Umanità Nova, numero 18 del 23 maggio 2004, Anno 84
Napoli: spazio sociale Cerriglio sotto sgombero
Dopo 10 anni di vita e di attività il Cerriglio sta per essere
sgomberato dalle "forze dell'ordine". Da anni resistiamo contro questa
minaccia, che oggi ha acquisito carattere esecutivo. In questi anni il
Cerriglio ha prodotto e produce un'intensa attività di politica
culturale caratterizzata in primo luogo dal rapporto fondativo con il
territorio. Il Cerriglio è immerso nella vita reale del vicolo e
del quartiere e nelle sue lotte per i bisogni fondamentali. È
uno spazio aperto di azione, di discussione, di effettivo incontro e di
espressione per realtà, gruppi, comunità di artisti,
soggetti, luogo di concerti, spettacoli, performance, libri, poesie,
laboratori e autoproduzioni.
Adesso la proprietà privata – sotto la forma del ragioniere
Luigi Paini – ne vuole lo sgombero per farne un deposito di carte e
fascicoli, distruggendo e spazzando via progetti, relazioni sociali,
attività proposte e vissute da tutti ma in primo luogo da chi
vive e abita il territorio ed il vicolo.
L'arroganza con cui è portata avanti l'eliminazione del
Cerriglio non ci stupisce. L'attuale fase storica, infatti, si
caratterizza per la violenza con cui il potere della proprietà
privata si autoproclama assoluto mettendo in atto efferati attacchi e
aggressioni senza vergogna contro tutte le forme di resistenza sociale
e politica e di pensiero critico.
Non possiamo fare altro che continuare la nostra resistenza psicofisica
e portare avanti la vita e le attività del Cerriglio.
Chiediamo a tutte le realtà e soggetti solidarietà nella
nostra lotta, rivendicando politicamente il diritto alla esistenza del
Cerriglio.
Spazio Sociale Cerriglio
Bari: Digos e Forza Nuova un binomio vincente
A Bari arrestati 15 esponenti di FN. Nella Digos un informatore.
"I fascisti in Italia non sono che una trascurabile maggioranza!" Mai
come in questo momento questa fulminante battuta di Leo Longanesi
lascia l'amaro in bocca.
Erano ormai mesi che i giornali locali riportavano quotidianamente le
"mirabili gesta" dei "soliti- tristemente-noti"; persino la stampa
nazionale si è scomodata per denunciare l'assurda violenza delle
squadracce che indisturbate si aggiravano per Bari e provincia
seminando il panico.
Gli obiettivi degli squadristi erano, come di consueto, centri sociali
- Trani, Santo Spirito ed Adelfia solo per citarne alcuni! -, circoli
interculturali, esponenti della sinistra ed "extracomunitari" (termine
mostruoso per indicare esseri umani dalla pelle scura).
Le vittime dei pestaggi ormai non sporgevano più denuncia
temendo ritorsioni su di se e su altri compagni; si pensi infatti agli
stretti legami tra FN, tifoserie (tutte quelle della zona con Bari e
Monopoli in testa ) e crimine organizzato.
Dopo mesi, anni di botte (senza mai risposte) la questura di Bari emana
un mandato di cattura per 15 esponenti di "Forza Nuova"; il reato?
Ricostituzione del "Partito Fascista". "Bella scoperta!" penseranno o
diranno i più. Certo non è stato così ovvio per lo
Stato che ha visto esponenti di questo partito candidati al Parlamento
e che così tanto tempo ha impiegato per fermarli!
Assurdo!
Forse, però, così assurde non sono le proteste del gruppo di neo-fascisti.
Chiedono: Perché tutto questo non è avvenuto prima? Non
è che questa mossa tattica ha qualcosa a che fare con il periodo
pre-elettorale ed il fastidio che FN dà ad AN in seguito alle
novelle alleanze tra nostalgici del ventennio?
Risposta dalla questura: "Abbiamo agito appena le indagini hanno permesso un approfondimento tale da a essere certi che…"
Udendo queste parole chiunque sia dotato di un minimo di buon senso
dovrebbe farsi le più matte risate e di certo i primi che
avranno riso delle esilaranti emanazioni della questura saranno stati i
fasci!
Potrebbe bastare ma c'è di più!
Chi figura nella lista degli indagati?Un esponente della Digos! A
questo punto ogni commento sarebbe superfluo: lascio a voi ogni
considerazione!
A tal riguardo mi limito a citare il dossier delle edizioni "Zero in
Condotta"; alla domanda rivolta alla sede di FN Chioggia:"Problemi con
la digos?", la risposta è stata un sintetico: "no,anzi…".
antifa
Giornalisti del "Giornale" alla sbarra
Nel luglio del 2002, mancavano pochi giorni al primo anniversario delle
giornate del G8 a Genova, a Rivalta Bormida nell'alessandrino si tenne
un pranzo di finanziamento per Umanità Nova. Subito dopo, come
un fulmine a ciel sereno, "Il Giornale" pubblicò in prima pagina
dell'edizione piemontese, un articolo infamante in cui si sosteneva che
la casa dei nostri compagni Urbano e Giuseppina, dove si era tenuta
l'iniziativa di finanziamento, avrebbe ospitato una riunione per
elaborare i piani di "vendetta" dell'assassinio di Carlo Giuliani.
L'articolaccio, ripreso poi da altre testate locali, costò ad
Urbano, esule anarchico cileno noto per suo ultra trentennale impegno
politico e sociale, la vista dei tutori del disordine statale,
pedinamenti ed intimidazioni poliziesche varie. A quasi due anni da
quei fatti, parte l'8 di giugno, presso il tribunale di Pavia, il
processo per diffamazione a carico dei due giornalisti autori
dell'articolo e del direttore responsabile della testata.
Euf.