Umanità Nova, numero 22 del 20 giugno 2004, Anno 84
Le elezioni europee sono state un sondaggio d'opinione che ha coinvolto una parte minoritaria dei maggiorenni comunitari. Per convincere le persone a partecipare non hanno potuto usare neanche il solito artificio retorico dell'importanza di decidere chi governa, visto che il parlamento europeo è un'istituzione assolutamente inutile: non serve a nominare un governo europeo (che, del resto, non esiste), non approva leggi (lo fa il consiglio, cioè l'insieme dei governi dei singoli stati), né vigila sulla loro applicazione (lo fa la Commissione europea).
In quasi tutti i paesi europei questa cosa è stata chiaramente percepita dalla maggior parte degli aventi diritto al voto che non si sono prestati a questo giochetto. Nei paesi dell'Europa orientale la consuetudine con le altrettanto inutili elezioni del vecchio regime ha fatto disertare in massa le urne (in Slovacchia ha votato solo il 16% degli elettori e nei paesi nuovi entrati la media dei votanti è stata del 26,4%), ma il dato è stato simile in tutta Europa, dove è andato alle urne solo il 45,3% degli aventi diritto.
In Italia, invece, le elezioni sono state maggiormente partecipate: il numero dei votanti, in discesa costante dalle prime elezioni europee alle penultime, è aumentato, passando al 73,1% dal 70.8%.
La motivazione è che, probabilmente, in Italia si è convinti di decidere qualcosa con il voto, anche quando si tratta solo di nominare 78 persone che andranno a prendere uno stipendio (cumulabile con altre retribuzioni) di 10.975 Euro al mese (a cui, ovviamente, vanno aggiunti gettoni di presenza, indennità, rimborsi spese di vitto e alloggio, il consueto stipendio aggiuntivo per il portaborse, viaggi gratis e prebende varie).
La coincidenza, in molte località, con le elezioni amministrative (che "tirano" di più delle europee), il fatto che si votasse con il proporzionale (che aumenta l'identificazione con il partito e con il candidato), il fine settimana con il cattivo tempo hanno determinato quest'aumento di votanti.
Gli SMS arrivati a tutti i possessori di telefonino non c'entrano con la partecipazione al voto, quelli sono serviti solo a fare propaganda per Berlusconi. Da un paio di mesi tutti i sondaggi davano Forza Italia poco sotto il 20%. Per Berlusconi sarebbe stata una catastrofe. Ora, nei casi di calamità naturale, il governo è autorizzato a utilizzare gli SMS per avvertire le popolazioni, ad esempio, dell'imminenza di terremoti ed inondazioni. Visto che i sondaggisti spiegavano che la maggior parte degli elettori di Forza Italia non avrebbe votato per altri partiti ma si sarebbe astenuta Berlusconi ha pensato bene di spendere una decina di milioni di euro non suoi per diminuire i danni di questa catastrofe. L'invito a non astenersi, benché arrivato a tutti, era, in realtà, diretto solo agli elettori di Forza Italia in procinto di astenersi che, con la loro consueta intelligenza, avrebbero interpretato la cosa con "Guarda, Berlusconi si è ricordato di me, votiamolo!".
Visto che siamo in tema di sondaggi è interessante notare che Forza Italia ha commissionato, a inizio giugno, un sondaggio riservatissimo per sapere quanti voti in più avrebbe preso se gli ostaggi italiani in Iraq fossero stati liberati la settimana prima delle elezioni. La cosa strana è che non c'era anche una domanda su quanti voti avrebbe preso in meno se gli ostaggi fossero stati uccisi, curiosità che sarebbe stata più che legittima, visto che il sondaggio è stato fatto il 5 giugno e la notizia dello stesso è circolata (anche su Internet) la mattina del 7 giugno. Gli ostaggi sono stati "liberati", incredibilmente senza sparare un colpo, l'8 giugno. Per quelli che credono a queste cose, la risposta del sondaggio è stata che avrebbe preso l'1,5% di voti in più.
Le elezioni sono però un sondaggio fatto meglio dei tanti commissionati dal Cavaliere in queste settimane. Ed il sondaggio non ha dato i risultati che sperava. I rapporti di forza all'interno del governo si sono modificati a suo sfavore. La vulgata preelettorale diceva che, se AN e UDC avessero avuto più voti di Forza Italia si sarebbe andati alla crisi di governo e così non è stato, Berlusconi probabilmente rimarrà in sella, ma qualche cambiamento lo dovrà fare. Probabilmente Tremonti finirà a fare il commissario europeo al posto di Monti. È anche probabile che qualche vecchio democristiano tipo Scajola ritorni in auge in Forza Italia, vista l'incapacità conclamata di Bondi e Cicchitto di intrattenere rapporti con la chiesa cattolica, mai silente come in queste elezioni.
Un vecchio adagio anarchico recita "Votando si sceglie il colore delle proprie catene!" e, visto come sono andate queste elezioni, possiamo dire che si passa da un azzurro-verde berlusconianleghista a un bianco-grigio follianfiniano.
L'altro trombato, sull'altro fronte, è D'Alema. Il progetto del listone è fallito (con un Berlusconi messo così male è riuscito a pareggiare: complimenti!). Gli ulivisti con l'elmetto hanno perso voti a sinistra e non li hanno presi al centro. I mal di pancia del correntone si cominciano a far sentire e se D'Alema dovesse insistere su questa linea, potrebbero arrivare addirittura a una scissione su una prospettiva di una confederazione di sinistra con Verdi e PCDI e, eventualmente, Rifondazione. Il vero vincitore, a sinistra, è Veltroni, probabile futuro candidato alla Presidenza del Consiglio (con Prodi, che comunque non ne esce bene, candidato alla Presidenza della Repubblica).
Ci sono stati anche alcuni trombati di minore importanza. Uno sono i girotondi, schierati con Di Pietro che, quando si era candidato da solo alle politiche aveva preso quasi il 5% e con loro neanche il 2%. Dopo essere rimasti delusi per la scelta bolognese di Cofferati, quest'insuccesso elettorale dovrebbe rappresentarne il requiem definitivo. Una citazione particolare in questo schieramento la merita Achille Occhetto, uno dei pochi politici (l'altro è Mariotto Segni), ad avere dei consensi elettorali negativi: se si presenta con qualcuno, questo inevitabilmente perde voti.
L'altro trombato è stato Mastella che, imbarcato Martinazzoli, resuscitato Cirino Pomicino, pensava di recuperare il consenso perso al centro dal listone. Non c'è riuscito ed è ormai pronto a rientrare nell'UDC, magari per sostituire la Lega prossima all'uscita.
L'ultima notazione riguarda il gustosissimo siparietto televisivo messo in scena la sera dei risultati.
Stavolta per non scontentare nessuno hanno anche dato dai risultati con una banda d'oscillazione del 3%, che, in un paese dove si vincono o si perdono le elezioni per 1 o 2 punti, è tantissimo. Se a questo ci aggiungiamo che ognuno si sceglie le elezioni precedenti con cui fare il confronto (le politiche, no le scorse europee, no quelle in cui mi hanno nominato capoclasse a scuola, ecc.), finisce sempre che, come da tradizione, tutti si proclamino vincitori. Visto il deludente andamento dei partiti maggiori delle due coalizioni si è assistito all'interessante variante in cui ogni schieramento proclamava la sconfitta dell'altro.
Gran cosa questo sondaggio!
Fricche