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Umanità Nova, numero 16 del 9 maggio 2004, Anno 84

Primo Maggio anarchico
Lotta, festa, memoria



Carrara
È innegabile in questi anni la crescita di attenzione, in particolare da parte delle giovani generazioni, verso le aspirazioni al cambiamento sociale in senso libertario da sempre proposte dagli anarchici. Una crescita che a Carrara, in occasione della giornata del Primo Maggio, si può verificare nel concreto. In crescendo rispetto agli anni passati, in questa edizione, assieme ad una folta partecipazione cittadina che ha registrato anche la presenza di appartenenti alle formazioni antifasciste e più in generale della sinistra (l'appuntamento istituzionale era previsto in un piccolo centro della provincia), i compagni provenienti da tutta la Toscana e dalle regioni vicine e non tanto vicine sono confluiti, in tutto ben oltre il migliaio.
In mattinata, dal palco si sono susseguiti gli interventi, dopo il saluto e l'apertura di Alfonso Nicolazzi: un breve commento alla situazione delle lotte nel settore da parte di Giovanni Pedrazzi dei Cobas del marmo; un invito da parte di Tiziano Antonelli della Federazione anarchica livornese a partecipare e sostenere la manifestazione contro la guerra a Livorno del 29 maggio; il discorso più generale sui temi dell'attualità tenuto Federico Ferretti della Federazione anarchica reggiana; il comizio si è concluso con un applauso a Mauro, il gestore del bar alle spalle del palco, il quale dopo oltre 40 anni di partecipazione attiva (di primo "soccorso") alle celebrazioni del Primo Maggio anarchico, ha deciso di ritirarsi in pensione.
È seguito il corteo con la deposizione dei fiori alle lapidi e monumenti cari all'anarchismo che si è concluso al Germinal rimesso a nuovo con un affollatissimo brindisi. Per l'occasione, mercé l'accompagnamento all'organetto di Andrea e del suo gruppo, non si è persa l'opportunità per collaudare ancora una volta la solidità della struttura con un'indiavolata pizzica. Esauriti i rifornimenti nel locale, mentre alcuni gruppi si sono dispersi sui monti circostanti, il grosso dei compagni si è ritrovato a piazza Gino Lucetti – puntualmente ribattezzata col nome che le avevano assegnato gli antifascisti all'indomani della Liberazione – ove si è proseguito fino a sera con socialità, canti e intrattenimenti vari. In questa occasione, oltre ad alimenti e bevande messi a disposizione dal comitato organizzatore ed ai vari apporti individuali, si è rivelata anche quest'anno preziosa la presenza dell'attrezzatura di cottura ambulante di Elicriso, che ha sfornato pizze dolci e salate.
Un altro Primo Maggio per non – e da non – dimenticare.
L'incaricato

Milano
Molte e varie iniziative hanno caratterizzato la nostra presenza al Primo Maggio milanese. Dalla partecipazione alla grande manifestazione pomeridiana del May Day con un paio di furgoni assemblati con tanto di impianto musicale ed imbandierati assieme ai compagni del Torchiera (che avevano preparato un bellissimo ed enorme pupazzo raffigurante il lavoratore precario e flessibile dalle molte braccia), al banchetto/gazebo in piazza Cairoli dove si è contribuito con sound system e abili Dj al ballo collettivo che ha coinvolto le migliaia di presenti, alla diffusione dei volantini preparati per l'occasione e del volantone per la manifestazione antimilitarista del 29 di Livorno, insieme ai libri ed a U.N.
In precedenza nella sede della FAI di viale Monza un grande banchetto di sottoscrizione con almeno 140 partecipanti di varie realtà libertarie milanesi e non (come Bologna, Alessandria e Varese ad esempio) aveva inaugurato, in un clima festoso e fraterno, una giornata che si è dimostrata particolarmente impegnativa ma proficua per la diffusione delle nostre proposte e per stabilire nuovi contatti.
Anche l'USI e il Circolo Ponte della Ghisolfa, ognuno con automezzo proprio opportunamente allestito, hanno partecipato al corteo pomeridiano, caratterizzando ulteriormente in senso libertario l'iniziativa.
M. V.

Cervignano
Approfittando dell'assenza dalla piazza dei sindacati concertativi impegnati a Gorizia, le realtà anarchiche del Friuli hanno promosso un Primo Maggio libertario contro la Fortezza Europa a Cervignano, caratterizzandolo in senso antimilitarista (contro la guerra), antirazzista (contro il progettato CPT a Gradisca), ecologista (contro le devastanti speculazioni in atto a livello locale).
In un volantone preparato per l'occasione, significativamente intitolato "Siamo tutti ostaggi del Kapitale", sono state ricordate anche le origini storiche della giornata internazionale di lotta.
L'iniziativa si è svolta nella centrale Piazza Indipendenza, con striscioni, bandiere, interventi dal microfono, banchetto stampa, diffusione del Germinal fresco di stampa, volantinaggi, canti anarchici e non (tra i quali un'insolita versione blues di "Figli dell'officina") nonché distribuzione di vino e cibarie.
Oltre ai compagni e alle compagne dei centri sociali di S. Giorgio di Nogaro e di Udine e del circolo libertario di Pordenone, presente anche una parte del Coordinamento anarchico veneto (altri compagni che vi aderiscono erano invece a Carrara e Milano), con il volantino realizzato e diffuso per tale scadenza.
Discreta la partecipazione dei cittadini che, per niente intimiditi dalla presenza dei furgoni dei CC e della Ps, hanno ascoltato con attenzione il comizio e si sono intrattenuti sulla piazza, nonostante una contemporanea e vicina iniziativa di Rifondazione, sicuramente assai meno partecipata.
Al termine della manifestazione, numerosi compagni si sono spostati al centro sociale di S. Giorgio di Nogaro, dove la giornata si è conclusa alla sera con un concerto.
Qualcuno che c'era

Torino
Buona la partecipazione allo spezzone anarchico organizzato dalla Federazione Anarchica Torinese dietro al cui striscione si sono raccolti circa 200 compagni. Quest'anno l'attenzione era soprattutto rivolta ai temi della guerra, dell'antifascismo e della precarizzazione del lavoro.
Il Primo Maggio torinese, diversamente da quanto accade in molte altre località, mantiene la caratteristica di grande festa popolare, occasione di incontro di una comunità frammentata nel quotidiano e che si ritrova nella piazza della giornata dei lavoratori. Ma non solo. Da sempre, oltre alla presenza rituale della sinistra istituzionale, in piazza Vittorio si danno appuntamento anche i settori politici e sociali più radicali che contribuiscono a mantenere vitale quest'appuntamento. Non a caso spesso la piazza torinese è teatro di tensioni e persino di scontri, come avvenne nel '99 in occasione della guerra in Jugoslavia. Quest'anno l'unico episodio vivace si è registrato quanto un gruppetto di forzaitalioti ha tentato di entrare in piazza ed è stato spintonato fuori, non senza lasciare in terra i vessilli di casa Berlusconi.
Durante il corteo un gruppo di squatter ha infilato un gigantesco preservativo all'orologio che in piazza Castello segna le ore prima delle olimpiadi invernali, ennesima kermesse sportivo affaristica destinata a lasciare dietro di se solo le macerie della distruzione ambientale. Sotto l'orologio è stato posto uno striscione per la libertà di Marco Camenisch, l'ecologista in questi giorni sotto processo in Svizzera.
Buona la distribuzione di Umanità Nova, dei libri, dei volantoni antimilitaristi al banchetto allestito dalla FAT, il cui spezzone all'ingresso in piazza S. Carlo è stato lungamente applaudito.
Nel pomeriggio la giornata è proseguita nei locali della FAT, in corso Palermo, dove i nostri cuochi Giuseppe e Michele hanno dato un contributo decisivo alla buona riuscita della festa con i loro piatti. Grande è stata la commozione al momento del brindisi in ricordo del nostro Aldo, scomparso il sabato precedente.
Amria

Palermo
Un migliaio di persone ha partecipato alla May Day Parade di Palermo, tappa meridionale di un appuntamento europeo contro il precariato e per l'affermazione dei diritti dei lavoratori.
Per la seconda volta il capoluogo siciliano ha ospitato la manifestazione di disoccupati, studenti, lavoratori atipici e in generale tutti coloro i quali fanno parte dell'universo del precariato, un vortice che allarga il suo raggio di anno in anno.
Presenti al corteo gli spazi occupati della città, il csoa Cartella di Reggio Calabria, i Cobas, gli studenti in lotta della facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, Rdb, Cub, anarchici, autonomi e in generale tutte le realtà che hanno contribuito alla costruzione della rete per il reddito sociale. Il corteo, partito intorno alle 17,30 da piazza Politeama ha percorso le principali vie del centro storico, passando dalla stazione centrale e arrivando infine a piazza Bologni dove sono stati allestiti numerosi stand tematici, dall'antivivisezione al reddito sociale, oltre alle cucine delle comunità migranti. Massiccio volantinaggio anarchico e vendita di pubblicazioni libertarie nel nostro banchetto.
In una località di villeggiatura vicino Trapani, il Primo Maggio in piazza organizzato da alcuni enti locali è stata una buona occasione per la diffusione della stampa anarchica: moltissime persone si sono avvicinate al nostro punto informativo attirate dal volantinaggio che si è protratto per tutto il giorno.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Jesi
Nonostante il tempo, che non ha permesso lo svolgimento del concerto in  piazza, e nonostante l'aver cambiato all'ultimo minuto la sala, il concerto del primo maggio a Jesi, con "Les anarchistes" è andato benissimo. La platea del Teatro Pergolesi era piena (qualche gruppetto stava anche nei palchetti) ed il pubblico ha molto gradito le musiche, le canzoni e le tematiche, puntualmente sottolineate dai cantanti, proposte dal palco a ricordo di un primo maggio nato anarchico e come giorno di lotta internazionale dei lavoratori.
Breve ed applaudito anche l'intervento/incursione dal palco del solito comiziante locale che ha ricordato la lotta degli operai di Melfi (e non solo) e la protesta contro la guerra. Buona diffusione di stampa e materiale vario di propaganda.
Presenti all'iniziativa c'erano anche compagni venuti dalla Romagna, dall'Umbria e dall'Abruzzo. Insomma il Teatro Pergolesi per una serata è ritornato ad essere il luogo dove le stesse idee libertarie e le istanze sociali ebbero voce nel lontano 1945 quando, a sottoscrizione delle lotte partigiane fu messa in opera dal locale gruppo anarchico la rappresentazione teatrale del Primo Maggio di Pietro Gori. La serata non poteva che concludersi piacevolmente con un cena ed una bevuta notturna presso i locali del "Fabbri", con piacere dei concertisti (di bravura impareggiabile) e di una discreta parte del pubblico che ha affollato la... sede degli anarchici di Jesi.
L'incaricato








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