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Da "Umanità Nova" n. 5 del 15 febbraio 2004

Squadracce in azione
Fascisti di nuovo in servizio


La lista è già fin troppo lunga: attentati incendiari contro spazi autogestiti di Napoli, Genova, Firenze, Viareggio… spedizioni punitive e devastazioni in posti occupati e non a Pavia, Roma, Alessandria, Torino… nazi in piazza per la chiusura dei "centri sociali" a Rovereto, Conegliano, Chioggia…
È nell'evidenza dei fatti che, negli ultimi mesi, si è andato profilando un violento attacco dell'estrema destra, sia sul piano politico che su quello squadristico, contro numerose realtà di area anarchica, comunista, disobbediente o genericamente di sinistra.
Di fronte a tale escalation, fatta di campagne di criminalizzazione, molotov e incursioni, non si può non notare la sua insolita estensione territoriale ed il carattere chiaramente preordinato.
Tra quanti stanno portando avanti tale campagna, emerge in modo palese il ruolo di Forza Nuova, ma va registrata la sua sintonia operativa con altri raggruppamenti fascisti, con le dichiarazioni di vari esponenti di Alleanza Nazionale e della Lega Nord, oltre la sistematica opera di diffamazione svolta dalla stampa finanziata dal capo del governo.
Alcuni compagni hanno sottolineato la simultaneità di questa recrudescenza, tanto da far fondatamente ritenere che dietro vi sia una qualche pianificazione così come si può presumere che, ad un livello politico superiore, sia stato dato un "via libera" alle provocazioni fasciste.

Alcune finalità di tale disegno sono facilmente individuabili, in quanto fin dal loro sorgere gli spazi di libertà ed aggregazione sociale costituiscono un problema per i registi della restaurazione politica, economica e culturale, tanto più in un periodo come quello attuale di nuove insorgenze sociali e di autorganizzazione di classe.
Altri obiettivi si possono invece ipotizzare.
In tempi ormai pre-elettorali, infatti, acuire la conflittualità tra "opposti estremismi" potrebbe tornare funzionale all'ideologia securitaria e alla propaganda anticomunista di Forza Italia, spostando l'attenzione dei ceti medi sempre più impoveriti sul terreno dell'ordine pubblico e del pericolo "rosso".

D'altra parte, Forza Nuova pare prestarsi ben volentieri a tale gioco, assolvendo alla funzione di figurante all'interno degli scontri politici in seno al centro-destra ed anche all'interno della stessa AN, sino a stringersi strumentalmente alla Mussolini e ad altre sigle fasciste fino a ieri concorrenti.
Nella logica del fine che giustifica i mezzi, Forza Nuova ha tutto l'interesse di inserirsi in tali manovre al fine di ottenere appoggi, finanziamenti, benemerenze e notorietà negli ambienti della destra "che conta", pur continuando ad urlare di essere "contro il sistema".
Peraltro il terreno dello scontro con i "comunisti", così come quello del razzismo nei confronti degli immigrati, permette a Forza Nuova di indicare un "nemico" utile per cercare proseliti tra le fasce sottoculturali, per lo più giovanili, normalmente dedite ad esprimersi in termini di teppismo ed aggressività nelle disgregate periferie urbane, nelle discoteche di provincia o negli stadi.
Per questo, la pratica antifascista appare più che mai complessa e non può disgiungersi dall'intervento sociale.
Da un lato si assiste infatti alla tendenza a cercare coperture da parte dei partiti e delle amministrazioni di centro-sinistra, chiedendo il riconoscimento e la legalizzazione delle occupazioni, dall'altro il problema è ridotto al botta e risposta.
A quasi un anno dall'assassinio di Dax, occorrono invece ancora radicalità, determinazione ma anche intelligenza per intuire le trappole predisposte.

Un compagno dell'Archivio Antifa















 

 



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