Umanità Nova, numero 12 del 4 aprile 2004, Anno 84
In una giornata movimentata la più importante delle notizie é che un nutrito gruppo di persone hanno riacquistato la loro libertà.
Tutto si é svolto dentro e attorno al CTP di via Mattei, a Bologna. Nel primo pomeriggio si erano determinate le condizioni per una vivace protesta; i motivi erano legati alle condizioni di detenzione, al cibo schifoso ed al fatto che alcuni internati stavano protestando per il fatto di essere in attesa delle pratiche burocratiche per il rilascio del permesso di soggiorno. Alcune decine di reclusi sono saliti sui tetti della mensa, ben visibili dalla strada. Sono cominciate ad affluire camionette e furgoni di celere, caramba e fiamme gialle. I primi ad intervenire in solidarietà con i rivoltosi sono stati alcuni compagni del Teatro Polivalente Occupato che dista pochi chilometri dal lager di stato.
Verso le 17 la polizia e le altre forze armate dello stato hanno voluto sedare la protesta intervenendo con forza all'interno del CPT, distribuendo manganellate a destra e a manca. Questo ha scatenato ancor di più la protesta all'interno. Altri internati si sono uniti ai protestatari, due camerate si sono barricate, cinque o sei persone hanno dato vita ad episodi di autolesionismo (una donna ha inghiottito alcune pile) venendo poi ricoverati in infermeria. In tutta questa confusione i migranti che erano sulla tettoia si sono lanciati verso il muro di recinzione, scavalcandolo anche al prezzo di lesioni gravi (sul muro c'é il filo spianto). Una ventina di internati sono riusciti a saltare in strada. A quel punto celere, carabinieri e fiamme gialle hanno caricato sulla strada e nei campi adiacenti nell'intento di catturare i fuggitivi. I compagni che erano in strada (alcune decine) a solidarizzare con gli internati si sono opposti a questa carica. Intanto la notizia si diffondeva ed arrivavano altri compagni. La questura voleva evacuare l'area per poi organizzare le solite "squadrette" interne. Ma i compagni mantenevano la protesta e man mano che altri ed altre uscivano dalle fabbriche e dagli uffici andavano ad ingrossare il presidio. Verso le 19 c'erano circa 200 persone che stazionavano in via Mattei dove il traffico era interrotto da schieramenti delle forze armate e da pattuglie della polizia municipale. Il presidio é durato fino a tarda sera mentre alcune parlamentari (De Simone e Zanotti) visitavano il centro per verificare la situazione all'interno.
Tutto rientrava nella "normalità" ma, almeno per una volta, il bilancio era positivo.
I fatti di giovedì hanno dato impulso ad un'altra iniziativa, programmata in una assemblea che si era svolta mercoledì 24: sabato 27, alla mattina, oltre un centinaio di persone (con una presenza maggioritaria di immigrati) si sono radunate di fronte al palazzo del governo per solidarizzare con i rivoltosi del CPT, per protestare per le condizioni di detenzione, rivendicando l'obiettivo della chiusura dei lager di stato e segnalando l'annosa questione dei permessi di soggiorno (motivo scatenante della protesta di giovedì 25). Come avviene in tutte le città anche a Bologna il rilascio dei permessi di soggiorno aggiunge tutte le discriminazione e le angherie tipiche del burontosauro statale, alimentando anche l'inevitabile corruzione e la possibilità per funzionari e "datori di lavoro" di ricattare e taglieggiare i migranti sottoposti alla legislazione classista e razzista della turco-napolitano-bossi-fini.
In tutte queste iniziative la presenza delle anarchiche e degli anarchici bolognesi é stata costante e significativa.
redb