Umanità Nova, numero 19 del 30 maggio 2004, Anno 84
Trieste contro gli Alpini
È stata una vera e propria invasione. Circa fra i 3 e i 400.000
alpini (compresi famigliari e amici al seguito) sono calati su Trieste
per l'adunata nazionale che per la sesta volta si è tenuta da
noi. La scelta non è stata casuale visto che quest'anno si
celebrano i cinquant'anni del ritorno di Trieste all'Italia. Questo ha
fatto sì che quest'adunata fosse ancora più numerosa
delle altre ma soprattutto caratterizzata da un nazionalismo ancora
più acceso. Sin dalla settimana precedente la città
è stata infestata da migliaia di tricolori esposti ovunque e le
penne nere si sono istallate in ogni angolo disponibile della
città facendola da padroni. A chi portasse un cappello da alpino
in questi giorni era permesso tutto: campeggiare in aree pubbliche
gratis dove di solito non si può manco camminare, scorrazzare
per la città su trabiccoli rumorosi e pericolosi, ubriacarsi e
pisciare ovunque e soprattutto molestare e infastidire tutte le donne
che passassero per strada. Ma oltre a questi aspetti ancor più
grave è da rilevare che uno degli alpini "testimonial"
dell'adunata è stato Nicolò Giani noto razzista e
antisemita durante il fascismo. Ovviamente questa notizia è
passata solo di sfuggita sui mass-media ed è subito caduta nel
dimenticatoio. Contro questa mega kermesse militarista solo gli
anarchici hanno levato la propria voce per dire no a tutti gli eserciti
di cui gli alpini sono parte integrante.
Già dalla settimana precedente dal balcone della centralissima
sede del Gruppo Anarchico Germinal capeggiavano due striscioni con
scritto "Il militarismo produce violenza sfruttamento e morte" e "zona
dealpinizzata". Nella settimana del raduno è stato realizzato e
affisso in particolare sulle scuole superiori e università un
manifesto dal significativo titolo "il militarismo produce morte e
sfruttamento. Gli alpini pure" e varie centinaia di adesivi. Grosso
successo hanno riscosso in particolare gli adesivi e sono state molte
le persone che li hanno voluti per affiggerli a loro volta. Un altro
striscione è stato anche affisso nella centrale piazza Cavana.
Ma oltre a noi anche altri compagni si sono dati da fare. Nel weekend
dell'adunata un volantino a firma "individualità anarchiche"
è apparso in centro mentre nel tardo sabato sera un gruppo di
giovani compagni è riuscito a piazzare in una delle tribune
centrali dove l'indomani si sarebbero installate le autorità per
la parata uno striscione con scritto "contro ogni nazionalismo" in
lingua italiana e in sloveno.
Da segnalare infine che in vari punti del centro e del Carso mani
anonime hanno rimosso le orribili bandierine tricolore appese ovunque,
scatenando le ire dei benpensanti tanto da meritarsi numerose lettere
sui giornali locali.
Queste iniziative - seppure non certo di massa - hanno attirato
l'attenzione della Digos tanto che la domenica della parata agenti in
borghese hanno sorvegliato la nostra sede di via Mazzini per tutto il
giorno.
Sebbene non si sia riusciti a fare di più è stato
comunque importante far sentire anche in questa occasione la nostra
voce contro tutte le guerre e tutti gli eserciti.
Un compagno del Gruppo Anarchico Germinal
Presidio antimilitarista a Pietrasanta (LU)
Quando nel pomeriggio di sabato 22 maggio siamo arrivati in piazza
Statuto a Pietrasanta il "comitato di accoglienza" era schierato al
gran completo: digos, polizia ed i carabinieri qualche metro più
in là pronti ad intervenire. Una guerra è in corso e guai
a chi non abbassa la testa di fronte alla morte, alle distruzioni, alla
miseria causate dal militarismo, dagli stati e dagli eserciti.
Nonostante il tentativo di impedimento e oscuramento dell'iniziativa la
piazza ce la siamo presa e per diverse ore abbiamo manifestato la
nostra opposizione antimilitarista anarchica, non mancando di
posizionare davanti al monumento ai caduti presente nella medesima
piazza un grande striscione con la frase "se i caduti potessero parlare
non ci sarebbero più guerre".
Durante il presidio promosso dal Gruppo Anarchico Versiliese è stato diffuso il seguente volantino:
"Contro i padroni del mondo e le loro guerre! Il dittatore Saddam
Hussein martoriava il popolo iracheno pagato e sostenuto dai governi
occidentali, gli stessi governi che ora martoriano lo stesso popolo.
Prima le "grandi democrazie occidentali" crescono e allevano i
criminali alla Saddam (o alla Bin Laden o alla Noriega etc.etc.). Poi
bombardano, distruggono, invadono e occupano militarmente intere
regioni del pianeta perché i criminali non sono più amici
e utili alla loro politica cinica e assassina. E continuano a parlare
di missioni di pace, di operazioni umanitarie, di liberazione quando
è sotto gli occhi di tutti che di una guerra si tratta, di
un'ennesima sporca guerra per il petrolio e per il potere che provoca
morte e miseria. Fedele alleato dello sceriffo a stelle e strisce, il
governo della banda Berlusconi partecipa attivamente alla guerra in
Iraq inviando un proprio contingente militare (e civile, perché
prima si distrugge e poi si fanno affari con la ricostruzione...). I
nostri cari politici pensano di fregarci con la retorica militarista e
patriottarda, con la propaganda guerrafondaia ed anche con il
"pacifismo" interessato di quella sinistra istituzionale che approvava
l'aggressione militare alla Jugoslavia quando al governo c'era D'Alema.
Si sbagliano. Non siamo arruolati, non lo saremo mai e lì,
davanti alla TV a fare il tifo per i "nostri
ragazzi", noi non ci stiamo.
Siamo in piazza e nelle strade ad esprimere una radicale opposizione al
militarismo, a tutti gli eserciti, alle basi militari, all'industria
bellica (negli ultimi dieci anni le esportazioni di armi italiane sono
salite da 300 a 600 milioni di euro, il tricolore export di morte
raddoppia)."
Gr.A.V.
Crispiano: provocazioni poliziesche il Primo Maggio
Benvenuti a Crispiano, città delle cento masserie, cita il
cartello all'ingresso del territorio di Cristiano in provincia di
Taranto.
In una di queste masserie in completo abbandono, la masseria
Pizzichicchio, "brigante del luogo", si è data appuntamento
l'area anarchica-libertaria per il Primo Maggio. Il programma della
serata era così organizzato: proiezione del filmato "Sacco e
Vanzetti", cena, concerto, diffusione di materiale di
controinformazione sul Primo Maggio ed altro.
Verso le 22 mentre si assisteva alla visone del filmato, una prima
macchina dei CC con a bordo solo due carabinieri faceva visita alla
masseria: di lì a poco una seconda macchina, successivamente una
terza, così in pochi minuti ci si è resi conto che era in
atto un vero e proprio blitz da parte delle forze del disordine
capeggiate dal capitano Vincenzo Tetta.
I presenti sono stati obbligati ad identificarsi con la consegna dei
documenti e dopo qualche chiacchierata con i CC e la vista di un
funzionario della SIAE verso le 23,30 circa i provocatori sono andati
via senza dare nessuna spiegazione.
La serata è potuta così continuare ingrossando sempre di
più il numero dei partecipanti - circa 150/200 - e, nonostante
la provocazione si è protratta sino alle 4 del mattino.
Nessuno dei presenti ha dato molto peso all'accaduto: sembrava un
controllo di routine e dopo i vari saluti ciascuno è tornato
alla propria quotidianità. Dopo dieci giorni dall'accaduto
veniamo a sapere dal quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno", che ha
pubblicato un articolo titolato "Rave party interrotto a Cristiano -
Blitz dei carabinieri in una masseria, denunciati a piede libero 43
giovani", che l'intento delle forze del disordine era in realtà
predeterminato e rientrava in un contesto di repressione che i compagni
del luogo da tempo stanno subendo e si è così esplicato.
Ogni commento ci pare superfluo.
Utopia - Palagiano