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Umanità Nova, numero 20 del 6 giugno 2004, Anno 84

Nassirija. Strage di Stato



"La paura delle conseguenze dei propri atti è il più grave impedimento
al libero fluire dell'arte di comandare"
(A. Pizzitola, colonnello Legione Allievi Carabinieri)


Avevamo già intuito che, dietro la "battaglia" sostenuta dai militari italiani a Nassirya lo scorso 6 aprile per il controllo dei ponti sull'Eufrate in mano alla popolazione in rivolta, dovevano esserci verità tragiche e responsabilità pesanti.
Immediatamente, infatti, era calato il segreto di stato su quanto avvenuto e le informazioni ufficiali diramate dai comandi apparivano del tutto inattendibili come ogni bollettino di guerra.
In particolare risultava inimmaginabile che, dopo svariate ore di fuoco e 30/35 mila colpi sparati dai soldati italiani (Bersaglieri, S. Marco, Tuscania, Savoia Cavalleria) con armi leggere e pesanti, il bilancio delle vittime irachene ammontasse "soltanto" a 15 morti.
Dalle indagini aperte dalla Magistratura ordinaria, per il ferimento di 12 bersaglieri, e da quella militare sul rispetto delle cosiddette regole d'ingaggio, adesso sta emergendo che gli iracheni, in gran parte civili - bambini compresi, caduti sotto il tiro dei "nostri ragazzi" sarebbero dai 150 ai 300.

In altre parole una strage.

A darne notizia, seppure sommessamente, è stato il Corriere della Sera del 26 maggio scorso; poi sulla questione è tornata Liberazione il giorno seguente, l'unico quotidiano che aveva da subito denunciato la censura governativa sulla documentazione filmata e contro l'inchiesta svolta da un giornalista di Repubblica, prontamente incriminato.
Ennesima conferma del fatto che se gli Usa hanno trovato un altro Vietnam, l'Italia sta conoscendo un'altra Somalia, dove nel corso della missione Restore Hope del '93, le vittime dell'intervento tricolore furono - come è stato ammesso - centinaia.

E di fronte a questa contabilità di morte, le immediate dichiarazioni del ministro Martino sul rispetto delle regole d'ingaggio rilasciate il giorno seguente il massacro, assumono il sapore di una barzelletta macabra.

KAS












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