Umanità Nova, numero 25 del 18 luglio 2004, Anno 84
Il 20 giugno scorso la Cap Anamur, una nave che fa riferimento a un'organizzazione non governativa tedesca denominata "Comitato Cap Anamur", ha tratto in salvo trentasette profughi africani che stavano naufragando in pieno Mar Mediterraneo (non lontani da Lampedusa) con un'imbarcazione di fortuna.
La vicenda, inizialmente snobbata dai mezzi di comunicazione italiani, è poi scoppiata in tutta la sua drammaticità quando - ai primi di luglio - si è diffusa la notizia che la nave battente bandiera tedesca è stata letteralmente assediata dai mezzi militari della Marina italiana che, su disposizione del governo, ha impedito ogni tentativo di avvicinamento alle coste italiane.
Il rifiuto da parte delle autorità italiane di concedere l'attracco alla Cap Anamur ha costituito una palese violazione delle norme di diritto internazionale perché disconosce l'emergenza umanitaria legata alla condizione dei profughi, dei rifugiati politici e di tutti coloro i quali scappano da Paesi dilaniati dalla guerra. I naufraghi sono quasi tutti sudanesi e molti provengono dal Darfur, una regione occidentale del Sudan che negli ultimi mesi ha visto crescere in maniera esponenziale il numero di profughi che scappano dalla dilagante pulizia etnica ad opera di bande paramilitari al soldo del governo di Karthoum.
Grottescamente, il governo italiano ha addotto motivazioni di tipo burocratico per giustificare questa ignobile omissione di soccorso istituzionalizzata. La Cap Anamur infatti, pochi giorni dopo aver salvato i trentasette profughi, si imbatté in un altro natante con a bordo undici somali diretti a Malta. A causa delle pessime condizioni del barcone, il comandante tedesco della Cap Anamur - Stefan Schmitd - decise di scortare i somali fino alle acque territoriali maltesi, con l'intento di dirigersi successivamente verso Porto Empedocle.
Il governo italiano sostiene dunque che - a norma di legge - tutti i profughi raccolti dalla nave avrebbero dovuto sbarcare a Malta.
Elias Bierdel, responsabile dell'ONG "Cap Anamur", in una dichiarazione rilasciata il 7 luglio dice che "i naufraghi non sono 'clandestini', non avendo ancora oltrepassato le frontiere europee. Conformemente agli ordini e in ossequio ai precetti del diritto internazionale, così come della prassi abituale, noi abbiamo immediatamente comunicato la lista di tutte le persone a bordo. Tutto questo non può in alcun caso essere interpretato come 'tentativo di entrata illegale'".
Nei giorni scorsi la nave è stata raggiunta da rappresentanti di associazioni umanitarie, di realtà antirazziste siciliane e di partiti politici che hanno portato la loro solidarietà all'equipaggio e ai passeggeri.
Il 12 luglio, dopo due giorni interminabili in cui la Cap Anamur è stata costretta a rimanere in rada di fronte Porto Empedocle, è arrivata la disposizione del ministero degli interni per far attraccare la nave. Il comandante della nave, il suo vice e il presidente dell'associazione sono stati dapprima interrogati e poi arrestati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
I profughi sono stati condotti con un pullman presso il Centro di Permanenza Temporanea "San Benedetto" ad Agrigento. Per due giorni, militanti antirazzisti provenienti da tutta la Sicilia occidentale si sono divisi tra Porto Empedocle, il CPT e la Prefettura di Agrigento dove in serata è entrata una delegazione di attivisti.
Al momento in cui scriviamo non si sa ancora quanto tempo i sudanesi resteranno nel CPT. Lillo Miccichè, deputato regionale, è stata l'unica persona autorizzata a entrare nel Centro.
La linea di comando istituzionale è sostanzialmente composta da Ministero e Questura. Sembra infatti che i 37 profughi siano considerati dalle autorità "clandestini" a tutti gli effetti.
In queste ore drammatiche gli unici referenti delle istituzioni sono stati il CIR e l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati: qualunque altro soggetto è stato materialmente tenuto all'oscuro degli sviluppi reali della vicenda.
Laura Boldrini, dell'ONU, ha rilasciato interviste depistanti e mistificanti sulla sorte dei profughi: ringraziando il governo italiano per la decisione umanitaria, ha fatto intendere che sarebbero stati portati in un centro di prima accoglienza. Un centro di prima accoglienza è cosa ben diversa da un CPT, la galera per immigrati.
In un comunicato, la Rete Antirazzista Siciliana chiede una mobilitazione nazionale per l'immediata scarcerazione del comandante Schmidt, del suo vice, e di Bierdel. Fa inoltre un appello urgente "per la tutela del diritto d'asilo e dei diritti umani dei 37 profughi tuttora reclusi all'interno del CPT San Benedetto di Agrigento". Invita inoltre la sede centrale dell'ACNUR a Ginevra "affinché apra un'inchiesta sull'operato dell'ACNUR ITALIA e dei suoi alti funzionari che ancora adesso dopo l'arresto dei comandanti della Cap Anamur, di Elias Bierdel e della reclusione dei profughi, si ritengono soddisfatti dell'esito di tutta la trattativa da loro condotta".
Tutta la vicenda dimostra in maniera lampante l'essenza stessa di quella Fortezza Europa contro la quale combattiamo la nostra battaglia di libertà: gli appelli al rispetto del diritto internazionale sono stati rivolti proprio a quei soggetti che, con le attuali norme in materia di immigrazione, limitano drasticamente anche la possibilità di accedere al diritto d'asilo.
Un circolo vizioso e grottesco che chi tenta di arrivare in Italia anche con mezzi di fortuna paga duramente sulla propria pelle.
Il governo italiano ha ben compreso il dirompente messaggio politico lanciato dall'equipaggio della Cap Anamur e ha agito di conseguenza per stroncare sul nascere qualsiasi pericoloso precedente per la certificata impermeabilità dei confini nazionali. La linea ministeriale ha però creato, con la sua intransigenza, un caso abbastanza unico di negazione dei diritti fondamentali anche per coloro i quali non hanno ancora messo piede sul territorio dello Stato. Un fatto gravissimo che conferma, ancora una volta, che criminale non è chi scappa dalla guerra o chi cerca di entrare in Italia per rifarsi una vita: criminali sono gli Stati che con le loro frontiere e le loro galere negano la dignità a migliaia di donne e uomini.
Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana