Umanità Nova, numero 10 del 21 marzo 2004, Anno 84
Palermo
Circa mille persone hanno sfilato in corteo a Palermo venerdì 12
marzo, in occasione dello sciopero generale indetto a livello nazionale
dai sindacati CUB e USI. Nel capoluogo siciliano sono confluiti
lavoratori provenienti da ogni parte dell'Isola, ma la parte da leone
l'hanno fatta i palermitani, organizzati dalle RdB, da anni in lotta
per la stabilizzazione del precariato, per il lavoro e per il reddito
sociale.
Nonostante gli interventi della commissione di garanzia sul diritto di
sciopero, e la stanchezza accumulata da settori lavorativi al centro di
diverse lotta in questo periodo, quella di Palermo è stata una
manifestazione incisiva, perché espressione della rabbia
accumulata da una parte consistente del proletariato palermitano e
siciliano; un corteo dove erano assenti gli studenti, dove i numeri,
seppure non esaltanti, li facevano, dunque, i nuclei e i gruppi
organizzati nella CUB.
Partito da piazza Indipendenza, sede della regione siciliana, dietro lo
striscione "fermiamoli", il corteo ha attraversato le vie del centro
festoso e grintoso, dimostrando che esiste un'alternativa alle pratiche
concertative e di svendita dei diritti e delle conquiste, e che la
disoccupazione può essere combattuta solo con
l'autorganizzazione. I manifestanti sono poi confluiti davanti alla
Prefettura dove una delegazione rappresentativa di tutte le province
presenti, ha incontrato il Prefetto, esponendo i motivi a supporto
dello sciopero generale, e le proposte per la fuoriuscita dal
precariato, che le RdB portano avanti da anni.
P. G.
Milano
Dopo un volantinaggio di migliaia e migliaia di copie all'uscita delle
principali stazioni del metrò, nei mercati oltre naturalmente
nelle aziende dove c'era la presenza del sindacalismo di base, con
assemblee all'interno dove c'erano le condizioni e l'affissione nel
territorio di cartelli che proclamavano lo sciopero generale, si
è arrivati alla giornata del 12 marzo.
Il concentramento per la manifestazione era a L.rgo Cairoli, alle ore 10. Il corteo è partito verso le 10,30.
Davanti c'era un camioncino che sparava slogan, musica, con interventi vari.
Si apriva con uno striscione "Contro il liberalismo e la concertazione: ieri contro Dini, oggi contro Berlusconi".
Ne seguiva un altro grande "Contro la guerra". Poi lo striscione dei
lavoratori dell'Alfa Romeo, quello dell'FLMU (metalmeccanici), quello
"contro la privatizzazione dell'AEM (la storica azienda elettrica
municipale), quello della "Montedison di Castellanza", dei Tessili-CUB.
Gli striscioni dei lavoratori dell'INPS, delle Poste, della
Sanità-CUB, della "Sacra Famiglia" (ist. ospedaliero in mano
alla curia), del Comune, dei lavoratori precari, delle cooperative
sociali, della scuola. C'era la presenza di lavoratori della Telecom,
delle banche, della nettezza urbana, dei vigili del fuoco, degli edili
della ristrutturazione del Duomo. Molte le bandiere della CUB/RdB
(pubblico impiego) e CUB (settore privato).
Consistente anche la presenza della USI-AIT con le bandiere rosse e
nere, particolarmente del settore Sanità (gli ospedali San
Raffaele, San Carlo, San Paolo, ecc.). Gruppi di studenti, per la
verità non molto numerosi, costituivano la coda del corteo. I
compagni della Federazione Anarchica segnalavano la loro presenza con
la diffusione del volantone stampato per l'occasione (che era stato
distribuito anche alla manifestazione in occasione dello sciopero della
scuola del 1 marzo) e la vendita di Umanità Nova.
Un corteo che possiamo definire dignitoso (all'occhio la lunghezza era
consistente) che sicuramente segnerà un ulteriore passo nel
faticoso cammino dell'affermazione di un percorso di
autorganizzazione dei lavoratori.
Il corteo, dopo aver attraversato piazza Duomo, verso le 12,30
terminava in una piazza vicina, concludendosi con interventi che
riassumevano i contenuti della giornata di lotta.
Enrico
Bologna
Circa cinquecento lavoratrici e lavoratori hanno preso parte al corteo
che ha percorso il centro città in occasione dello sciopero
generale del 12 marzo, indetto da USI e CUB.
Mentre si registra una buona partecipazione allo sciopero, la
manifestazione che avrebbe dovuto avere carattere regionale, é
stata, senza dubbio, al di sotto delle aspettative.
Buona la presenza degli anarchici; erano presenti compagne e compagni
di Parma, Reggio Emilia, Modena e, ovviamente Bologna. Sono stati
distribuiti 1000 volantoni "per l'azione diretta, sciopero generale".
Una consistente delegazione dell'USI caratterizzava ancora in senso libertario, la manifestazione.
Il corteo, partito da piazza Galvani ha fatto una serie di soste
significative: L'ISTAT contro le bugie di stato sul caro prezzi; la
prefettura contro la repressione governativa delle lotte sociali; il
municipio contro le politiche di privatizzazione dei servizi. Alla
fine, una simbolica occupazione della biblioteca pubblica "ex-sala
borsa" per protestare contro la legge europea sui diritti di autore che
vorrebbe imporre una tassa sulla lettura.
redb
Torino
In occasione dello sciopero indetto dalla CUB e dall'Usi circa 150
compagne e compagni piemontesi si sono trovati in Piazza Castello,
davanti alla Prefettura, per un presidio.
Una presenza obiettivamente modesta rispetto alla rilevanza della
mobilitazione che segnala la difficoltà, oggi, di scioperare in
date diverse da quelle "ufficiali".
Va rilevato che, fra i compagni, si notava una presenza più che
discreta di lavoratori industriali e che in alcune medie fabbriche lo
sciopero ha visto una buona adesione.
Il presidio è stato, comunque, un'occasione di confronto e di
decisione di iniziative sul territorio per il prossimo periodo.
Assoluta l'assenza dei partiti istituzionali, l'unica forza politica che ha sostenuto l'iniziativa è stata la FAI.
L'incaricato
Trieste
Nonostante tutte le difficoltà e le incertezze possiamo dire che
la giornata di sciopero del 12 marzo ha avuto a Trieste una buona
riuscita. Al presidio regionale - organizzato unitariamente da Usi-Ait
e Rdb-Cub - tenutosi in mattinata nella centrale piazza della Borsa
hanno partecipato complessivamente 150 fra lavoratori e studenti. La
manifestazione era molto visibile grazie a moltissimi striscioni e
bandiere ed ad un buon volantinaggio ai passanti. Anche la copertura
mediatica è stata discreta. Come al solito quando si tratta di
mobilitazioni del sindacalismo di base brillavano per assenza le varie
anime della sinistra a partire da Verdi e Rifondazione per finire
all'area del social forum. Uniche eccezioni i compagni anarchici di
Trieste del Gruppo Germinal e dello Zapata di Pordenone presenti con
bandiere, diffusione del volantone nazionale della comm. "Questione
Sociale" della FAI e con lo striscione "Le spese militari ci tagliano i
salari" e un gruppetto di disobbedienti. Per quanto riguarda le
adesioni allo sciopero significative quelle registrate fra gli
autoferrotranviari (51%), fra i vigili del fuoco (punte del 45%) e fra
gli enti locali (20%) mentre non si hanno ancora notizie sugli altri
comparti.
Anarchico in sciopero