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Da "Umanità Nova" n. 4 dell'8 febbraio 2004

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Alessandria corteo antifascista
Sabato 31 gennaio ad Alessandria si è svolta una manifestazione antifascista. Il corteo, che si è snodato per le vie cittadine, era indetto dalla neonata "Rete antifascista". Questa Rete, che raccoglie gruppi, associazioni, sindacati di base, centri sociali libertari ed antagonisti di Alessandria e provincia, è anche punto di riferimento per i tanti che nella zona hanno sentito la necessità di dar vita ad una rete di autodifesa antifascista. Purtroppo negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli episodi squadristi: aggressioni, devastazioni e intrusioni in sedi e centri sociali, danneggiamenti nei luoghi della memoria della Resistenza e dell'Olocausto.
In particolare ricordiamo l'episodio di cui hanno riferito anche le cronache nazionali che ha visto infangare il ricordo dei partigiani trucidati alla Benedicta. A questa è seguita la profanazione del settore ebraico del cimitero imbrattato con svastiche e scritte insultanti.
Il gerarca di Forza Nuova Fiore, dopo che l'amministrazione comunale gli aveva negato l'utilizzo di una sala pubblica, è stato coperto da Alleanza Nazionale e dalla Lega che hanno programmato la presentazione del libro del leader della formazione neofascista in coda ad una loro iniziativa. Segno evidente delle coperture che i fascisti hanno in provincia.
Negli stessi giorni in cui a Fiore veniva garantita agibilità politica ad Alessandria nella cittadina di Valenza in seguito ad un attentato prendeva fuoco il portone del centro sociale. Solo un caso ha voluto che le conseguenze non siano state più gravi: l'abbaiare di un cane ha svegliato il compagno che dormiva all'interno il quale è riuscito a dare l'allarme.
Successivamente si sono moltiplicati ed aggravati gli episodi di violenza da parte di anonimi.
A siamo ormai alla cronaca delle ultime settimane. Una ragazza è stata aggredita da due squadristi incappucciati nei pressi del Forte Guercio. Per rispetto della scelta della vittima di non rendere pubblica la vicenda non descriviamo l'episodio in tutta la sua crudezza.
In un crescendo si sono poi accaniti contro il centro sociale "disobbediente" Crocevia: in tre distinti episodi hanno distrutto i due portoni, poi hanno demolito diverse suppellettili ed infine hanno devastato completamente i locali.
Quella del 31 gennaio è stata quindi la prima risposta politica al clima di violenza ed intimidazione creata nell'alessandrino.
Circa 400 persone hanno sfilato per le vie del centro, scandendo slogan antifascisti intervallati dal sound System e da comizi volanti per informare la cittadinanza. Una buona metà del corteo era caratterizzata da bandiere nere e rosse e nere.
È chiaro che la partita non si chiude certo qui anche se un primo passo è stato fatto: ai cittadini è stato ricordato il tributo di sangue versato nella lotta al nazifascismo dalla nostra città. Un corteo pubblico, alla luce del sole contro i soliti topi di fogna ha scandito a chiare lettere "Ora e sempre Resistenza!".
Salvatore

Bologna: i lavoratori tengono aperta la trattativa
Ottima riuscita per lo sciopero dei lavoratori dell'ATC. Dopo le 9 di mattina (le fasce di rispetto terminavano alle 8,30) non si è visto più nessun autobus in giro. Alcune centinaia di lavoratori sono partiti in corteo dagli uffici dell'ATC, sfilando per le vie del centro e raccogliendo una ormai consolidata ed estesa solidarietà. L'azienda ha parlato di adesioni alla sciopero del 60% ma i quotidiani locali non hanno potuto fare a meno di registrare l'ampia partecipazione allo sciopero.
In serata, vista la buona riuscita dello sciopero un po' in tutt'Italia, il segretario della CGIL, Epifani, ha cercato di ribaltare la frittata incitando le aziende a non aprire i tavoli di trattativa con i sindacati di base ed i coordinamenti di lotta. Ma l'azione convinta della stragrande maggioranza dei lavoratori non solo smentisce i bonzi sindacali ma induce le aziende a cercare delle soluzioni. Ovviamente il fronte padronale tenta di far passare le trattative separate, percorso per la definizione, di fatto, delle gabbie salariali.
Alcuni compagni e compagne del circolo anarchico "Berneri" di Bologna hanno diffuso oltre 500 volantini della "questione sociale" – FAI di appoggio allo sciopero. Buona l'accoglienza degli scioperanti che avevano già registrato la nostra solidarietà in occasione delle lotte delle scorse settimane. Da diverse settimane sui locali del nostro circolo svetta uno striscione "Con i lavoratori in lotta". Centinaia di manifesti di sostegno alle lotte in corso erano stati affissi per Bologna e provincia a partire da dicembre.
Ultima nota positiva. Anche nelle aziende che hanno in appalto parte del servizio pubblico di trasporto si sono segnalate astensioni dal lavoro non marginali.
Redb

Torino: sciopero del biglietto
Nel pomeriggio del 29 gennaio, la vigilia dello sciopero nazionale degli autoferrotranvieri, un gruppo di compagni e compagne della Federazione Anarchica Torinese ha attraversato la città, salendo e scendendo da tram e autobus. Sono stati distribuiti due volantini: uno diretto ai viaggiatori e l'altro per gli autisti.
Vi si leggeva che: "Lo scorso primo dicembre i lavoratori del trasporto urbano, gli uomini e le donne che guidano i tram e i bus che prendiamo ogni giorno, hanno fatto parlare di se.
Quel giorno hanno bloccato Milano, nelle settimane successive anche molte altre città.
Forattini sulla "Stampa" li ha raffigurati come stupratori, delinquenti. Il contratto di questi "delinquenti" era scaduto da due anni: in questi due anni c'erano stati ben 7 scioperi fatti "secondo le regole", quelle regole che rendono lo sciopero inutile perché non blocca nessuno, non obbliga le aziende a sedersi ad un tavolo, ad aprire una trattativa vera.
Cosa chiedevano questi lavoratori? Semplicemente l'adeguamento dei propri salari all'inflazione "programmata". Una manciata di euro, ben lontani dal coprire l'inflazione reale, quella con la quale tutti dobbiamo fare i conti ogni giorno.
CGIL, CISL e UIL hanno sbandierato come "vittoria" gli 81 euro strappati dopo una lotta durissima, scioperi fuori dalle pastoie della legge antisciopero, minacce di sanzioni, multe, licenziamenti.
Ma i lavoratori, i tranvieri hanno detto NO ed hanno continuato a scioperare, a rivendicare il diritto ad una vita dignitosa dopo 8 ore di lavoro pesante.
In tanti siamo rimasti a piedi durante gli scioperi, ma in tanti ci siamo sentiti vicini a loro perché anche noi lavoriamo, anche i nostri salari e le nostre pensioni non bastano per arrivare a fine mese, anche noi crediamo che i lavoratori siano uomini e donne con una propria dignità e non solo merce in vendita a poco prezzo. Oggi siamo tutti tranvieri. Per questo, in solidarietà con la una lotta che è anche la nostra, oggi scendiamo in sciopero anche noi contro l'ATM. Facciamo lo sciopero del biglietto, non paghiamo chi tratta da schiavi e delinquenti lavoratori come noi."
Sono state inoltre affisse locandine e attaccati adesivi che invitavano alla solidarietà con lo sciopero del giorno successivo.
Un compagno ha inoltre improvvisato brevi comizi volanti per spiegare le ragioni della lotta dei tranvieri, una lotta che è quella di ogni lavoratore e di chiunque si avvalga dei servizi pubblici.
Buona in genere l'accoglienza sia da parte dei viaggiatori che degli autisti.
Eufelia














 

 



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