Umanità Nova, numero 15 del 2 maggio 2004, Anno 84
Ponte naturale tra l'Occidente, l'Oriente medio e l'Africa, la Sicilia
non è potuta sfuggire al suo destino di avamposto militare per
gli eserciti delle potenze d'ogni periodo storico.
Dalla caduta del fascismo, l'Isola è militarmente affidata alle
Forze Armate statunitensi e alla NATO, che vi hanno installato una
serie di basi grandi e piccole, legate al controllo del traffico aereo
e navale nell'area del Mediterraneo, e una delle più grandi basi
militari di tutto il sistema aereonavale USA, quella di Sigonella, cui
è strettamente collegata la base navale di Augusta, con i suoi
depositi anche nucleari, che dovrebbero essere ubicati in
località Cava Sorciara.
Una caratteristica di queste strutture, che le rende doppiamente
pericolose, è quella di sussistere in aree fortemente a rischio
sismico; inoltre, mentre la prima è a ridosso dell'Etna, quindi
sotto la minaccia di eruzioni e terremoti ad esse collegati, la seconda
è inserita in un contesto di insediamenti industriali ad alto
rischio, quali le raffinerie della zona di Priolo-Melilli-Augusta,
conosciute tristemente, oltre per il saccheggio dell'ambiente, per
tutta una serie di incidenti, alcuni dei quali gravissimi.
La polveriera militare è, pertanto, collocata in un territorio
che ne amplifica fortemente i caratteri di pericolosità; un
incidente, o una combinazione dei vari fattori di rischio,
provocherebbe, senza esagerare, un autentico olocausto, per le armi
atomiche stoccate in questi due insediamenti militari. Nel recente
passato gli incidenti, infatti, non sono stati affatto rari, alcuni
hanno veramente sfiorato la catastrofe, come i casi di vari aerei
precipitati o come il 22 novembre del 1975, quando la collisione tra
una portaerei e un incrociatore americani, provocò un enorme
incendio, domato poco prima che arrivasse ai missili atomici.
Sigonella è la principale base di supporto per le operazioni della sesta flotta americana nel Mediterraneo; ospita in permanenza squadriglie di aerei, sia della Marina che dell'aviazione (F-16 ed F-111), anche con capacità nucleare; da qui decollano le unità di rifornimento in volo; qui fanno tappa i cacciabombardieri in azione decollati dalle basi USA; vi funziona anche un centro di manutenzione per le testate dei veicoli al servizio nel Fianco Sud della NATO. Il traffico giornaliero si aggira, in tempio normali, a circa 400 velivoli.
Ad Augusta, a fianco delle petroliere che caricano prodotti
petroliferi raffinati e scaricano greggio, si incrociano nel porto i
sommergibili nucleari; appena al largo, sostano incrociatori e
portaerei, che vengono riforniti di carburanti e di ogni altro
fabbisogno, provenienti da Sigonella.
Dai tempi della crisi degli euromissili e della costruzione della base
missilistica a Comiso, passando per lo scontro con la Libia, fino alla
prima guerra del Golfo, alla guerra nei Balcani, all'attuale conflitto
in Iraq, l'asse Sigonella-Augusta ha avuto un ruolo fondamentale,
dimostrandosi anello logistico portante della catena militare USA-NATO.
Il contorno a queste installazioni, è dato da altri siti
militari, in testa la base aerea di Trapani Birgi, poi le numerose basi
di controllo radar, come Lampedusa e Pantelleria, Caltagirone e
Centuripe, Monte Lauro e Niscemi, ed altre ancora
Si tratta di una presenza che fa passare in secondo piano quella
dell'esercito italiano, che pure è presente, ma non può
che avere un ruolo subordinato agli interessi del padrone americano.
P. G.