Da "Umanità Nova" n. 3 del 1 febbraio 2004 Lettera ad un tranviere
Correva voce che voi, lavoratori della metropolitana, avevate
iniziato uno sciopero selvaggio, non autorizzato nemmeno dai sindacati.
Che hai combinato, maledetto tranviere! Non sono riuscito ad
arrivare al lavoro; mio figlio ha perduto un giorno di scuola ed
è rimasto a casa ad oziare; io ho dovuto prendere l'auto e sono
rimasto bloccato nel traffico per più di tre ore; il mio vicino
aveva prenotato una visita quattro mesi fa e per colpa tua non ha
potuto presentarsi all'ospedale; io avevo un colloquio per un nuovo
lavoro e mi è saltato; il padrone ha costretto mia moglie a
prendere un giorno di ferie. Tu, tranviere, per il tuo personalissimo
interesse, hai arrecato enormi danni a milioni di lavoratori come te. Irresponsabile, incosciente, chi credi di essere? In questa grande confusione mi sentivo un po' disorientato.
Volli, ovviamente, informarmi sulle ragioni di tale situazione. Tra la
falsa informazione che giornali e televisioni ci impongono ormai
quotidianamente e l'immagine di voi come criminali sociali, che stava
rapidamente formandosi nell'opinione pubblica, scoprii, non molto
sorpreso, che voi auto-ferro-tranvieri stavate scioperando
perché i vostri padroni, dopo due anni dalla firma dell'ultimo
accordo contrattuale, non vi avevano ancora riconosciuto la parte
economica. Così, giorno dopo giorno, è aumentata la vostra
forza che viene dalla presa di coscienza individuale prima e collettiva
poi; così vi siete organizzati e avete bloccato intere
città; così avete disatteso le aspettative di un
sindacato accomodante a cui hanno assegnato il compito di svendere i
lavoratori; così infine, avete affrontato il sacrificio
economico che una simile lotta comporta per le vostre famiglie. E allora, caro auto-ferro-tranviere, ho cominciato a formarmi
un'immagine diversa di te e dei tuoi colleghi. Ho avuto, e la sento
crescere ogni giorno di più, la piacevole sensazione o forse
solo la speranza, che con voi si stia risvegliando il bisogno dei
lavoratori, oggi dei mezzi pubblici, domani della scuola e via via di
tutti gli altri settori, di ricominciare a rivendicare con forza i
propri diritti, facendo fronte allo strapotere di chi vuole fare del
mondo il proprio giardino di casa e dei lavoratori i propri servi o
nella migliore delle ipotesi i propri schiavi. Per questo, semplicemente, continuerò a dire alla gente
di non prendersela con voi per i disagi di questi giorni ma di fare uno
sforzo intellettivo per identificare bene chi sono i veri responsabili. Grazie lavoratore auto-ferro-tramviere. Milano, 13 gennaio 2004
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