Umanità Nova, numero 15 del 2 maggio 2004, Anno 84
La base americana di Camp Darby - che prende il nome di un generale americano delle forze speciali deceduto in Italia nell'aprile 1945 - sorge su una vasta area, circa 1000 ettari, situata nella pineta che collega Livorno al litorale pisano. Sorta nel 1951 a seguito di un accordo bilaterale italo-americano rimasto sino ad oggi segreto, la base è un enorme arsenale logistico usato dall'Esercito e dall'Aviazione degli Stati Uniti anche in ambito NATO. Da qui sono partite armi e materiale logistico per tutte le imprese imperialistiche americane: dalla guerra del Vietnam negli anni 60 e 70 agli attacchi contro la Libia di Gheddafi dei primi anni '80, dal fallimentare intervento a Beirut del 1983 allo strangolamento del governo sandinista del Nicaragua operato dalla cricca terrorista capeggiata da Reagan fino alla prima guerra contro l'Iraq del '91 e alle imprese balcaniche culminate nella guerra del Kosovo del 1999. L'importanza della base tirrenica è stata confermata anche nei concitati giorni che hanno preceduto l'attacco all'Iraq del 2003: da Camp Darby sono partite migliaia di tonnellate di materiali militari (imbarcati nel porto di Livorno) e di munizioni (imbarcate nel piccolo porto maremmano di Talamone).
Pochi mesi prima .- gennaio 2003 - il "Corriere della Sera" aveva pubblicato il risultato di una ricerca compiuta da un organismo americano indipendente - il Global Security della Virginia - che documentava l'ampiezza e l'importanza della base di Camp Darby. Secondo quanto riferito dalla fondazione pacifista americana a Camp Darby infatti è custodito il più grande arsenale americano all'estero. Qualche numero? Ventimila tonnellate di munizioni per artiglieria, missili, razzi e bombe d'aereo con 8.100 tonnellate di alto esplosivo ospitate in 125 bunker. E, ancora, gli equipaggiamenti completi per armare una brigata meccanizzata: 2.600 tra tank, blindati, jeep e camion. Nella lista ci sono tutti i migliori sistemi dell'esercito statunitense, inclusi 35 carri armati M1 Abrams e 70 veicoli da combattimento Bradley. Ma l'inventario prosegue con un elenco impressionante, sintetizzato da una cifra: ci sono materiali bellici del valore di due miliardi di dollari, missili e ordigni esclusi. La capacità complessiva dei magazzini nel 1999 è stata certificata per contenere 32.000 tonnellate di ordigni. Una santabarbara impressionante, gestita da un reparto - il 31° Squadrone munizioni - che ha un simbolo significativo: il profilo della penisola italiana disegnato su una vecchia bomba con la miccia accesa. Secondo quanto dichiarato dai responsabili della base, quella di Camp Darby sarebbe l'unica santabarbara fuori dai confini nazionali dove mezzi e munizioni vengono custoditi insieme. In pratica, un'intera brigata corazzata americana può volare fino al Kuwait senza portarsi dietro nessun ricambio: tutto il necessario - dai cannoni alla biancheria, dal cibo ai lubrificanti, dai tank alle razioni, dai camion alle gavette - viene trasbordato sulle navi dal molo di Camp Darby, riducendo di un terzo il tempo necessario al trasferimento dagli Usa. Quanto ad armamenti per aerei, invece, le dotazioni sono sterminate: tutta la riserva pensata a suo tempo per sostenere la guerra con l'Urss sul fronte europeo. "È una posizione ideale - dichiara il responsabile dei magazzini a "Soldiers", una rivista dell' Us Army - Siamo vicini al porto di Livorno e al piccolo porto di Talamone, allo scalo aereo di Pisa, all'autostrada che porta a Roma e in Germania e abbiamo una linea ferroviaria che arriva dentro la base". Insomma, è il caposaldo principe della proiezione di potenza americana in Medio Oriente e nei Balcani, un caposaldo che viene potenziato in questi mesi con l'ampliamento del canale, navigabile, detto dei Navicelli che collega la base al porto di Livorno e che verrà ulteriormente migliorato con la costruzione di nuove infrastrutture per complessivi 450mila metri cubi di magazzini.
Se questo è quello che si sa ufficialmente della consistenza dell'arsenale custodito fra Livorno e Pisa è lecito domandarsi quali siano i segreti custoditi nella base. Perché di segreti ce ne sono per forza considerato che una parte della base è vietata anche ai membri dei paesi NATO. Innanzitutto il top secret dovrebbe riguardare le armi nucleari, di cui si è molto parlato fino agli anni '80 citando i silos atomici, ma la cui presenza è oggi ufficialmente smentita dalle autorità militari americane. Fra i segreti custoditi nella pineta c'è anche il ruolo del campo di addestramento per i militari della Guardia Nazionale che ogni estate in circa 700 vengono ad addestrarsi a Camp Darby. È noto che negli anni '70 questi campi di addestramento furono usati anche da gruppi di neofascisti.
La base di Camp Darby, presidiata da uno sparuto drappello di soldati americani (380) e nella quale lavorano poche centinaia di impiegati e operai italiani (580), sta dunque vivendo un momento di ripresa di vitalità dimostrata dal lievitare dei finanziamenti passati dai 5 milioni di dollari del 1996 ai quasi 15 del 2002. Perché senza Camp Darby per gli americani fare la guerra sarebbe un po' più difficile.
Al Varo