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Da "Umanità Nova" n. 7 del 29 febbraio 2004

Art. 270. Cucito su misura


La tutela dell'ordine costituito da parte del sistema penale avviene a "cerchi concentrici" e con una forza espansiva che si modifica nel tempo. Non solo sono puniti fatti lesivi dei beni universalmente riconosciuti come la vita o l'integrità fisica o la proprietà, ma vengono fatte ricadere nel penalmente rilevante anche condotte che altrimenti sarebbero del tutto legittime, quali l'associazione o la manifestazione del pensiero. Inoltre, viene apprestato un articolato sistema di aggravanti di pena che scattano qualora condotte tipiche di reati "comuni" siano commesse con certe "finalità", in specie quella di "sovvertire" l'ordine costituito.

Il sistema penale si denota così per il suo carattere marcatamente ideologico. Non solo è ideologico punire in modo più grave il furto semplice dal falso in bilancio o dall'inquinamento dell'ambiente o dall'omissione di tutele della salute e dell'integrità fisica dei lavoratori. È ideologico prevedere pene severissime per reati associativi (si prenda il famigerato art. 270 del codice penale che punisce l'associazione sovversiva) in modo che scattino meccanismi a cascata di obbligatorietà dell'arresto e coinvolgimento di un numero vasto di soggetti legati dalla semplice circostanza dell'associazione.

In realtà una norma come l'art. 270 del codice penale ha una funzione repressiva che non si concreta spesso nell'effettiva pronuncia di sentenze di condanna definitive, quanto nell'avviare procedimenti penali che coinvolgono più soggetti politicamente "scomodi", che vengono immessi così nel circuito carcerario o comunque in quello di un procedimento penale. Normalmente lo scattare di "retate" di "sovversivi" sulla base di rapporti di polizia avallati da pubblici ministeri e giudici per le indagini preliminari, viene amplificato dai media. L'effetto dura nel migliore dei casi solo qualche giorno, perché spesso le accuse sono talmente fragili che sono travolte già in sede di Tribunale per la libertà. In altri casi, le vicende processuali durano anni per poi sgonfiarsi in Cassazione. Talora le condanne diventano definitive e agli associati sono attribuiti "in concorso" singoli reati commessi solo da alcuno degli associati. Come si vede, un meccanismo perverso.

In ogni caso il danno è fatto già solo al momento del "lancio" di operazioni di polizia come queste, l'etichetta è appiccicata, l'equazione lotte sociali/violenza/terrorismo è messa in circolo, l'effetto intimidatorio è pieno, fioccano i "distinguo" tra buoni e cattivi oppositori allo stato presente di cose: il chiaro obiettivo è far passare l'idea che chi si oppone "all'ordine costituito" è un criminale e come tale va trattato.

I meccanismi repressivi agiscono alla luce del sole e sono, nella loro terribile coazione a ripetersi, abbastanza scontati. Denunciarne la strumentalità e pretestuosità è esercizio di libertà che non va cessato.

Simone Bisacca

















 

 



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