Umanità Nova, numero 23 del 27 giugno 2004, Anno 84
Era stata una partita da dimenticare, gioco scarso ed evanescente, un nulla calcistico e comunicativo, uno spettacolo impresentabile. Finito l'evento, a quarantottore di distanza, salta fuori che quel che avevamo visto non era tutto ciò che era successo. Non erano bastate le telecamere della televisione portoghese, non erano bastate le telecamere supplementari della televisione italiana, mandate in Portogallo per gli Europei di calcio in profumatamente pagata trasferta. Lunedì 14 giugno c'erano allo stadio dove ha giocato la nostra nazionale di calcio anche le telecamere danesi, quelle della squadra nostra avversaria del momento. E cosa hanno ripreso accidentalmente? Uno sputo. Ma non uno sputo qualsiasi: era stato lo sputo di Totti! Ora, il buon Pupone (questo il soprannome del campione pedatorio romanista e romano) aveva preso un sacco di botte per un buon pezzo di partita, secondo il destino dei calciatori dai piedi buoni che son riempiti di mazzate e calcioni dagli avversari più scarsi tecnicamente. Ad un certo punto, il nostro si è sfogato con un preciso lancio salivare all'indirizzo del suo marcatore impietoso, che un momento prima gli aveva allungato l'ennesima gomitata ad arbitro lontano. Ah, Totti, Totti! Pensavi di essere da solo sul campo di pallone e invece un numero imprecisato di telecamere, pure danesi, spiavano ogni tua mossa, ogni tuo peto, sputo e grattata di coglioni! Nessuno è libero di far quel che gli pare su questa terra. Pensate ai poveri carabinieri e finanzieri di Genova 2001, immortalati da mille telecamere portatili mentre massacrano inermi manifestanti. O pensate ai torturatori di Abu Graib, che le foto se l'erano fatte per ricordo, sparati su internet alla mercè del pubblico mondiale. Scandaloso! Quei bravi ragazzi a Genova e in Iraq hanno un poco esagerato e qualcuno di loro, a caso, sarà punito (blandamente). Il problema sono "sto cazzo di telecamere che ti raggiungono ovunque: quando sputi, quando pesti a sangue, quando torturi. Ma insomma…! Era il caso di farsi beccare? Ma avete fatto caso che i torturati iracheni sono tutti maschioni muscolosi ed in carne? Non avete pensato a quante donne irachene sono state violentate dai "nostri"? Sapete perché non se ne parla? Perché queste donne hanno "perso l'onore" e se danno pubblicità alla cosa nessuno se le fila più dalle loro parti. E sapete quante soldatesse americane sono state violentate in Iraq dai loro commilitoni? Voi direte: se la sono cercata. Mica tanto, compagni. Ricordo di aver letto che a Bolzaneto (Genova, Italia, anno 2001) a qualche ragazza i simpatici polpen (polizia penitenziaria) hanno messo una ramazza in mano invitandole a "scopare" per terra: che battutona, eh? Ci siamo già dimenticati delle donne afgane con il burqa che l'occidente è andato a salvare dai talebani? Chiedetevi oggi come vivono con il paese di nuovo in mano alle milizie dei vari signori della guerra. Leggo che alle Olimpiadi di Atene di agosto 2004 ci saranno due atlete afgane: spettacolo! E le altre? Sempre a nascondersi sotto il burqa che almeno (forse) le protegge dagli stupri? Ci sono ragazze francesi di origine magrebina che nelle banlieu e a scuola girano con il velo perché almeno così i maschietti in perenne calore non rompono loro i coglioni (vedete come anche il linguaggio è maschile? Come potremmo dire la stessa cosa al femminile?). L'occhio mediatico ci rimanda immagini della soldatessa americana con l'iracheno al guinzaglio: ma siamo contemporaneamente informati che oggi la stessa soldatessa è incinta: sarà madre! Evviva, un pizzico di femminilità! Si è rimessa in pari: è sempre donna, insomma. Ragazzi, gli uomini fan la guerra, fanno a botte nelle piazze e giocano a pallone e il nostro parlamento sforna una legge sulla procreazione assistita che consente a giudici (anche maschi) di decidere se permettere di abortire oppure costringere a portare a termine una gravidanza: per la tutela del concepito… Lo sputo di Totti riempie le cronache perché certo nulla più sfugge all'occhio sempre sveglio della comunicazione globale ed in tempo reale. Occhio maschile che vede quel che gli pare e che non illumina il fuori quadro e fuori campo del femminile sparito annullato negato e occultato. Viviamo in un tempo in cui anche lo sputo di un maschio fa notizia. È con ciò è detto tutto.
Simone Bisacca