Umanità Nova, numero 21 del 13 giugno 2004, Anno 84
Il revisionismo dell'Anpi
a proposito del comunicato emesso in occasione del 2 giugno
Il quotidiano Repubblica alla vigilia delle celebrazioni militariste
del 2 giugno riportava la seguente dichiarazione dell'Anpi in merito
alle annunciate contestazioni delle parate previste in occasione della
festa della repubblica: "E ieri è arrivata la presa di posizione
dell'Associazione partigiani, che pure sarà in piazza il 4 nel
corteo anti Bush: «L'Anpi si augura che le manifestazioni
annunciate contro la parata non si svolgano, giudicandole frutto di
quell'estremismo definito in sede storica infantilmente anarchico, che
fu tra le molte componenti all'origine del fascismo».
- La Repubblica -
Non ci meravigliamo più di niente. Non ci meravigliamo, quindi,
che l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, l'associazione che
raccoglie chi insorse in armi contro il nazifascismo, emetta oggi
vergognosi comunicati che tradiscono sia le ragioni della propria
storia che quelle dell'intelligenza.
Gli anarchici, come i dirigenti dell'ANPI ben dovrebbero sapere, sono
sempre stati protagonisti nella lotta contro il fascismo e contro tutte
le dittature. E hanno pagato il loro contributo di sangue e sofferenze
nelle carceri, nelle isole, al confino, nell'esilio, nei campi di
concentramento, in terra di Spagna e sui monti d'Italia. La loro storia
è una storia di libertà e di lotta contro la coercizione
e lo sfruttamento, una lotta che non è stata seconda a quella di
nessun altro. Una storia di libertà e di lotta che ancora oggi
continua contro la guerra e il mostro militarista.
Parlare oggi di "estremismo definito in sede storica infantilmente
anarchico… tra le molte componenti all'origine del fascismo" non
è solo la palese mistificazione di una realtà che vide in
ben altri fenomeni politici e sociali il successo di quell'infame
dittatura (e ci viene da pensare, tra gli altri, al massimalismo
socialista e al settarismo comunista che già prefigurava i gulag
staliniani), ma anche una offesa nei confronti di tutti quei nostri
compagni che dovettero subire le dure persecuzioni del ventennio.
Ma, forse, chi oggi affianca militari e prelati in occasione di
celebrazioni militariste e patriottarde, non solo mistifica la nostra
storia ma ha ormai smarrito anche la propria. Una storia, che, come la
nostra, sebbene per strade diverse, si è snodata nella lotta a
fianco degli sfruttati, dei senza potere, dei senza patria che
credevano in un'umanità internazionale, emancipata dalle
frontiere, dalle bandiere, dalla retorica nazionalista e dagli eserciti
sanguinari che la accompagnano. Una lotta di partigiani, di ribelli,
senza divise e senza mostrine ma con un amore sconfinato per la
libertà.
Le vostre dichiarazioni non gettano fango sulla nostra storia ma
seppelliscono in un sudario tricolore e guerrafondaio la vostra.
Reggio Emilia, 5 giugno 2004
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana