Umanità Nova, numero 16 del 9 maggio 2004, Anno 84
Pordenone cariche e pestaggi il 25 aprile
Anche quest'anno Alleanza Nazionale si proponeva di sfilare a Pordenone
il 25 aprile in memoria di "tutte le vittime". La solita operazione
revisionista di chi oggi tenta di rifarsi una verginità, mentre
promuove leggi razziste come la Bossi-Fini.
"Resistenza Antifascista" di Pordenone ha presidiato piazza Ellero,
dove era prevista la sfilata degli squadristi in doppio petto sin dalle
9 del mattino, riempiendo la piazza con banchetti, distribuzione di
stampa, cibo, vino, musica ed interventi di controinformazione.
Verso mezzogiorno "mentre il sole illuminava le tante persone, i canti
e le corse dei bambini e un grande striscione ammoniva "se loro
globalizzano il dominio, noi globalizziamo la resistenza" una nube nera
cominciava ad addensarsi. Non era la pioggia, erano i cellulari della
polizia, dei carabinieri, erano le decine e decine di forze del
disordine che in assetto antissommossa cominciavano ad arrivare". La
piazza si è divisa tra chi si è assiepato ai lati e la
quarantina di compagni e compagne che si sono stretti gli uni agli
altri per fare resistenza passiva. La carica degli uomini in divisa
è stata particolarmente brutale. "Strattonate, trascinate, prese
a pugni, manganellate, calpestate, gettate di peso a terra, più
di 15 persone, hanno riportato contusioni varie. Chi s'è visto
storcere mani, dita e braccia, chi ha dovuto subire l'atterramento da
parte di 4 o 5 poliziotti con il viso piantato nei sassi." I fascisti
sono poi transitati per la piazza per qualche minuto. Nonostante la
repressione la Pordenone antifascista ha mostrato di saper sfrattare
dalla piazza per l'intera mattinata i fascisti. E non è che una
"tappa, perché saremo ancora di più la prossima volta e
perché 'portiamo un mondo nuovo nei nostri cuori', lo stesso
mondo dei nostri padri e dei nostri nonni, è il mondo che
vogliamo per in nostri figli e non sarà certo un manipolo di
fascistelli protetti dai loro parlamentari e da una questura
compiacente a distruggerlo."
Liberamente tratto da un comunicato di Resistenza Antifascista di Pordenone
Jesi: contro le guerre dei padroni Resistenza
Sabato 24 aprile scorso la FAI di Jesi ha fatto un presidio contro la
guerra e anticipando la scadenza del 25 aprile nella piazza centrale
della città. Lo scenario è stato lo stesso di altre
iniziative analoghe: volantinaggio, musica, controinformazione e
comizio finale, con l'esposizione di uno striscione dove c'era scritto:
"Contro le guerre dei padroni, ora e sempre resistenza". Buono il
coinvolgimento di pubblico durante le ore serali maggiormente di punta
del passeggio. Nota finale. Il giorno dopo ci doveva essere la
tradizionale manifestazione cittadina per il 25 aprile ma, causa
maltempo è stata fatta solo una commemorazione al chiuso presso
il teatro cittadino dove ogni gruppo o partito politico presente ha
esposto fuori dai palchetti le sue bandiere ed i suoi striscioni. Noi
non c'eravamo ma, per uno di quei meccanismi oscuri che regolano la
vita dei media nazionali, negli articoli di stampa del giorno dopo
veniva citato fra i presenti anche lo striscione nostro, e relativa
frase, esposto in piazza il giorno prima.
l'incaricato
Milano: i due cortei del 25 aprile
Ieri, 25 aprile, a Milano, era una bella giornata. Due grandi cortei
hanno attraversato la città: uno convocato dal movimento
pacifista e l'altro dal movimento antagonista milanese.
I due cortei sono partiti da due piazze vicine, hanno sfilato per un
tratto comune, poi il primo è terminato in piazza Duomo con una
sfilata di politici più o meno consumati, ma purtroppo non tanto
consumati da essere ancora stati gettati nella spazzatura. Il secondo
è confluito davanti al consolato americano dove era atteso da un
grande dispiegamento di polizia in assetto antisommossa.
Nel primo corteo confluivano tutte le variegate sensibilità del
pacifismo: "piccoli" assenti il sindaco, e tutti gli esponenti della
maggioranza che governa, a Milano, Comune, Provincia e Regione. Nessuno
però ne ha avvertito la mancanza, anzi se qualcun altro se ne
fosse stato a casa, sarebbe stato, quantomeno, più coerente.
Il secondo corteo aveva come parole d'ordine la scarcerazione immediata
di Marta, Milo, Orlando, Federico, i quattro antifascisti recentemente
arrestati con la pretestuosa accusa di aggressione e rapina ad un
gruppo di fascisti, ed il rifiuto delle logiche di guerra e di dominio.
Poco prima dell'inizio della manifestazione è stato occupato, da
alcune decine di persone, un grande stabile in corso Buenos Aires, da
anni sfitto.
Purtroppo questa spettacolare occupazione è durata pochissimo e
dopo meno di 24 ore, oggi 26 aprile lo stabile è stato
sgomberato, rigettando i senza casa in mezzo alla strada.
A Milano i problemi di repressione, precarietà, controllo
sociale, clima di guerra continua, sono sempre più forti: per
questo la mobilitazione di ieri è stata importante.
R. P.
Torino: tre giorni antifascista
La tre giorni antifascista promossa dalla Federazione Anarchica
Torinese si è dipanata in momenti di riflessione, dibattito,
festa, memoria e lotta.
Si è iniziato venerdì 23 con la conferenza di Tobia
Imperato, un compagno torinese che di è occupato della
Resistenza ed, in particolare della Resistenza anarchica a Torino, una
città in cui i compagni hanno versato un duro tributo di sangue
alla lotta contro il fascismo ed il nazismo.
Sin dal '22, quando le squadracce di Brandimarte, nel corso della
strage di Torino del 18 dicembre assassinarono barbaramente l'anarchico
Pietro Ferrero, allora segretario della Fiom, sino al biennio '43-'45,
quando cadranno compagni come Cagno e Baroni. Tobia ci ha aiutato a
ripercorrere il filo rosso e nero della resistenza antifascista, un
filo spesso occultato dalla storiografia di destra come di sinistra
che, grazie al lavoro di ricercatori militanti come lui torna a
riemergere. Difficile qui riassumere una serata densa di stimoli e
suggestioni, cui ha preso parte una quarantina di compagni che hanno
seguito con interesse la conferenza, il successivo dibattito e la
proiezione del video realizzato dal Centro Studi Libertari "Gli
anarchici nella Resistenza". La serata si è conclusa con un
piatto di pasta cacio-pepe e del buon vino.
La mattina dopo una delegazione di compagni ha reso omaggio alla lapide
dedicata a Ilio Baroni in corso Giulio Cesare angolo corso Novara, nel
punto dove il nostro compagno, partigiano della SAP, morì
combattendo il 26 aprile del '45.
Il 25 aprile un banchetto con libri e distribuzione di stampa e
volantini è stato aperto in largo Brescia, sul percorso della
manifestazione indetta da alcuni centri sociali di area disobbediente
contro il progetto di nuovo CPT per immigrati in via Bologna.
All'arrivo del piccolo corteo proveniente da Porta Palazzo lo
striscione della FAT si è accodato alla manifestazione che, al
grido di "né qui, né altrove" è sfilata sino ai
vecchi capannoni che nel quartiere ultrapopolare, soprannominato
"Shangai" dovrebbero essere adibiti a prigione per migranti. Un buon
modo per collegare la memoria delle lotte di ieri con l'impegno
antirazzista di oggi in un 25 aprile di guerra.
Eufelia
Caselle Torinese: una tenda sul monumento agli Alpini
Prosegue la campagna antimilitarista volta a cancellare la vergogna dei
monumenti che celebrano il militarismo e la guerra. Nella serata del 2
maggio una vecchia tenda ha ricoperto il monumento agli Alpini nel
parcheggio posto all'ingresso di Caselle T.se. Ai piedi del monumento
sono stati apposti due cartelli con la scritta: "Copriamo le vergogne
del militarismo" e "Ciao Aldo!". Aldo Greco era un compagno della
Federazione Anarchica Torinese scomparso il 24 aprile. La lotta contro
il militarismo, l'ottusità della gerarchia, la violenza
legalizzata degli eserciti aveva segnato il suo impegno di uomo e di
anarchico, specie a Caselle, la cittadina dove aveva vissuto sin da
ragazzo.
In questo mondo capovolto gli assassini sono trattati da eroi:
cancellare i simboli della ferocia militarista è un piccolo
passo per incrinare la cultura di sopraffazione e di morte che
caratterizza tutti gli eserciti, tutti gli stati, tutti i poteri.
Mortisia
Perquisizioni a Viareggio e in Versilia.
Venerdì 30 aprile ancora una volta la repressione si abbatte su
Viareggio e la Versilia. Alle 5,30 la Digos di Lucca mandata dal
procuratore della Repubblica Quattrocchi perquisisce le case di
quattordici militanti del centro sociale S.A.R.S. (Spazio Antagonista
di Resistenza Sociale) di Viareggio, del Comitato contro la repressione
di Viareggio e Versilia e di due compagni del Gruppo anarchico
versiliese.
Vengono contemporaneamente resi noti avvisi di garanzia per reati
associativi (il famigerato e diffuso articolo 270) e altre gravi
accuse, come minacce e danneggiamenti. Tutti questi fatti sono riferiti
al febbraio scorso quando, dopo un attacco incendiario al S.A.R.S. (e
ad un container vicino ad esso che ospitava alcuni immigrati
fortunatamente rimasti illesi), ci fu una pronta risposta di chi lo
anima e lo fa vivere e la solidarietà di varie altre
realtà fra cui la nostra. Assemblee, presidi e una
manifestazione cittadina a Viareggio (vedi U.N. del 22 febbraio '04)
caratterizzarono quel periodo che vedeva già l'inizio della
repressione (pochi giorni dopo l'incendio tre compagni del centro
sociale subirono perquisizioni poliziesche).
Da una parte un attentato incendiario gravissimo, che ha messo a
repentaglio la vita di persone, a tutt'oggi rimasto "fatto
accidentale". Dall'altra la solita montatura ai danni di chi si impegna
concretamente nelle lotte sociali sul posto di lavoro, nella scuola,
per la difesa dell'ambiente, contro la mercificazione della
socialità. Come anarchici continueremo a sostenere esperienze di
autogestione ed emancipazione sociale come quella di Viareggio.
Gruppo anarchico versiliese