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Da "Umanità Nova" n. 6 del 22 febbraio 2004

Computer: un boomerang?


Spesso la tecnologia sembra funzionare proprio come un boomerang che, se lanciato bene, poi torna inevitabilmente al punto di partenza.
Tra la fine dello scorso mese di gennaio e l'inizio di febbraio moltissimi tra i computer che si collegano ad Internet hanno subito, in misura più o meno grande, un vero e proprio "bombardamento" di messaggi di posta elettronica a seguito dalla diffusione dell'ennesimo "virus".
Anche le macchine che non usano il sistema operativo Windows (quello colpito dalla "epidemia") hanno registrato un considerevole aumento dei messaggi in arrivo, un fatto che - oltre a causare l'intasamento delle caselle di posta - ha fatto perdere tempo e pazienza a quanti hanno dovuto cancellare centinaia di e-mail ed i loro allegati tramite i quali il "virus" si diffonde.

Poi, appena cessata la fase montante di questa "infezione", è arrivato l'allarme lanciato dalla Microsoft (la multinazionale che produce Windows) a proposito di alcune pericolose falle di sicurezza presenti nei suoi sistemi, che sono poi quelli maggiormente utilizzati in tutto il mondo. Quasi contemporaneamente si è diffusa la notizia che una parte del segretissimo codice di Windows sarebbe stato "prelevato" direttamente dai computer della multinazionale e reso pubblico su Internet. E questi sono solo alcuni, tra i più recenti, problemi che vanno ad aggiungersi a quelli che solitamente affliggono gli utilizzatori dei computer e della Rete.

Osservando avvenimenti del genere da un punto di vista militante e politico viene da chiedersi se l'enorme diffusione che le tecnologie informatiche hanno avuto nei movimenti sociali, sia stata parallelamente accompagnata da una altrettanto ampia "alfabetizzazione" dei compagni e delle compagne che quotidianamente usano un computer ed Internet come supporto alla loro lotta. La domanda sorge spontanea quando ci si imbatte in siti web "alternativi" nei quali la povertà dei contenuti viene mascherata sotto un aspetto graficamente accattivante; quando la comunicazione elettronica diventa un pallido sostituto di quella interpersonale; quando si incontrano compagni che considerano Internet esclusivamente come un sistema di comunicazione aperto a tutti, senza filtri e senza censure.

Porsi domande del genere non significa sposare le tesi dei neo-luddisti, presenti su Internet in modo massiccio (alla faccia della coerenza), ma sottolineare che più cresce e si diffonde l'uso degli strumenti informatici e maggiore attenzione dovrebbe essere posta sui danni che ne possono derivare, e non si pensi solo all'articolo cancellato per errore dalla memoria del computer.

Non si tratta nemmeno di auspicare l'organizzazione di qualcosa di simile alle vecchie "scuole quadri" di partito per insegnare ai neofiti l'utilizzo "militante" della posta elettronica o come si fa una pagina web, sebbene un po' di studio non farebbe certamente male.

Forse basterebbe anche solo fermarsi, ogni tanto, a riflettere sul fatto che le macchine sono strumenti che possono certamente essere utili, ma che non sono e non devono diventare indispensabili. Altrimenti si corre il rischio di trovarsi un giorno, magari proprio a causa di uno dei problemi come quelli citati all'inizio, a dover fare i conti con l'incapacità di preparare anche un banale volantino senza un potente computer, un sofisticato programma di impaginazione ed una stampante ultimo modello.

A quel punto il boomerang sarebbe tornato indietro e sarebbe molto difficile evitarlo.

Pepsy
















 

 



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