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Umanità Nova, numero 18 del 23 maggio 2004, Anno 84

La divisa fa l'uomo… e la donna



Le immagini dall'Iraq di donne soldato che torturano, stuprano, umiliano i prigionieri hanno suscitato un "ondata di sdegno" e di incredulità, tanto più che una di esse ha anche affermato che si divertiva a torturare.
Ma come? Anche le donne? Le credevamo buone e gentili, portatrici, almeno loro, di una guerra umana.

Ma perché, e di cosa, il mondo si stupisce? Del fatto che una guerra non possa in alcun modo essere combattuta in modo umano? Del fatto che una donna soldato assomigli terribilmente ad un uomo soldato?
Se uccidere è per lei un comportamento non solo ammissibile, ma eroico, perché la tortura dovrebbe essere degradante?
In una società in cui la libertà femminile è presentata come "diventare uguali agli uomini" questa è la giusta logica.

Ed in questo orrore i corpi violati hanno un oltraggio in più: la cultura musulmana, il pudore ed il pregiudizi dell'uomo musulmano che rendono ancora più umiliante e degradante la tortura.
Ma la tortura come strumento di guerra è sempre stata applicata. La tortura sulle donne ha preso il volto dello stupro etnico, un atto consueto, quasi dovuto. Un modo ulteriore per umiliare il nemico. Una parte integrante della strategia militare per aumentare il clima di terrore e di oppressione. L'orrore davanti a questi episodi deve essere totale, ma quando il riflettore viene spostato occorre capirne il motivo.

La tortura sessuale ad opera di una donna sembra uno degli incubi maschili, ricorrente nella letteratura pornografica. Vederlo realizzato in modo così palese aumenta la paura, il disorientamento.
La presenza tra i torturatori di donne aiuta a spianare la strada ad un ulteriore oppressione delle donne irachene, ad un aumento della paura nei confronti del genere femminile e di conseguenza ad un restringimento degli spazi per le donne. In poche parole: se "darvi " la libertà vi riduce come i peggiori degli uomini meglio che rimaniate oppresse. L'oppressione vi mantiene calme, tranquille ed innocue.
Che foste impure, peccatrici, svergognate lo sapevamo… Se diventate anche violente il correre ai ripari sarà ancora più necessario.
Ma a fronte ad alcune donne che torturano, uccidono, violentano, molte altre, molte di più, compiono il loro percorso ogni giorno di costruzione di pace e di rapporti diversi.
Chissà perché queste non fanno altrettanta notizia?

R.P.










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