Umanità Nova, numero 25 del 18 luglio 2004, Anno 84
Con l'estate il ministro leghista del welfare (ma i lumbard non amano solo la padania e la sua favella?) è tornato a discettare sulla necessità di un giro di vite in materia di sciopero. Visto il successo dell'ultima astensione dal lavoro degli autoferrotramvieri di inizio luglio, il nostro si è subito precipitato a risfoderare la proposta di restringere ulteriormente la possibilità di lotta dei dipendenti dei servizi pubblici essenziali.
Il pacchetto (o meglio, il pacco, per i lavoratori) prevedrebbe un'estensione dei poteri della commissione di garanzia; modifiche al regolamento sulle procedure per indire lo sciopero, un referendum consultivo tra i lavoratori per decidere se scioperare o no (sic!) e, udite udite, l'introduzione a tutti gli effetti dello sciopero virtuale…
Insomma, il mondo del lavoro è proprio la bestia nera di questo governo: legge Biagi che ha introdotto una flessibilità selvaggia nei contratti di lavoro; proposta di modifica dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori; e adesso, magari con il favore del caldo e delle vacanze estive, un bel colpo al diritto di sciopero. Anche perché pare che il Maroni voglia intervenire con provvedimenti amministrativi (decreti o regolamenti ministeriali o comunque governativi) che non devono passare in parlamento. Così si eviterebbe troppa pubblicità alla cosa.
Il tempo ci dirà se le dichiarazioni del ministro lumbard sono state buttate lì tanto per vedere che succede o se si concretizzeranno in reali provvedimenti. L'uscita di Maroni manifesta certamente anche la preoccupazione che la crisi economica e gli ennesimi tagli che i berluscones faranno allo stato sociale, direttamente o tramite diminuzione dei trasferimenti agli enti locali, inneschino un autunno caldo e una conflittualità sociale diffusa. Per questo il ministro vuole giocare d'anticipo. Maglie più strette alla possibilità di sciopero significa anche spingere le lotte verso l'illegalità formale, qualora i lavoratori decidano di scioperare comunque. Con tutto il corollario di denunce penali di interruzione di pubblico servizio già ben note agli autoferrotramvieri dopo gli scioperi di dicembre 2003.
Occorre vigilare perché i lavoratori non vengano anticipatamente scippati dei residui spazi di lotta rimasti, ponendo però anche il problema dell' abbattimento o del superamento di ogni normativa limitatrice delle lotte sociali.
Wild cat