Umanità Nova, numero 19 del 30 maggio 2004, Anno 84
11 marzo '03. "Oggi abbiamo il dovere di affiancare i nostri alleati in una impresa storica": è l'opinione di Bondi, portavoce di Forza Italia (Fonte: Il Tirreno).
15 aprile '03. Il ministro degli Esteri Frattini dichiara che "quella dell'Italia è una missione che ha scopo emergenziale e umanitario" (Fonte: Liberazione).
7 maggio '03. Una prima aliquota di 15 carabinieri giunge a Baghdad al seguito della Croce Rossa che, come spiega il ministro della difesa Martino, conterà sulla vigilanza di 30 carabinieri. Il ministro degli Esteri Frattini dichiara tre giorni dopo che "il compito dell'Italia è portare la nostra bandiera, quella dei nostri soldati e carabinieri, per dare aiuto alle popolazioni" (Fonte: Diario).
8 giugno '03. Prime presenze militari italiane in Iraq: 35 bersaglieri del 18° reggimento Fagarè (Fonte: Ansa).
12 giugno '03. Inizia ufficialmente la missione "Antica
Babilonia", con la partenza per il sud dell'Iraq dei bersaglieri della
brigata Garibaldi e di carabinieri. Secondo il presidente Ciampi
saranno "al servizio della pace", ma il ministro della Difesa Martino
dichiara che "la violenza deve essere fermata, se occorre anche con
l'azione militare" e che uno dei compiti dei circa 3000 militari
italiani è "eliminare ovunque i santuari del terrorismo e
sventare la minaccia delle armi di distruzione di massa". Non vengono
rese note le regole d'ingaggio; l'unica cosa certa è che il
contingente italiano opererà sotto il comando britannico (Fonte:
l'Unità).
26 giugno '03. Il tenente colonnello Morcella, portavoce della
missione, dichiara: "Entro i primi di luglio avremo sul campo oltre 3
mila soldati, tutti corpi scelti di carabinieri, esercito, marina e
aviazione. I nostri sono compiti umanitari (…) Difficilmente entreremo
nel mirino di terroristi e sabotatori" (Fonte: Corriere della Sera).
20 luglio '03. Dalla mezzanotte, 2.300 militari italiani,
soprattutto bersaglieri, ma anche genieri, lagunari e carabinieri hanno
preso il controllo della provincia meridionale di Dhi Qar, dando il
cambio a 900 marine Usa. Armi d'ordinanza Beretta mod. 92 e fucile AR
70/90. Dovrebbero scortare convogli umanitari, costruire ponti e
sminare campi, ma da subito compiono perquisizioni con la polizia
locale (Fonte: la Repubblica).
31 luglio '03. Nel capoluogo Nassirya i 500 carabinieri della
Msu (Multinational Specialized Unit) mantengono l'ordine pubblico,
raccolgono informazioni, combattono il terrorismo e addestrano 800
agenti Iracheni della nuova polizia comandata da un colonnello
già al servizio del regime di Saddam Hussein per 25 anni (Fonte:
Panorama).
2 agosto '03. "Quando si arriva a usare la forza il rischio
c'è sempre", parola del generale Fraticelli, capo di stato
maggiore. I 1.700 militari italiani già operativi in Iraq sono
da considerarsi in "prima linea", ma per essi vige il codice penale
militare di pace; mentre invece per gli Iracheni incriminati di reati
contro gli italiani o lo Stato italiano è prevista
l'applicazione del codice penale militare di guerra (Fonte:
Liberazione).
4 agosto '03. Colpo di mortaio colpisce l'ambasciata italiana a
Baghdad; il console De Martino minimizza: "Sono in Iraq dal 1999 e non
ho mai notato segni di ostilità nei confronti del nostro Paese e
tanto meno li ho visti in questi giorni". Tranquillizzanti anche le
dichiarazioni dell'ambasciatore Armellini: "A Baghdad non ci sono
segnali di pericolo, ho l'impressione che si corrano più rischi
di notte nel Bronx (…) Insomma, non c'è un uomo con il
kalashnikov pronto dietro ogni angolo" (Fonte: la Repubblica).
6 agosto '03. In risposta all'ipotesi secondo cui una parte dei 2.800
soldati italiani dovrebbero passare sotto il comando di un generale
polacco, il ministero della Difesa conferma la catena di comando delle
forze italiane, al cui vertice ci sono i militari britannici (Fonte. la
Repubblica).
22 agosto '03. Il segretario di stato Colin Powell chiede anche
al ministro degli esteri Frattini un rafforzamento della presenza
militare italiana, soprattutto a Baghdad dove opera soltanto un reparto
di carabinieri distaccati presso la Croce Rossa Internazionale. Fonti
militari italiane rispondono che "È impossibile lasciare
Nassirya. Qui abbiamo troppo da fare" (Fonte: la Repubblica).
13 settembre '03. I carabinieri-paracadutisti del Tuscania sparano; ignoto il numero delle vittime (Fonte: Liberazione).
5 ottobre '03. Sassaiola contro i bersaglieri italiani a
Nassirya, durante disordini scoppiati presso lo stadio durante i
pagamenti delle paghe agli ex-soldati Iracheni (Fonte: Liberazione).
12 ottobre '03. Il ministro della Difesa Marino annuncia che il
contingente italiano potrebbe rimanere in Iraq altri 6 mesi oltre la
scadenza dell'attuale mandato, in quanto "la situazione in Iraq non
è tanto preoccupante", la situazione nel Nord è
"assolutamente pacifica" e al Sud ci sono solo "problemi di
criminalità comune" (Fonte: la Repubblica).
14 ottobre '03. Assedio della folla contro il posto di polizia a
Nassirya; carabinieri italiani, militari rumeni e poliziotti iracheni
sparano sui dimostranti che incendiano alcuni veicoli militari; tra gli
assedianti si contano alcuni feriti ed almeno un morto. Intervengono
una compagnia di carabinieri in assetto antisommossa, mezzi blindati
della brigata Garibaldi e un elicottero italiano (fonte: Il Giornale).
15 ottobre '03. Il ministro della Difesa Martino annuncia che
"quando gli americani chiederanno di far restare i nostri soldati in
Iraq oltre il tempo stabilito non si potrà dire di no" (Fonte:
Corriere della Sera).
19 ottobre '03. La brigata Garibaldi dal 15 ottobre è
stata sostituita dalla brigata Sassari; il colonnello Scala della
Garibaldi ammette che "all'inizio siamo stati aggrediti da una folla di
uomini e donne che avevano perduto tutto". Il generale Stano conferma
"Non abbassiamo la guardia, continueremo a tenerla alta" (Fonte: la
Repubblica).
23 ottobre '03. Spari contro convoglio dei Carabinieri a Nassirya, nei pressi della base della Msu (Fonte: Liberazione).
12 novembre '03. Attacco suicida contro la caserma dei
carabinieri a Nassirya: muoiono 13 carabinieri, 4 militari della
brigata Sassari, due civili italiani, 11 cittadini iracheni. I militari
italiani che partecipano ad Antica Babilonia sono 2.700, di cui 1.800
dell'esercito; si prevede un rafforzamento dei carabinieri da 400 a
550. I militari italiani nella provincia di Dhi Qar sono 2.400 con
decine di mezzi blindati e da combattimento, oltre a sei elicotteri del
XXVI reparto Operazioni speciali. L'Italia è il terzo paese per
presenza militare in Iraq. (Fonti: Ansa e Corriere della Sera).
15 novembre '03. "Abbiamo capito come questo sacrificio sia
valso a rappresentarci sulla scena internazionale": è il parere
del pubblicitario Berlusconi a Bruxelles (Fonte: Liberazione).
21 novembre '03. Il generale Cabigiosu, consulente militare
dell'ambasciata italiana a Baghdad, ora ammette che "Da quasi un mese
c'è stato un peggioramento generale della situazione in Iraq,
che coinvolge anche il contingente italiano" (Fonte: Ansa).
26 novembre '03. A Nassirya un militare italiano rimane ferito da un colpo "di ricaduta" (Fonte: Liberazione).
6 dicembre '03. Berlusconi intervistato dal New York Times, ribadendo che la comunità delle democrazie deve essere pronta ad usare la forza, ritiene auspicabile "una modificazione del diritto internazionale che finora riconosce come inviolabile la sovranità dei singoli Stati" (Fonte: Liberazione).
3 gennaio '04. Rastrellamento compiuto dalle forze italiane
con 24 iracheni fermati e il sequestro di ingenti quantità di
armi ed esplosivi (Fonte: Il Tirreno).
4 gennaio '04. Attacco al comando del CPA, Coalition Provisional Authority (Fonte: Liberazione).
5 gennaio '04. Nell'accademia dove si preparano gli ufficiali
per la nuova polizia irachena insegnano anche 10 carabinieri del
Tuscania. La scuola di polizia è l'ex prigione di Az Zubayr a
sud di Bassora (Fonte: Corriere della Sera).
8 gennaio '04. Nel carcere di Nassirya ci sono circa 150
prigionieri, tra i quali solo 7 sospetti terroristi, dei quali una
quarantina consegnati dai carabinieri. La sorveglianza è
garantita da agenti iracheni, addestrati dai carabinieri e comandati
dal capitano Shauki Malek Hammad, ex-ufficiale riciclato del passato
regime. Si afferma, incautamente, che la tortura è sparita
(fonte: Corriere della Sera).
10 gennaio '04. Il Consiglio dei ministri decide, con un decreto
legge, che le truppe italiane resteranno in Iraq sino al 30 giugno
2004; il finanziamento per l'Iraq supera di poco i 200 milioni di euro.
Il sottosegretario alla Difesa Bosi afferma che "l'Italia
resterà in Iraq costi quel che costi" (Fonti: Liberazione e La
Stampa).
23 febbraio '04. Il governatore Usa Paul Bremer dichiara che
"è necessario che le truppe della coalizione, italiani compresi,
rimangano in Iraq fino al dicembre 2005", intanto cresce la tensione a
Nassirya (Fonte: l'Unità)
25 febbraio '04. Bremer nomina Barbara Contini, esperta del
ministero degli Esteri, a governatrice della provincia di Dhi Qar in
sostituzione dell'inglese John Borne (Fonte: Ansa).
17 aprile '04. Il ministro della Difesa Martino dichiara:
"Finora i nostri hanno svolto la loro missione senza problemi. Il
Parlamento ci ha autorizzato a mandare 3 mila uomini. Ma non abbiamo
raggiunto il top. Siamo intorno ai 2.700" (Fonte: Corriere della Sera).
24 gennaio '04. Il ministero della Difesa precisa che il
contingente italiano in Iraq "non va considerato in senso stretto di
tipo militare" (Fonte: Corriere della Sera).
11 marzo '04. Bersaglieri dell'11° rgt. e militari dei
reparti specialistici sequestrano un deposito di esplosivi,
comprendente 91 mine anticarro fabbricate dalla Valsella di Brescia e
12 sacchi di esplosivo prodotto dalla Cheddite di Livorno, tutto
materiale venduto dall'Italia negli anni '80 a Saddam Hussein (Fonte:
Liberazione).
27 marzo '04. Reparti attualmente presenti: brigata corazzata
Ariete, Savoia 3° Cavalleria, Lagunari, 7° regt. NBC,
battaglione Col Moschin, battaglione San Marco, 7° regt.
trasmissione di Sacile, 3° Genio di Udine, Gruppo supporto, 6°
regt. Trasporti di Pisa, Chimic Group South di Motta di Livenza,
2ª brigata del Tuscania, 13° Carabinieri Friuli Venezia Giulia
e Lives di Bolzano (Fonte: la Repubblica).
5 aprile '04. Attacco contro la base Libeccio a Nassirya da
parte di dimostranti armati, ferito un sottufficiale del Tuscania e
incendiati due veicoli italiani; alcune ore più tardi una
pattuglia della Msu composta da carabinieri del Tuscania e da forze
speciali portoghesi cade in un'imboscata, feriti due italiani (Fonte:
Il Gazzettino).
6 aprile '04. Bersaglieri dell'11° rgt., carabinieri, forze
speciali dell'Esercito e della Marina attaccano e aprono il fuoco,
anche con armi pesanti, sulla folla in rivolta che occupa i ponti
sull'Eufrate; vengono sparati oltre trentamila colpi. Il bilancio della
battaglia sono almeno 15 iracheni morti, quasi tutti civili, tra i
quali due bambini, e 35 feriti mentre tra i soldati italiani contano 12
feriti. Secondo il comando italiano "da parte della popolazione
c'è assoluta solidarietà nei nostri confronti e ferma
determinazione ad allontanare i rivoltosi". Lo svolgimento effettivo
degli scontri è coperto dal segreto di Stato (Fonti: Liberazione
e Il Gazzettino).
7 aprile '04. I militari impegnati in Antica Babilonia assommano
a 3.068, di cui 2.979 in territorio iracheno; 1.850 appartengono
all'Esercito, 400 ai Carabinieri, 500 alla Marina e 220 all'Aeronautica
(Fonte: Ansa).
8 aprile '04. Il ministro della Difesa Martino sostiene che,
durante la battaglia per il controllo dei ponti, i soldati italiani si
sono difesi nel pieno rispetto delle regole d'ingaggio; dichiara
inoltre che "la parola ritiro non rientra nel nostro vocabolario"
(Fonte: Il Sole 24 Ore).
9 aprile '04. Il ministro della Difesa Martino, ad una cerimonia
militare, proclama che "Difendere la patria oggi significa combattere
fanatici e assassini anche lontani dai nostri confini". Il brigadiere
generale Chiarini, comandante della brigata Ariete, dichiara "La
situazione in Iraq è abbastanza tranquilla, anche se ogni tanto
ci sparano addosso. Per il momento non rispondiamo al fuoco, ma se la
situazione cambierà saremo costretti a farlo" (Fonti:
Liberazione e Il Gazzettino).
10 aprile '04. Nuovi scontri a fuoco tra bersaglieri, appoggiati
da blindati Centauro armati con cannoni da 105 mm., e miliziani
asserragliati in alcuni caseggiati. Il controllo di Nassirya è
delegato alla polizia irachena, sotto protezione italiana (Fonte: la
Repubblica).
20 aprile '04. "Non escludo che qualche elemento della
popolazione nutra sentimenti ostili nei nostri confronti": è la
scoperta del generale Cecchi, capo del Comando Operativo di vertice
Interforze (Fonte: Corriere della Sera).
23 aprile '04. Dopo numerose voci da tempo circolanti, l'ex
dirigente dell'Eni Li Vigni ammette che "il governo iracheno
accordò all'Eni lo sfruttamento di un giacimento sul territorio
di Nassirya, con 2,5/3 miliardi di barili di riserve (…) Nel suo
territorio c'è una grande raffineria ed un grande oleodotto"
(Fonte: Radio Capital).
28 aprile '04. Quarto attacco della guerriglia contro la sede
del CPA, il governatorato provvisorio a guida italiana. Dopo gennaio,
altri due erano avvenuti nella notte del 21 aprile e il 24 aprile, con
il ferimento di due fucilieri della marina (Fonte: La Stampa).
6 maggio '04. Ferito leggermente un bersagliere di pattuglia
nell'abitato di Suq Ash Shuyukh, dove pochi giorni prima vi era stato
un attacco al generale Chiarini e alla sua scorta. (Fonte: Ansa).
8 maggio '04. Quinto attacco, a colpi di mortaio, alla sede del CPA,
presidiata da militari del San Marco, guardie private filippine e
poliziotti iracheni; feriti due tra quest'ultimi e un civile. Secondo
fonti ufficiali nel corso della missione Antica Babilonia i militari
italiani hanno arrestato 573 persone, delle quali 112 sono state
rilasciate subito, 419 consegnate alla polizia locale e 42 al comando
della coalizione (Fonte: La Stampa).
13 maggio '04. L'ambasciata italiana a Baghdad è fatta bersaglio da tre colpi, si presume di mortaio (Fonte: Ansa).
15 maggio '04. Sollevazione a Nassirya, sotto assedio la sede
del CPA, colpita da bombe di mortaio e Rpg; ferite due guardie private
filippine. I militari italiani, San Marco e bersaglieri, rispondono al
fuoco; imprecisato il numero dei caduti (Fonte: Il Manifesto).
17 maggio '04. Continua l'attacco contro la sede del CPA, muore
colpito da una bomba di mortaio il lagunare Vanzan, altri 12 militari
italiani risultano feriti. Ad un responsabile dell'ospedale di Nassirya
risultano 16 guerriglieri morti e altri 26 feriti dai colpi degli
italiani. Un'altra ventina sarebbero i miliziani uccisi sotto l'azione
degli elicotteri e di una cannoniera volante Ac.130 Spectre (Fonte:
Ansa).
18 maggio '04. Le autorità militari Usa hanno ordinato
alla governatrice Barbara Contini di abbandonare per ragioni di
sicurezza la sede del CPA a Nassirya (Fonte: Liberazione).
19 maggio '04. Il ministro della Difesa Martino afferma in
Parlamento che "Non si può parlare di rivolta generalizzata" e
che per quanto riguarda le regole d'ingaggio, peraltro coperte da
segreto militare, "l'autodifesa non significa aspettare che ci sparino
addosso per rispondere. I nostri militari possono sparare per primi".
Ancora più esplicito il generale Cabigiosu: "l'utilizzo delle
armi è consentito non solo di fronte ad un atto ostile, ma anche
di fronte ad un vento ostile" (Fonti: Liberazione e Ansa).
21 maggio '04. Due razzi sparati contro la base militare di
Tallil dove ormai si sono trasferiti quasi tutti i reparti italiani di
antica Babilonia. Berlusconi, in Parlamento, dichiara che "Ritirarsi
adesso vorrebbe dire abbandonare al caos un paese cruciale del medio
Oriente" (Fonte: La Nuova).
A cura di U.F.