaio, hanno indirizzato i temi del dibattito sull'importanza, negata e nascosta dalla storia ufficiale, della figura di Malatesta all'interno del movimento rivoluzionario italiano e non, dalla Prima Internazionale al biennio rosso; sull'esposizione, analisi, critica ed attualità del Programma Anarchico da egli redatto; sulla sua capacità di aver colto i "poteri nascosti" insiti nei futuri sistemi democratici.
Supportato da un pubblico assai numeroso ed interessato (cosa assai insolita per un'occasione di confronto politico in una città dichiaratamente conservatrice), l'incontro si è protratto per più di quattro ore senza mai perdere di tensione, rivisitando e di riconfermando le posizioni della dottrina anarchica sull'analisi degli effetti della tragica politica attuale. Alla coinvolgente esposizione è seguito un lungo ed acceso dibattito di chiarificazione e approfondimento gestito con grande elasticità dai tre relatori che, nel rispondere ai numerosissimi quesiti a loro rivolti, non hanno mai mancato di attenzione, pazienza ed "affetto" (Per tutto ciò gli organizzatori colgono l'occasione di ringraziarli e salutarli su queste pagine!).
La giornata è inoltre servita ad introdurre l'eventuale possibilità di coordinamento tra i compagni della provincia (intervenuti per l'incontro), per un'analisi delle posizioni libertarie e del rispettivo contributo da fornire all'interno del variegato movimento locale.
a cura di Elena ed Edoardo per il Centro Studi Libertari AQ
centrostudi_aq@hotmail.com

Parma: nuova occupazione
Sabato 10 gennaio un gruppo di lavoratori migranti con permesso di soggiorno ma senza una casa ha dato vita con l'aiuto del comitato cittadino antirazzista alla quinta occupazione in città. In una casa cantoniera abbandonata ora vivranno 6 persone che dormivano sotto i ponti . La casa è in via Valera di sotto 2 dopo il passaggio a livello. Nota curiosa: anche questa volta non si sa chi è il proprietario dell'immobile visto che le ferrovie affermano che l'immobile stesso non rientra nel loro patrimonio. Appena svelato l'arcano procederemo come al solito presentando al proprietario un progetto di autorecupero, ossia mettere a posto l'immobile e poi pagare un affitto a prezzi popolari. Ora le case occupate a Parma salgono a 5 con un totale di più di 100 persone, e la lotta non si fermerà qui.
Katia

Metti una sera... al politeama di Carrara
Le bandiere rossonere hanno ripreso, fin dal 13, a sventolare sulla facciata della sede storica del Germinal, sulla piazza principale cittadina, proprio sopra l'ingresso del teatro "Verdi" ove si è svolta la serata dedicata ai 110 anni dal 13-16 gennaio 1894, data in cui ebbero luogo i "Moti della Lunigiana" col loro naturale epicentro a Carrara.
Un folto pubblico, circa 400 persone, ha partecipato all'evento, il cui programma era piuttosto fitto: alle 21 ha svolto un breve riepilogo storico Franco Bertolucci, della Biblioteca Franco Serantini e del costituendo Archivio del Germinal; è stata quindi la volta di Soledad Nicolazzi col suo monologo "Ciclonica" che si dipana sui temi della Critical Mass con cospicui prestiti al Don Chisciotte di Cervantes; dopo l'intervallo è toccato a Donato Landini che ci ha offerto tre canzoni sul tema "Lavoro, non lavoro"; poi sono saliti sul palco Antonio Bertusi degli "Auras", il quale ha letto alcuni brani del drammatico resoconto di Ceccardo R. Ceccardi intitolato "Dai paesi dell'anarchia", accompagnato alla fisarmonica da Davide Giromini; è stata quindi la volta del quartetto degli "Anarchistes" (Nicola Toscano, Alessandro Danelli, Marco Revelli e Lauro Rossi), che hanno proposto alcune canzoni del repertorio anarchico, concludendo, ospiti Roberto Ruberti e Paola Nicolazzi, con il "Galeone"; infine, due gruppi di pizzica, l'uno coordinato da Andrea Ceccarelli, l'altro composto da Brigitta, Daniela e Siro hanno chiuso la serata.
La sera stessa e nei giorni successivi, insieme ai commenti di approvazione dell'iniziativa, immancabile è stata la domanda: "Ma come avete fatto a farvi dare il Verdi?". Infatti il principale teatro ormai da oltre un decennio vive un declino, e le sue vicende ogni tanto riaffiorano nelle cronache cittadine.
Dal 1989 il Politeama, ove si trova il teatro con al piano superiore la sede del Germinal, è soggetto ad un'aggressione che più volte ha trovato spazio su queste pagine e che ci sarebbe troppo lungo riepilogare. Qui basti ricordare che al seguito dell'invasione della polizia e conseguenti manganellate, manifestazioni e clima di tensione in tutta la città, nel 1990 il Comune promosse una causa di fronte al Tribunale di Massa per verificare la veridicità di quanto affermato dagli occupanti del Germinal, supportati da ben due perizie di avvocati, e cioè che tutto il Politeama poteva essere soggetto ad espropriazione e rientrare a far parte del patrimonio comunale. Ben presto però si comprese che il potere politico non aveva nessuna intenzione di giungere fino al giudizio e, dopo una serie di rinvii e lungaggini processuali, venne sancito davanti al notaio il compromesso di cedere al Comune i locali reclamati come storici dagli anarchici, chiudere gli occhi su tutto il resto e ritirarsi dal procedimento. Nel frattempo la ditta che eseguiva la ristrutturazione del palazzo aveva abbattuto le scale di emergenza del teatro e il maestoso scalone in marmo di accesso al Germinal, sopraelevato di un piano l'edificio, amenità quest'ultima per cui i responsabili sono stati condannati in un altro procedimento, intentato contro di loro da alcuni cittadini.
Verso la fine degli anni '90 l'attività teatrale si è andata riducendo, potendo ammettere il pubblico ai piani superiori soltanto in deroga alle norme di sicurezza, cosa che i sindaci delle precedenti amministrazioni hanno accettato di fare pur di offrire alla città una brevissima stagione operistica e qualche spettacolo di grande richiamo di pubblico. Lo scorso anno la stessa gang di speculatori che ha fatto abbattere le scale di emergenza, con in più qualche pescecane aggiunto e che ora si fa chiamare "nuova Caprice", ha fatto dichiarare inagibile il teatro, salvo l'utilizzo di 99 posti per proiezioni cinema. Se ne può dedurre soltanto una mossa "astuta" per indurre l'amministrazione a risolvere la questione comprando un edificio che già dovrebbe essere suo.
Ed ecco dunque il passo saliente della motivazione di concessione del permesso per la serata: "Il Sindaco, vista l'istanza (ecc.), vista la licenza di agibilità (ecc.), considerato che detta manifestazione rappresenta un evento politico-culturale di grande importanza per la cittadinanza e che il suo mancato svolgimento potrebbe provocare gravi problemi di ordine pubblico, considerata anche la radicata tradizione anarchica nella nostra città, (omissis) Ordina, per i motivi in premessa indicati, lo svolgimento della ricorrenza storica dei 110 anni dai "Moti del 1894" nella nostra città, (...) presso il Teatro Politeama Verdi di Carrara, ecc.".
Ma, con tutte le limitazioni, gli abitanti di Carrara per una volta ancora hanno avuto l'opportunità di godersi il loro teatro. Riusciranno a dimenticarlo facilmente?
Aenne












 

 



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